domenica 27 giugno 2010

Enna- Hardware Universe

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martedì 15 giugno 2010

PAOLO GAROFALO NUOVO SINDACO DI ENNA


Se dalle urne ennesi ci si aspettava un rinnovamento radicale dell’organo politico del Municipio, si può dire che di novità si vede solo qualche spennellata qua e là. Bocciate le aspirazioni innovatrici delle civiche, gli ennesi hanno scelto la "conservazione", alla faccia dei tanti appelli al rinnovamento aumentati in un crescendo rossiniano nelle ultime settimane di campagna elettorale. Sui motivi di questa scelta di continuità ci sarebbe da discutere. Evidentemente è un atto di fiducia nel partito e nelle persone che lo dirigono e che hanno guidano la città. Intanto, con 7716 voti (58,50%) (contro i 5473 dell'avversario Angelo Moceri: 41,50%), Paolo Garofalo è il nuovo sindaco di Enna, secondo il risultato ufficiale della prefettura al ballottaggio. Garofalo, 46 anni, dipendente della Soprintendenza per i Beni Culturali di Enna, ma trasferitosi da alcuni anni a Catania nell’Ufficio del Garante per i diritti fondamentali dei detenuti, succede a Rino Agnello (sempre del Pd e non ricandidato). Al primo turno, Garofalo aveva preso 8401 voti (44,63%), contro i 4777 di Moceri (25,38%). Ha votato il 50,10% dell'elettorato (13.694 persone) contro il 71,21% ( 19.466 votanti) del primo turno. Cenquecentocinque le schede e i voti non validi di cui 82 bianche. Il nuovo sindaco entrerà nelle sue funzioni immediatamente dopo la sua proclamazione da parte dell'ufficio centrale, prevista nei prossimi giorni. Entro dieci giorni dovrà poi convocare la prima seduta del Consiglio comunale (da tenersi in uno dei successivi dieci giorni). “La nostra è una politica assolutamente pacifica, serena e di buon senso che intende coinvolgere tutta la città. Voglio fare di Enna una comunità coesa, dalla grande capacità riformatrice anche nel modo di vivere il palazzo”. E’ stata questa la prima dichiarazione di Paolo Garofalo, da nuovo sindaco di Enna. “Crediamo in un grande progetto –aggiunge-, l’abbiamo dichiarato più volte, il risultato mi pare che ci abbia dato pienamente ragione per ben due volte in quidici giorni. Non si poteva chiedere di più”. Quale è stata la chiave vincente della sua vittoria? “In maniera particolare penso sia stata l’attenzione rivolta ai giovani. I giovani di questa città sono stati molto, ma molto vicini alle nostre posizioni e alla mia persona. A loro va un ringraziamento particolarissimo”. A qundo la nomina dei primi assessori? “La faremo immediamente in questi giorni”. A chi dedica questa vittoria? “Questa vittoria la dedico alla città e soprattutto, ripeto, ai giovani”. Spesso durante questa campagna elettorale hanno abbinato il suo nome al sen. Crisafulli...... ”Se volevano dire che sono molto amico del senatore Crisafulli non dovevano faticare molto per comprenderlo. Così come sono amico di tanti altri personaggi della politica locale. Ma sono soprattutto molto amico della gente e anche lì non c’è stata molta difficoltà a farla comprendere. Il risultato ne è testimonianza”. In piazza Vittorio Emanuele in mezzo alla folla festante, anche i deputati regionali Elio Galvagno e Salvatore Termine. “Una vittoria splendida –ci ha dichiato Galvagno-, una proposta politica premiata, un rinnovamento nei fatti e io spero che da Enna, unico capoluogo di provincia in mano al Pd, possa partire la riscossa di questo partito per tutta la Sicilia”. “Io penso che alla fine abbia vinto il messaggio di un partito politico –ha sottolineato l’on. Termine-. Gli altri, evidentemente, pagano lo scotto non di una amministrazione precedente, che in fondo potevano utilizzare in maniera strumentale, ma delle divisioni che erano molto di più di quelle che c’erano nel Partito democratico. Poi Paolo Garofalo rappresentava un pizzico di fantasia, di invenzione della non politica che tutto sommato in una occasione come questa non è stata proprio male”.

Giacomo Lisacchi


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sabato 12 giugno 2010

ATO ENNA EUNO E SICILIA AMBIENTE- Riqualificare il personale per salvare le due società

Un’azienda trevigiana, per la quale si erano avviate persino le procedure di fallimento, leader nella produzione di componenti per il settore automobilistico, passata dalla crisi a un improvviso picco di ordini, per far fronte ai segnali di ripresa, invece di procedere a nuove assunzioni ha chiesto ai colletti bianchi, tra questi anche i quadri, in cassa integrazione di rientrare al lavoro, ma in un altro settore rispetto a quello tradizionale: non in ufficio ma nella linea di montaggio. La risposta è stata positiva, tanto più che la scelta era volontaria. Dunque, meglio indossare la tuta blu, piuttosto che stare a casa a far nulla e con la busta paga falcidiata. Ci chiediamo, a Enna ad esempio, quanti impiegati e quadri dell’Ato EnnaEuno e di Sicilia Ambiente, pur di salvare il proprio posto di lavoro, sarebbero disposti a cambiare mansioni? E’ risaputo che le due società hanno un organico impiegatizio troppo elevato il cui stipendio incide fortemente sul costo del servizio, che la collettività ennese non può reggere facendosene carico. Senza entrare nel merito di come questo personale è stato assunto, di quali protezioni politiche gode, un fatto è certo: se le due società si volessero salvare senza gravare fortemente sui cittadini, sarebbe necessario che si ristrutturino. Per quanto possa valere il nostro pensiero, non siamo per il licenziamento dei lavoratori, vorremmo che per una volta politici, amministratori locali, associazioni, sindacati, e perchè no, creditori, si trovassero d’accordo per far rientrare il sistema del settore dei rifiuti nella legalità delle leggi che la governa e nello stesso tempo far in modo che gran parte del personale impiegatizio, invece di essere un costo possa essere un valore immettendolo nel circuito produttivo della raccolta differenziata, del compostaggio, dei servizi di manutenzione di strade, ville e quant’altro. Insomma, se c’è un pizzico di orgoglio, se c’è l’obiettivo di far rinascere due società senza distruggere quello che si è fatto, a torto o ragione, nel passato e senza licenziare nessuno, ci vuole un vero piano industriale che possa essere utile alle due società e alla collettività ennese. Per fare questo è necessario che la politica faccia un passo indietro, che i Comuni si riapproprino del proprio ruolo e che le due società vengano affidate a manager competenti del settore ed esperti in risanamento di società in difficoltà. Il discorso non vale solo per il personale dell’Ato rifiuti e Sicilia Ambiente, ma anche per quello della Provincia, dei comuni e di tante altre società partecipate. Insomma, per tutte quelle strutture che non sempre danno un riscontro concreto dei servizi che sono utili e rispondenti alle esigenze dell’ente. Strutture che devono tendere all’ottimizzazione e alla riduzione dei costi per servizi che siano quantomeno proficui per la collettività. Da qui la necessità di rimodulare i servizi verso quelle attività che sono importanti, come ad esempio la manutenzione e la pulizia delle strade provinciali e comunali. Strade che sono state abbandonate da anni, molte delle quali (l’incuria è sotto gli occhi di tutti) non sono più neanche percorribili. Dunque, impiegare il personale in attività utili e visibili in modo che si dia la percezione ai cittadini che le risorse che gravano pesantemente sul bilancio degli Enti locali hanno una loro validità e che non servono per alimentare partecipate o enti a fini (questo è quello che pensano in molti) clientelari con il solo scopo da fungere da stipendifici.

Giacomo Lisacchi

MESSA ORTODOSSA NELLA CHIESA DI SAN CATALDO

Mille anni di separazione, ma anche un millenio di storia condivisa. La strada che cattolici e ortodossi stanno percorrendo verso l’unità, ieri è passata anche da Enna, e precisamente dalla chiesa di San Cataldo, nel cuore del centro storico della città dove è stata celebrata solennemente la divina liturgia ortodossa (messa), durata tre ore, dall’archimandrita di Palermo Paolo Patricolo. Una grande apertura del vescovo della diocesi, mons. Michele Pennisi, verso i fratelli ortodossi romeni che a Enna conta una comunità di oltre 200 persone. L’iniziativa è dell’associazione Si.Ro (Sicilia-Romania), la cui presidente provinciale è la romena Dorica Orzan, che si è detta dispiaciuta per la poca presenza, pur essendo state avvisate, delle ragazze romene che a Enna lavorano come badante. “Evidentemente –dice- non hanno avuto il permesso dai loro datori di lavoro per partecipare alla messa. Non vorrei –sottolinea preoccupata- che dopo aver abbandonato la propria terra, la propria famiglia per venire a lavorare in Italia, abbandonino anche la fede. Invito le famiglie ennesi a cancedere loro qualche ora di permesso il sabato affinchè queste ragazze possano partecipare alla messa”. La Orzan ha consegnato a mons. Vincenzo Di Simone, parroco di San Cataldo, una lettera per il vescovo firmata anche dall’archimandrita, dove lo ringrazia per aver concesso la possibilità di celebrare la liturgia ortodossa nella chiesa di San Cataldo. “Sono certa –si legge nella missiva- che con il suo Santo aiuto e l’aiuto divino di Dio si possa dare alle centinaia di romeni della provincia la possibilità di espletare la vita religiosa secondo il rito della Chiesa Ortodossa”. All’archimandrita Patricolo abbiamo chiesto: L’apertura della chiesa cattolica ai fratelli ortodossi è un segno di speranza ecumenica? “E’ un’apertura reciproca –risponde-. Quando il patriarca Atenagora e Paolo VI si incontrarono a Gerusalemme, ambedue fecero il primo passo. Non fu solo da una parte. Furono le due chiese protagoniste di questa tentata unione. Siccome l’unione è il dono dello spirito, noi dobbiamo pregare perchè questo possa avvenire secondo quella che è la volontà di Dio”. “All’insegna dell’ecumenismo, dell’apertura, del dialogo sono contento –ha detto mons. Di Simone- incominciamo a dare questa accoglienza, questa ospitalità ai nostri cari cristiani per poter svolgere la loro fede anche se non sono in unione con la chiesa cattolica”.

Pietro Lisacchi

ACQUA PUBBLICA- RACCOLTE 4.000 FIRME

Si sono riuniti ieri le associazioni e i movimenti che aderiscono al Forum provinciale per l’acqua per fare il punto sulla situazione della raccolta firme per il referendum in provincia di Enna proposto dal Forum nazionale. “Un incontro di lavoro abbastanza proficuo –ha detto il portavoce del Forum, Benedetto Murgano- in quanto abbiamo programmato l’attività per quest’ultimo mese. Siamo soddisfatti per come procede la raccolta firme nella nostra provincia; abbiamo già raggiunto la quota di 4 mila firme che ci era stata assegnata, ma noi vogliamo raggiungere un obiettivo più ambizioso, 10 mila firme; così come, avendo superato a livello nazionale la quota di oltre 800 mila firme, vorremmo raggiungere almeno un milione”. L’incontro è servito anche sia per distribuire ulteriori modelli per il referendum nazionale che per spartire i modelli di raccolta firme che servono per la proposta di legge di iniziativa popolare presentata dai Forum per l'acqua all’assemblea regionale. Per quest’ultima iniziativa occorrono almeno 10 mila firme, perché l'assemblea regionale sia obbligata entro il termine di 6 mesi all'esame della legge. “Voglio ricordare –aggiunge Murgano-quale è l'obiettivo che si pone la legge : innanzitutto, la ripubblicizzazione dei servizi idrici, con l’affidamento della gestione agli Enti Locali e l'eliminazione di società private nella gestione dei servizi dell'acqua che, pertanto non può essere oggetto di profitto e speculazioni da soggetti il cui unico scopo è il profitto”. A questo proposito, forte la denuncia del presidente del Centro studi “Romano”, Mario Orlando, che mette sottoaccusa l’Ato idrico di Enna per il fatto che “nel 2004, sotto la presidenza dell’allora presidente della provincia Cataldo Salerno, diede in convenzione con procedure discutibili la gestione idrica ad AcquaEnna”. “Una privatizzazione –riporta anche una nota dell’ex sindacalista della Cgil, Gaetano Biondo- che fecero passare come una soluzione a vantaggio degli utenti. Mentirono sapendo di mentire. Gli aumenti delle bollette lo testimoniano”. Ma a certificare che il servizio idrico integrato di Enna è tra i più cari d’Europa è la Smat di Torino. “Tra le prime quaranta città –Zurigo, Parigi, Lovanio, Ginevra- ritroviamo l’Ato 5 Enna, ente gestore AcquaEnna, per una spesa SII pari a 321,69 euro ed un costo medio unitario di 1,61 euro metro cubo”. Anche “in termini di spesa per abitante, l’Ato Enna è tra i più cari d’Italia con 3,06 euro per abitante”.

Giacomo Lisacchi

martedì 8 giugno 2010

CROCETTA E LUMIA COMMENTANO L'ARRESTO DI PIETRO DI VINCENZO

“La giustizia prima o poi trionfa. Era l’aprile del 2003 quando abbiamo avuto con Confindustria di Caltanissetta uno scontro sulla questione dell’informativa Antimafia da inserire nei bandi di gara, durante la trattativa per la costituzione del nuovo protocollo di legalità, che è servito a impedire che le imprese mafiose continuassero a prendere gli appalti nella città di Gela”. Così Rosario Crocetta, eurodeputato del PD, ha commentato la notizia dell’arresto di Pietro Di Vincenzo ex presidente di Confindustria Caltanissetta e dell’Ance. “Era il giugno del 2003 quando denunciai con forza che trovavo terribile che la Regione siciliana consentisse allo stesso Di Vincenzo di gestire il quinto modulo bis del dissalatore, quando la sua azienda non poteva ottenere il rilascio dell’informativa antimafia. Ricordo che protestai per tutto ciò, ma a Di Vincenzo quell’appalto non venne mai revocato dalla Regione, guidata allora da Totò Cuffaro. Il resto lo facemmo con un gruppo di imprenditori guidati da Antonello Montante e Marco Venturi (attuale assessore regionale all’industria), insieme ad altri come l’ingegnere Rispoli dell’Eni, Rosario Marù che coraggiosamente fecero la battaglia per sostituire Di Vincenzo alla presidenza della Confindustria di Caltanissetta. Subito dopo, - ha continuato Crocetta - nel momento in cui iniziammo quella battaglia, arrivarono le minacce a Montante e Venturi. E siamo andati avanti, come è andata avanti Confindustria con la svolta di Lo Bello e della Marcegaglia. Per anni abbiamo denunciato che Di Vincenzo gestiva un sistema di potere che sostituiva i vecchi cavalieri del lavoro e fatto importante, come presidente dell’Ance Sicilia suggeriva le regole sulle gare d’appalto in Sicilia. Regole che vanno immediatamente cambiate poiché il sistema di aggiudicazione in atto in Sicilia non consente di proteggere la comunità e gli appalti dalle aggressioni mafiose. Naturalmente sono stato denunciato da Di Vincenzo e ovviamente prosciolto dai magistrati, perché accertarono che le mie accuse erano vere. E si sono dimostrate vere in questi anni quando sono stati sequestrati a Di Vincenzo circa 460 milioni di euro di patrimonio e oggi l’arresto. La giustizia fa il suo corso, inesorabile. Grazie al lavoro instancabile di un pool, quello di Caltanissetta, diretto dal dott Lari che insieme alle forze dell’ordine della stessa provincia si caratterizza per una battaglia antimafia, chiara, netta, quella dei fatti. L’arresto di Di Vincenzo è un monito per quegli imprenditori che ancora oggi vogliono truccare le carte, che pensano che dietro l’apparente facciata della rispettabilità si possano riciclare i soldi della mafia e persino incontrare boss latitanti come i componenti della famiglia Rinzivillo di Gela. E’ la svolta in Sicilia. Tante altre cose devono venire fuori, ma noi confidiamo nella giusta giustizia, quella che indaga, accerta le verità e non teme i potenti. I miei più sinceri ringraziamenti e sentite congratulazioni al pool antimafia di Caltanissetta, al Questore, ai poliziotti, al Comandante dei carabinieri di Caltanissetta e a tutti i componenti dell’arma, al comandante della Guardia di finanza e ai suoi uomini. Indietro non si torna. Lo dimostrano i fatti di oggi, di ieri, le grandi operazioni che stanno andando avanti. Le mie accuse, insieme a quelle dell’On Lumia, sono state considerate per anni eccessive. I fatti e le inchieste dimostrano – ha concluso l’europarlamentare del PD - che abbiamo visto giusto e che ancora oggi, abbiamo le idee chiare sui gruppi di potere che continuano a danneggiare lo sviluppo della nostra Sicilia”. “Gli arresti e i sequestri di oggi dimostrano che Cosa nostra può contare su una forte rete di collusioni e su un’ingente quantità di beni e attività imprenditoriali con cui condizionare l’economia. Una organizzazione che gode del sostegno di decine di fiancheggiatori, liberi professionisti e financo della connivenza degli istituti di credito. I settori di interesse sono sempre gli stessi: riciclaggio, estorsioni, edilizia, gestione di immobili”. Sono state queste, invece, le parole del senatore Giuseppe Lumia, componente della Commissione antimafia nel commentare le operazioni che hanno portato all’arresto di Di Vincenzo e Giuseppe Sirugo; a Catania, al sequestro di un patrimonio di trenta milioni di euro riconducibili all’imprenditore edile Vincenzo Basilotta ed, inoltre, al sequestro di beni per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro, riconducibili a Pietro e Diego Rinella, fratelli di Salvatore Rinella, ritenuto capo della famiglia mafiosa di Trabia (Pa) e condannato all’ergastolo. “In questa fase – ha aggiunto Lumia – in cui la mafia è ferita, è necessario affondare il colpo per impedire che si possa riorganizzare. Bisogna intensificare l’azione repressiva e colpire gli interessi dei boss e i loro patrimoni. Allo stesso tempo è indispensabile che la politica faccia il suo dovere, dando più risorse e strumenti alla magistratura e alle forze dell’ordine e mettendo in atto politiche di sviluppo economico e sociale dei territori”. Lumia ha inoltre sottolineato come “le infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici sembrano essere una costante”. “Le mafie –ha incalzato Lumia- sono presenti in ogni grande affare, aggirano facilmente le regole, fanno lievitare i costi dell’opera allungando i tempi di realizzazione, utilizzano materiali scadenti per aumentare i margini di guadagno. Il danno prodotto alla comunità è incalcolabile”.

Giacomo Lisacchi

TAR DI PALERMO RESPINGE RICORSO DELL?EX PRESIDENTE DELL'ASI DI ENNA GAETANO RABBITO

“Il Tar di Palermo ha confermato il corretto operato dell'assessore regionale alle attività produttive Marco Venturi che, attraverso il commissariamento del Consorzio Asi di Dittaino, ha posto in essere tutte le misure idonee per evitare che nel futuro venisse perpetrata l'insostenibile gestione finanziaria del consorzio stesso, così come emerge dall'attività da me prodotta”. E’ quanto dichiara Alfonso Cicero, ex commissario dell’Asi di Enna e attuale commissario straordinario dell’Asi di Caltanissetta, commentando la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia che ha respinto, nel merito, i ricorsi seguiti al provvedimento di scioglimento degli organi di gestione del consorzio Asi di Enna, disposto dall’assessore all’Industria, nel novembre 2009. “La decisione del Tar di Palermo di respingere, in quanto totalmente infondati, i ricorsi di merito presentato dall’ex presidente Gaetano Rabbito e altri ex amministratori del Consorzio Asi di Enna, contro la decisione di scioglimento degli organi consortili e della mia nomina a Commissario straordinario, conferma – sottolinea Cicero - la piena legittimità dell'atto di scioglimento degli organi adottato il 19/11/2009 dall'Assessore regionale alle attività produttive Marco Venturi e, altresì, fissa in modo inequivocabile la cattiva gestione dello stesso Rabbito. La precedente amministrazione Rabbito si è resa responsabile – aggiunge Cicero- della non appropriata gestione amministrativa dell'Ente, che ha determinato, tra l'altro, ingenti oneri a carico del bilancio Asi. La gestione Rabbito, così come avevo fin dall'inizio evidenziato, ha dimostrato incapacità e la non corretta programmazione dell'attività economico-finanziaria dell'Ente. La disciolta amministrazione – commenta ancora Cicero, leggendo passi della sentenza- aveva determinato il grave deficit finanziario con conseguenze negative al funzionamento del Consorzio, quindi con pesanti ricadute al pagamento degli oneri obbligatori, quali gli stipendi al personale e le spese necessarie per il funzionamento del Consorzio, quali utenze, assicurazione, tasse, fornitori e così via. Dopo il mio insediamento, Rabbito e altri avevano condotto una violenta campagna di attacco nei miei confronti strombazzando a mezzo stampa ed in tutte le sedi che mi avrebbero cacciato dal Consorzio per l'illegittimità degli atti assessoriali. Anche qualche ambiguo individuo della provincia di Caltanissetta si era collegato con le dinamiche della provincia di Enna per denigrarmi e attaccarmi in modo scomposto e gratuito. Inoltre, sempre in modo violento e gratuito venivo attaccato pubblicamente in merito all'attività di identificazione delle responsabilità gestionale a carico dell'ex amministrazione Rabbito. Adesso, la giustizia ha chiuso definitivamente ogni questione affermando il principio della legalità“.

Giacomo Lisacchi

lunedì 7 giugno 2010

Programma del candidato a sindaco Moceri

“Ciascuno di noi è come una tessera di un mosaico…tutti dobbiamo capire quale è il nostro posto perché si formi un unico volto”. Con questa frase presa in prestito da padre Puglisi, Angelo Moceri, candidato a sindaco del Pdl e del Mpa, lancia un messaggio forte e, contemporaneamente, le sue idee, le azioni e gli interventi per Enna. “Voglio candidare Enna come città universitaria senza differenziazione di vocazione territoriale –dice-. Ho sempre sostenuto che l’attività che riguarda la mobilità, la vita civile, sociale e culturale va riorganizzata tenendo conto della presenza dell’ateneo. Bisogna superare la visione parziale che candida solo Enna bassa come segmento urbano deputato ad ospitare l’università. Per cui, uno dei punti programmatici che sosterrò è quello di chiedere immediatamente il trasferimento ad Enna alta di due facoltà universitarie. Questo perchè –spiega- sono estremamente convinto che il binomio università-sviluppo sia molto stretto e valido. Così come c’è stato un rilancio della economia di Enna bassa, bisogna creare le stesse condizioni per Enna alta. La parte alta della città, in questo momento sta correndo un rischio svuotamento, non solo del centro storico, ma anche della periferia. Un altro elemento che va esaltato, tenendo conto di quello che la città ha sempre manifestato in termini di comportamenti collettivi, è di fare tesoro dei quartieri. Quartieri che in realtà hanno rappresentato, in diverse occasioni, momenti di aggregazione spontanea di cittadini proponendo azioni molto efficaci nel territorio. Azioni che vanno sostenute e regolamentate. Inoltre, ho previsto nel programma di istituzionalizzare delle iniziative interessanti da un punto di vista culturale, mi riferisco soprattutto alla settimana ferediciana, e di valorizzare le scuole che oltre al ruolo istituzionale di promuovere istruzione devono essere soggetti o luoghi in grado di aggregare altre formazioni educative e culturali del territorio”. Moceri quindi, parla di politiche sociali, giovanili e di sviluppo urbanistico. “A questo proposito –sottolinea- bisogna evitare che Enna bassa venga cementificata, come qualcuno propone, con la costruzione di grattaceli da adibire a mega centri commerciali”; infine, di Pergusa, dove “si deve creare una circolarità di diversi elementi che vanno dalla socialità, alla sanità, all’ambiente, allo sport” e di bilancio. “Enna è uno dei comuni –osserva- che non può contare di entrate peoprie. Per questo è importante che ponga una particolare attenzione agli evasori totali; che recuperi risorse alienando immobili che non sono coerenti con le finalità istituzionali del comune; che tagli sprechi ecc.”.

Giacomo Lisacchi

OSSERVATORIO PROVINCIALE per la tutela del disagio

Un incontro urgente con il prefetto Giuliana Perrotta. A chiederlo è la Fisascat Cisl che denuncia il grave stato di disagio nel quale a volte si trovano le strutture di accoglienza e di assistenza per persone non più autosufficienti della provincia di Enna. Quella dei servizi ai disabili è una delle questioni che ha un certo impatto sociale, che investe sentimenti e situazioni di disagio da una parte e interessi dall’altra e per questo la Fisascat Cisl chiede, con una lettera inviata ieri al prefetto, l’attivazione di un osservatorio provinciale. “A seguito delle tante vertenze – scrive la segretaria provinciale Rita Mobilia- passate e in itinere che riguardano le varie case di accoglienza per anziani, minorati psichici ecc., nel territorio ennese, la scrivente O.S. chiede un incontro al signor Prefetto per prendere in considerazione l’attivazione di un ‘osservatorio provinciale permanente’ come strumento atto a svolgere rilevazioni periodiche per la tutela degli ospiti e dei lavoratori”. “E’ un quadro a tinte chiaro scure –denuncia senza mezzi termini l’esponente sindacale- quello che viene fuori dalle strutture di accoglienza; per questo chiediamo che venga attivato un osservatorio in modo che si possano monitorare le leggerezze che spesso emergono nella gestione di un settore strategico che ha il compito di gestire persone che hanno bisogno di attenzioni, cure e trattamento umano. Non è possibile che gli anziani e le persone non autosufficienti vengano trattate come merce di scambio per fare profitto. L’osservatorio sarebbe anche importante per monitorare anche l’utilizzazione dei lavoratori del settore che sono privi di tranquillità economica e che spesso sono usati come strumento di pressione che poco ha a che fare con la dignità. La vicenda di diverse strutture di accoglienza e di assistenza è un disastro. E noi come sindacato non possiamo essere coinvolti, come avviene spesso, solo quando le cose vanno male per poi ritrovarci a discutere per giorni e mesi con le istutuzioni e i lavoratori per trovare soluzioni e raggiungere accordi. L’osservatorio –conclude Mobilia- deve essere come una specie di prevenzione, prima nei riguardi delle persone che hanno bisogno di cure e poi nei confronti dei lavoratori. Vogliamo che si intervenga prima e non dopo che la frittata è fatta: Quadrifoglio docet”.

Giacomo Lisacchi

Protesta dei precari della scuola

Solidarietà da parte dei cittadini per i lavoratori precari della scuola ennese che ieri hanno dato vita ad un sit-in di protesta in piazza IV Dicembre davanti la scuola media “Pascoli”, per difendere il loro diritto al lavoro. La manifestazione è stata organizzata dalla Flc-Cgil, Cisl-Scuola, Uil-Scuola, Snals-Confsal e Gilda-Unams per dire no ai tagli operati dal governo che “aggravano una condizione di grande sofferenza anche nella scuola ennese”. “Ai 240 posti sottratti lo scorso anno –sostengono i segretari provinciali delle cinque organizzazioni sindacali-, nel 2010/2011 se ne aggiungeranno 143 per il personale docente e altri 60 circa per il personale Ata. Gli effetti per la scuola della nostra provincia sono devastanti: non vengono garantiti il tempo pieno e neanche il tempo prolungato, con una riduzione di quelli già esistenti; si formano classi numerose con pluralità di alunni disabili, ai quali non sono assicurate le ore di sostegno necessarie; si riduce la qualità dei servizi amministrativi, tecnici e ausiliari, aumentando il carico di lavoro; non è garantita l’accoglienza e soprattutto la vigilanza degli alunni; la soprannumerarietà, aberrante nei vari ordini di scuola, determina un ulteriore deterioramento della qualità dell’offerta formativa, pregiudica la continuità didattica e la stabilità del personale; i precari storici della nostra provincia non troveranno più lavoro”. A Enna, le iniziative di protesta contro i tagli di personale nella scuola sono iniziate già alcuni giorni fa con la grande assemblea che si è svolta presso l’auditorium dell’Istituto commerciale “Duca d’Aosta” e culmineranno domani nella manifestazione regionale a Palermo. “Chiediamo alle istituzioni locali e al presidente della Regione Raffaele Lombardo –aggiungono ancora i segretari sindacali della scuola- di intervenire presso il governo nazionale per impedire lo scempio della scuola pubblica; di adottare tutti i provvedimenti necessari per garantire agli studenti della nostra provincia una scuola pubblica statale sicura e di qualità. La lotta che stiamo portando avanti non è solo per i centinaia di docenti e personale Ata che rischiano il posto di lavoro, ma è una battaglia che riguarda l’intera società. Infatti, siamo qui per sensibilizzare e invitare le famiglie, gli studenti, le associazioni, i movimenti e i partiti politici a mobilitarsi per difendere la scuola pubblica”.

Giacomo Lisacchi

Lumia contro la privatizzazione dell'acqua

“La Sicilia ha un triste primato, è stata la prima regione che ha voluto percorrere la strada della privatizzazione dell’acqua.” Il sen. Peppe Lumia, ospite ieri a Enna del convegno “L’acqua è un bene di tutti”, organizzato dall’associazione “Fendinebbia”, non ha usato mezzi termini: “la provincia di Enna ha ancora di più un tristissimo primato. E’ stata la prima provincia che ha abbracciato la privatizzazione dell’acqua. E’ stata la provincia dove si sono fatte le prove tecniche di trasmissione con i rifiuti e, visti i risultati in termini clientelari che si sono realizzati, si è pensato di tentare lo stesso meccanismo sull’acqua”. Lumia parla senza peli sulla lingua, com’è d’altronde sua abitudine, del malaffare sull’eolico, i rifiuti e l’acqua. Della “politica che mette insieme, crea affari, partecipa alla spogliazione delle risorse pubbliche” non fa mistero. “Tutto un sistema –ha detto- che si realizza a danno dei cittadini, della democrazia, della trasparenza e della funzione alta delle istituzioni. Questo è il gioco che si è sperimentato con la privatizzazione in Sicilia”. Quindi, parla della proposta che il Pd siciliano ha avanzato sul piano politico: “L’unica soluzione, se si vuole bene alla Sicilia –ha chiarito- e se si vuole mettere alla prova tutta la politica, è quella delle riforme in Assemblea regionale. Il primo banco di prova è stato il voto per sciogliere la direzione generale dei rifiuti. Apriti cielo, abbiamo scatenato una scossa tellurica al sistema di potere siciliano di quelle terrificanti. Abbiamo chiesto di rispettare le regole sino in fondo sui quattro inceneritori. E i quattro inceneritori sono stati dichiarati nulli. In questa vicenda, quante tangenti, quanti soldi all’estero, quanti tavolini, quanti appetiti, quante oliazioni si sono fatte. Ecco allora perchè capisco la paura di chi questi soldi li ha già distribuiti e ora ha difficoltà a fare tornare i conti. Sui rifiuti abbiamo fatto una vera riforma, perché ritorneranno nelle mani dei comuni. Lumia, quindi ha parlato dell’acqua che ritorna in mano pubblica. “Una norma –ha specificato Lumia- che è stata votata a scrutinio segreto nella finanziaria con 53 favorevoli e 23 contrari. Un gran risultato, una pagina bella della storia della Sicilia”. Infine, ha parlato della vicenda che vede coinvolto il presidente Raffaele Lombardo. “Sono l’unico –ha sottolinato Lumia- che ha dichiarato che se dovessero emergere dalle carte un sistema di rapporti diretti e consapevoli con mafiosi, anche se la procura di Catania procedesse all’archiviazione, per me deve rimettere il mandato e si deve andare al voto. Sulla lotta alla mafia non si fanno sconti a nessuno”.

Giacomo Lisacchi

BALLOTTAGGIO A ENNA- Disputa tra Garofalo e Moceri

Tutto come previsto. E’ un duello a distanza. Nel giorno in cui dal “Palazzo del Governo” comunicano i dati definitivi riguardanti l’elezione del sindaco, Paolo Garofalo e Angelo Moceri affilano le armi. Resta poco a disposizione per vincere una partita il cui primo tempo è finito con uno scarto del 19,25 per cento a favore di Garofalo. Dopo il riesame delle schede, il distacco tra il candidato del PD e quello del Mpa è di 3624 di voti: Garofalo ha chiuso con 8.401, pari al 44,63 per cento; Moceri ne ha totalizzati 4.777, pari al 25,38 per cento. I voti validi sono stati complessivamente 18 mila 823 su 19.466 votanti: il partito delle schede nulle ha raggiunto 643 superando addirittura i voti ottenuti dal candidato dell’Udc Santo Motta, il quale si è fermato a 537 (2,85%). Per vincere al primo turno, uno dei due candidati costretti oggi al ballottaggio avrebbe dovuto raggiungere quota 9.412: con 1011 voti in più Garofalo avrebbe potuto brindare già lunedì scorso. Però, qualcosa nel centrosinistra non ha funzionato e le lotte tra ‘fratelli coltelli’, tra crisafulliani e galvagniani dei mesi scorsi e l’apparente ricompattamento dell’ultimo momento hanno sicuramente influito sull’esito finale. Infatti, le tre liste PD, Primavera Democratica e Torre hanno totalizzato 9350 preferenze, dunque 949 voti in più rispetto al candidato sindaco. Non solo. Il candidato a sindaco di Enna al Centro e di Italia dei valori, Enzo Cimino, con i suoi 2938 sarà stato il ‘castiga centrosinistra’ perchè sul conto totale pesano indubbiamente i voti dell’ex presidente del consiglio comunale, Giovanni Contino, fuoriuscito dal Pd, dell’area Lumia/Crocetta, di una parte della componente cattolica che non ha mai condiviso la politica clientelare e affaristica del PD. Così come il ‘castiga centrodestra’ sarà stata la candidata Maria Teresa Montalbano con i suoi 2710 voti (14,40%) nella cui lista collegata “Enna Libera” sono confluiti candidati del Pdl Sicilia e del Mpa. Le cause delle schede nulle possono essere molte, ma la principale è dovuta all’incredibile confusione provocata dal proliferare di liste che, al contrario di quanto affermano i loro promotori, non hanno reso un buon servigio alla democrazia partecipativa. Ancora una volta non si può non far notare come sia semplicemente vergognoso che molti candidati, per lo più giovani sconosciuti, siano stati catapultati così dall’oggi al domani nell’agone politico. Le elezioni cittadine non possono essere scambiate per l’elezione di un consiglio di circolo o di un’assemblea condominiale. Per quanto riguarda il consiglio comunale, fino al momento in cui scriviamo, l’assegnazione dei seggi è solo indicativo. Le tre liste collegate a Garofalo, avendo superato il 51% dei voti ottengono il premio di maggioranza di 18 consiglieri su 30. Per il PD potrebbero sedere a sala Euno: Enrico Vetri, Paolo Fazzi, Salvatore Cappa, Stefano Rizzo, Filippo Fiammetta, Franco Nasonte, Luigi Dell’Ospedale, Angelo Salamone, Giacomo Falzone, Enrico Grippaldi e forse Luigi Savarese. Per Primavera Democratica: Giuseppe La Porta, Paolo Gargaglione, Cesare Fussone, Giuseppe Grasso e Mauro Incardona. La lista Torre potrebbe avere due candidati. Per Enna, la lista di Enzo Cimino, due i seggi: Maurizio Bruno e Giovanni Contino. Enna Libera del PdL Sicilia, Maria Teresa Montalbano candidata a Sindaco: Roberto Falciglia, Salvatore Di Mattia, Ugo Gagliano e forse Rosario Vasapollo. Il Pdl lealista del Presidente Monaco con candidato a sindaco Moceri: Dante Ferrari, Mario Messina, Dario Cardaci e Angelo Puglisi. L’Mpa che ha espresso il candidato a sindaco di centro destra Moceri: Paolo Gloria e Gaetana Palermo. In ogni caso, anche si si dovesse conoscere il verdetto in questi giorni, la proclamazione e la convalida dei consiglieri eletti sarà successiva all’esito del ballottaggio per il sindaco.

Giacomo Lisacchi

Occupate le scuole di Villarosa

Villarosa. Esplode la protesta dei genitori degli alunni di tutte le scuole di Villarosa e Villapriolo. Da ieri mattina, dopo una lunga serie di assemblee, sono passati ad azioni più forti per protestare contro la riforma Gelmini che sta portando al collasso la scuola villarosana. Quindi, risoluti a non mollare, hanno deciso di presidiare permanentmente (occupazione) tutti e quattro i plessi scolastici, elementari e medie, dell’Istituto comprensivo “De Simone”. “Non è possibile –gridano con rabbia- che non si consente di mantere un servizio essenziale come quello educativo e formativo al di sopra di livelli minimi accettabili. La drastica riduzione dell’organico dell’Istituto compromette l’integrazione e la marginalizzazione di una parte consistente della popolazione scolastica”. In fibrillazione ancor di più i genitori degli alunni di Villapriolo, dove i tagli saranno ancor più gravi. Infatti, si prevedono due pluriclassi alle elementari: una formata da prima e seconda e l’altra da terza, quarta e quinta; mentre, per la scuola media, una sola pluriclasse che accorpa gli alunni di prima, seconda e terza media. Per evitare quest’ultima soluzione sono state presentate circa otto iscrizioni di adulti disposti a conseguire la licenza media, ma a qaunto pare non sono state prese in considerazione perchè non appartengono alla fascia dell’obbligo scolastico. “Non possono ammassare i nostri bambini e ragazzi come animali –sostengono Paola Giadone, Antonella Messina e Maria Crupi-. Cosa hanno di meno i nostri figli dalla cosiddetta classe dirigente? Non vogliamo l’accorpamento delle classi in modo violento ed incivile”. La protesta partita da Villarosa, secondo i tre segretari provinciali della scuola di Cgil, Cisl e Uil, Rita Magnano, Fabio Russo e Michele Sollami, “da oggi si potrebbe espandere a macchia d’olio in tutta la provincia”, perchè “emerge sempre più chiaramente –sostengono- che al di là dei tagli, l'obiettivo vero è distruggere la scuola pubblica”. “Tra i tagli dell’anno scorso e quelli che si prevedono quest’anno –sottolineano- saranno 450 i posti di lavoro che verranno a mancare in provincia di Enna. Una situazione inaccettabile. Per questo chiediamo l’aiuto di tutti, per un’azione comune che coinvolga le istituzioni, i genitori, i docenti e il personale Ata, affinchè si avvi un’opera di sensibilizzazione nei confronti del direttore regionale Guido Di Stefano, che non penalizzi ulteriormente l’organico del personale della scuola della nostra provincia”.

Giacomo Lisacchi