martedì 31 maggio 2011

Il commento passionale di Toti Costanzo, voce di Rifondazione Comunista a Partinico, è un diagramma esatto. Ci spiega con apprezzabile sincerità – e lo fa meglio di mille trattati – la vocazione alla sconfitta politica della sinistra. Per sconfitta politica intendiamo un concetto diverso dalle batoste elettorali. Magari vinci, per virtù o fortuna nell’urna, ma poi non governi. Scrive il militante della falce e martello: “Perché scandalizzarsi se Lupo sostiene l’insostenibile? Perché gridare allo scandalo politico se Lupo ipotizza un assemblaggio di pezzi di diversa provenienza e storia politica che si mettono insieme, tutti ed appassionatamente, con lo scopo di porre le mani sui governi delle città? Ma avete, forse, dimenticato che la cultura di Lupo non é soltanto cislina – che é già quanto dire per chi conosce bene quella macchina, quelle “putie” di assemblaggio e distribuzione di potere – ma é soprattutto un democristiano cioé uno che governava indifferentemente con socialisti, socialdemocratici, repubblicani, liberali ? Suvvia amici lettori ripassiamoci un po’ di storia del passato per comprendere il presente. Lo capite oppure no che costoro, che noi comunisti giustifichiamo in ragione della loro già conosciuta e sperimentata “natura”, non hanno nulla a che spartire con la “sinistra” che sarà rigorosa, perfezionista, rissosa, frammentata e che spacca pure il pelo in quattro ma sicuramente é fatta soprattutto di gente onesta e generosa?”.

Quattro aggettivi in fila. Quattro lame nel costato dell’alternanza vagheggiata. Il rigore è un valore quando non diventa fanatismo. Ogni governo prevede una disponibilità al compromesso. Se non c’è, non si governa. Anche il perfezionismo è un ostacolo. La ricerca dell’ottimo, per esempio in chiave rivoluzionaria, è nemica del necessario buono. Bertinotti ne sa qualcosa: meglio il pessimo (dal suo punto di vista) Berlusconi sulla tolda di comando che il riformista Prodi. La frammentarietà, la rissosità e il pelo in quattro si proclamano da sè. L’onestà è bellissima, come la generosità. Purtroppo si tratta di condizioni ideali e inefficaci se non si misurano col sale del confronto. Cosa aveva detto Lupo? Che per vincere, in Sicilia e altrove, bisogna allargare il campo. E’ una valutazione pacifica e verosimile. Il problema è che spesso il Pd si ammucchia, pur di allargarsi. E perde l’identità. Ma una coalizione è ingrediente fondamentale, con un programma condiviso. I duri e puri hanno garantito fin qui la sopravvivenza di Berlusconi. Scriveva Eugenio Scalfari che in fondo c’era una somiglianza tra Bertinotti e Berlusconi, nei tempi passati. Una consonanza. Avevano bisogno l’uno dell’altro per legittimarsi. Il risultato? Silvio Berlusconi è comunque ancora vivo, ancorchè ammaccato. Fausto Bertinotti è un fantasma, con il lenzuolo macchiato dalla sua incapacità politica. E dai suoi sogni impossibili.

Lupo: “Il centrodestra è crollato”

L’analisi del segretario dei democratici Giuseppe Lupo arriva a sera, quando il profilo politico delle urne è già abbastanza delineato. Il commento di Lupo tocca diversi argomenti dal nazionale al regionale al particolare. “Berlusconi – dice Lupo- ha perso, lo ha ammesso lui stesso. Il Pdl vince solo a Ragusa e in altri tre comuni, quattro su ventisette. In tutti gli altri ballottaggi saremo determinanti, anche se sosterremmo i candidati del Terzo polo. Il partito è unito nella strada che dobbiamo intraprendere: verificheremo i risultati dei ballottaggi e poi decideremo cosa fare. Noi siamo per un’alleanza larga che batta per il berlusconismo, che comprenda il centrosinistra e il Terzo polo. Dove l’abbiamo realizzata, abbiamo vinto. Se a Macerata l’Idv e l’Udc hanno fatto accordi, su un candidato su cui è confluito anche Sel, non si capisce perché non lo si possa fare l’anno prossimo anche a Palermo. Non si può ragionare per diktat e veti. Se la priorità è ricostruire il Paese, il senso di responsabilità deve portare a un’alleanza di forze democratiche per tirare fuori la Sicilia da questo disastro”. E’ uno dei piatti forti della trasmissione di Livesicilia che ha accompagnato le elezioni con le sue voci e le sue impressioni. A Palermo – secondo Lupo – si può esportare lo stesso schema della regione. Una coalizione allargata per vincere e governare.

”Sono molto soddisfatto dell’esito del voto in Sicilia per il movimento autonomista. Cresciamo dappertutto con punte d’eccellenza come a Ragusa, dove partivamo da l’1,7% e sfioriamo il 10 come a Vittoria dove, grazie a una proposta politica innovativa e al candidato sindaco Aiello superiamo il 20%”. Così il governatore della Sicilia e leader del Mpa, Raffaele Lombardo,commenta il voto delle amministrative nell’isola.

”Sfioriamo la vittoria al primo turno a Favara e superiamo addirittura il Pd a Ramacca – osserva – Vinciamo a Ferla e Sortino in provincia di Siracusa, mentre a Noto, insieme al Fli, andiamo al ballottaggio con oltre il 40%. Contribuiamo in maniera determinante alla vittoria del sindaco di Porto Empedocle, con un 20% di consensi delle nostre liste”. ”Siamo insomma cresciuti ovunque – conclude – a dimostrazione della credibilità della nostra proposta politica e di governo, con risultati importanti che potevano essere ancora migliori se avessimo trovato la giusta e diffusa sintesi con le forze che compongono il terzo polo”.

Cosa accade nel centrodestra?

“C’è preoccupazione sull’attuale schema del centrodestra in Sicilia. E su questo bisognerà parlare, con spirito propositivo e costruttivo”. La pone così Pippo Fallica, luogotenente di Gianfranco Miccichè, che saluta con soddisfazione i risultati della neonata Forza del Sud, al suo primo test elettorale in Sicilia. Secondo i calcoli degli uomini di Miccichè, il partito meridionalista del sottosegretario totalizza, nei comuni in cui si votava con sistema proporzionale e quindi erano presenti i simboli dei partiti, un risultato medio che si attesta intorno al 7 per cento. “Il calcolo è presto fatto e si ottiene sulla base degli otto comuni nei quali eravamo presenti con il nostro simbolo”, spiega Fallica.

I calcoli sono ancora quelli della prima ora, ma dalle parti di Forza del Sud si parla di un Pdl che si attesterebbe, nei comuni in cui si votava col proporzionale, sotto il dieci per cento. Più o meno tanto quanto il Pid, nato l’altroieri dalla scissione dell’Udc. Certo, persino i numeri ognuno può leggerli come vuole, magari tirando in ballo l’argomento delle liste civiche “d’area” che possono aver tolto qualcosa ai partiti tradizionali. Ma che la tornata elettorale siciliana possa ridisegnare nuovi rapporti di forza all’interno del centrodestra siciliano è difficile negarlo.

Qualche esempio può aiutare. A Patti, il Pdil si presentava con una propria lista, che ha ottenuto il 3,57 per cento, un quarto di quanto ha ottenuto Sicilia Vera di Cateno De Luca. A Campobello di Mazara, la lista del Pdl col nome di Berlusconi in bella vista correva in solitaria e non è arrivata al 4 per cento, mentre i miccicheiani hanno totalizzato l’8,7. A Ramacca, tradizionale enclave pidiellina, terra del deputato regionale Pippo Limoli, il Pdl ha totalizzato il 16 per cento, senza riuscire nemmeno a portare al ballottaggio il suo candidato. A Vittoria la lista del Pdl si è fermata al sette e mezzo per cento e a Bagheria al 7,9, meno della metà del Pid, primo partito con oltre il 16 per cento.

Test locali, con una miriade di liste civiche e una conseguente frammentazione del voto, certo. Ma, malgrado la vittoria di Ragusa con Di Pasquale e i commenti del coordinatore regionale Giuseppe Castiglione che parla di “risultato in controtendenza del centrodestra in Sicilia”, gli elementi per un energico rimescolamento di carte nel centrodestra isolano ci sono tutti. Con la stella di Silvio sempre più appannata, insomma, c’è spazio per nuovi equilibri in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, a partire dal Comune di Palermo. La partita del centrodestra siculo, mandati in archivio i lieti ricordi del 61 a zero, è appena cominciata.

Il day after della prima tornata elettorale in Sicilia ha ancora i contorni sfocati. Certo, nel corso di quest’ultima campagna elettorale, in molti si erano detti scettici e spesso si sono letti commenti politici del genere: “Queste elezioni siciliane non saranno un banco di prova”. Ma la prima tornata elettorale si è conclusa e inevitabilmente bisogna fare i conti con vincitori e sconfitti in salsa sicula. L’Isola si conferma sostanzialmente azzurra. Le divisioni interne ai democratici – insieme alle incomprensioni con la sinistra di Vendola e Di Pietro – non premiano i candidati di centrosinistra, nonostante la fiducia dell’elettorato. Sono numerosi i casi di Comuni in cui il centrosinistra si è presentato con più candidati e ha perso, come nel caso Montevago. Succede anche che i candidati pidini – e in generale di sinistra – non approdino alla seconda tornata elettorale, come nei casi di Favara o Noto, dove ai ballottaggi andranno due candidati di centrodestra. Dunque si guarda adesso alle nuove sfide e alle nuove alleanze che attendono i partiti nei ballottaggi che si terranno tra due settimane. Sedici dei 27 Comuni al voto, infatti, hanno eletto al primo turno i loro primi cittadini (molto spesso si tratta di Comuni minori, in cui si è votato col sistema maggioritario). Per i restanti undici Comuni, dunque, sfida all’ultimo voto per i ballottaggi.

Come nel caso di Bagheria, dove si attendono i nuovi sviluppi della sfida in casa democratica. Il grande sconfitto del comune palermitano è il sindaco uscente Biagio Sciortino, sostenuto dall’ala cracoliciana del partito. Passa il primo turno e approda ai ballottaggi, invece, l’altro candidato dell’area democratica, Vincenzo Lo Meo: uomo dell’Udc di Casini, infatti, Lo Meo ha anche potuto contare sulla lista “Democratici per Bagheria”, sostenuta dal segretario regionale del partito, Giuseppe Lupo. A sfidare Lo Meo ai ballottaggi sarà Bartolo Di Salvo, uomo di Saverio Romano, sostenuto da Pid, Pdl e Forza del Sud.

Anche a Vittoria, le lotte intestine al Partito Democratico hanno creato un caso, di cui certamente si continuerà a discutere, mentre il ballottaggio vedrà protagonisti il candidato di Pdl, Pid e Forza del Sud, Carmelo Incardona, e Giuseppe Nicosia, espressione di Pd, Idv e liste civiche.

Secondo turno anche a Canicattì, dove i due sfidanti sono Gaetano Cani (20,62%), sostenuto dal Terzo Polo e Vincenzo Corbo (23,05%), collegato a una sola lista civica. Fermi alla soglia del 15% i tre candidati sostenuti – tra gli altri – rispettivamente da Pd, Pdl e Mpa.

Anche Favara al ballottaggio. A sfidarsi saranno due candidati espressione del centrodestra. Da una parte,Carmelo Vitello, sostenuto dai finiani di Futuro e Libertà, che si è fermato al 37,35%. Dall’altra, Rosario Manganella, sostenuto tra gli altri da Forza del Sud, Mpa, Pdl, Pid. Fermo al 9% il candidato del partito democratico, mentre arriva a sette punti percentuali il candidato espressione di Sicilia Vera, il movimento politico di Cateno De Luca. Secondo turno a Noto, che vedrà sfidarsi il candidato del Terzo polo, Corrado Bonfanti, contro Raffaele Leone, sostenuto da Pdl e Pid.

Non ce la fa al primo turno il sindaco uscente di Capo d’Orlando Enzo Sindoni, che si ferma a 47,87 punti percentuali. Si sfiderà al ballottaggio col candidato democristiano Salvatore Librizzi, sostenuto da una coalizione che va dall’Udc fino alla sinistra di Vendola. Librizzi al primo turno ha raccolto solo il 24% delle preferenze. Ballottaggio anche per Ramacca, unico comune alle urne in provincia di Catania, dove si sfidano al secondo turno i candidati dei due partiti al governo della Regione. Da una parte, il democratico Francesco Zappalà, dall’altra l’autonomista Giampiero Musumeci. Non passano il turno i candidati di Pdl e Terzo polo. Secondo turno anche per Patti, dove si sfideranno Luigi Gullo, sostenuto dal Terzo polo insieme al Pd, contro Mauro Giuseppe Aquino, espressione della coalizione di centrodestra.

Sfida al secondo turno a Lentini, in provincia di Siracusa, per Alfio Mangiameli, candidato del Pd insieme alla Federazione della Sinistra, contro Sebastiano Neri, espressione di Pdl, Pid e Forza del Sud. Secondo turno anche per l’unico Comune alle urne nel Trapanese, Campobello di Mazara. Al ballottaggio andrà Ciro Caravà, espressione della maggioranza di governo alla Regione (Mpa e Pd), che sfiderà Daniele Vito Mangiaracina, candidato del movimento di Cateno De Luca. Ultimo ballottaggio, infine, a Terrasini, dove si sfideranno Massimo Cucinella (liste civiche), contro il candidato del Pid, Giuseppe Cammilleri.

Primo turno
Ecco invece i sedici Comuni che hanno eletto i loro sindaci al primo turno.
Unico capoluogo di Provincia alle urne in Sicilia, Ragusa vede il suo primo cittadino già al primo turno: col 57% dei voti Nello Di Pasquale batte i due candidati di Pd e Mpa.
Risultato bulgaro a Porto Empedocle, dove Calogero Firetto, sostenuto da Pd, Sicilia Vera, Udc, Fli, Forza del Sud e Mpa, stravince col 93,31% dei voti sul candidato di Italia dei Valori.
È eletto al primo turno il sindaco di Montevago. Con il 51,51% delle preferenze Calogero Impastato è il nuovo primo cittadino, espressione di una lista civica di centrodestra. Fermi entrambi al 24% i candidati sostenuti dal centrosinistra. Anche a San Biagio Platani è elezione al primo turno per Filippo Bartolomeo, che batte lo sfidante – entrambi sostenuti da liste civiche – con uno scarto di oltre 400 voti. Percentuale bulgara anche a Vallelunga Pratameno (Caltanissetta), dove Giuseppe Montesano è stato riconfermato con oltre il 96% dei voti. E ancora,Antillo, in provincia di Messina, ha il suo primo cittadino. Con uno scarto di 33 voti, passa Davide Paratore, sostenuto da una lista civica. A Caronia diventa primo cittadino Rino Beringheli, sostenuto da una lista civica, mentre a Falcone il nuovo sindaco è Santi Cirella. Il comune di Ficarra torna a dare fiducia, col 70% delle preferenze, al suo primo cittadino: riconfermato al primo turno Basilio Ridolfo.
Quarantacinque punti percentuali bastano a Natale Bruno per essere riconfermato primo cittadino di Galati Mametino, dove si è andati alle urne col sistema maggioritario. Stesso sistema elettorale che ha permesso anche aSant’Angelo di Brolo di avere il suo primo cittadino, Basilio Caruso, al primo turno, eletto col 41% delle preferenze. Ultimo comune del Messinese ad essere stato chiamato alle urne in questa tornata elettorale èTorregrotta, dove è stato eletto Antonino Caselli, sostenuto da una lista civica, col 53% dei voti.
Nel Siracusano, a Ferla passa al primo turno Michelangelo Giansiracusa, sostenuto da una lista civica, col 40% dei voti; mentre a Sortino è stato eletto Vincenzo Buccheri. Anche in questo caso si tratta di una candidatura espressione di una lista civica ed eletta col sistema maggioritario.
Confermato al primo turno a San Marco d’Alunzio il sindaco uscente Amedeo Basilio Arcodia.
Anche Campofelice di Roccella, infine, riconferma il propri sindaco uscente, Francesco Vasta.

La Cisl liquida lo Ial-- Anfe: 320 licenziamenti

La Cisl sbatte la porta e se ne va. Il sindacato ha deciso di uscire dal mondo della Formazione professionale, liquidando il suo ente storico, lo Ial. Appena una settimana fa il responsabile del settore Scuola dell’ente Vito Cudia aveva annunciato la mobilità per oltre 300 unità “Un provvedimento necessario”. Ma non è bastato, e la Cisl è andata oltre. Proprio in questi minuti è stata resa nota la decisione di liquidare l’Ente: “Spese insostenibili” ha detto l’amministratore unico dello Ial, Concetta Gangemi che ha rilanciato: “Il nostro era uno degli enti con le carte in regola. Ci sentiamo traditi dall’assessore Centorrino”.

E nelle stesse ore in cui si decideva il futuro dello Ial, ecco partire altre lettere di licenziamento. Dopo i rumors, le stime, gli annunci, infatti, ecco le prime comunicazioni ufficiali degli enti della formazione professionale sugli esuberi che coinvolgeranno, sembra, circa 1200 persone. Ma forse anche di più. L’ultimo, in ordine di tempo, è l’Anfe. Uno degli enti più grossi presenti nel Prof, infatti, con una lettera indirizzata ai sindacati, oltre che all’assessore Centorrino, al dirigente Albert e al presidente Lombardo, ha quantificato “in maniera prudenziale” il numero dei licenziamenti: saranno in 320 a essere messi in mobilità. Una decisione, secondo l’Anfe, dovuta alla “certezza dell’insufficienza del finanziamento all’integrale copertura dei costi complessivi del personale, ad oggi stimati in € 18.825843,06 a fronte di un finanziamento approvato per la voce del personale pari ad € 9.114.105,06, che corrisponde al 70% del costo del personale calcolato sulla base del parametro unico”. Insomma, dopo la rimodulazione dei finanziamenti previsti nel Prof, in seguito all’introduzione del parametro unico a 135 euro/l’ora, l’Anfe non ha i soldi per pagare (tutto) il personale.

L’ente, si ricorderà, era stato uno dei primi a opporsi al parametro unico e aveva anche diffuso uno studio che prevedeva il massiccio ricorso alla mobilità degli enti. E quel regime, secondo gli enti storici, non teneva conto delle spese maggiori legate ad associazioni come l’Anfe, che dovevano reggere anche, tra le altre, le uscite per i coordinamenti regionali. Quindi, unica soluzione: i tagli. Che si aggiungono a quelli del Cefop, ancora in attesa della sentenza del Tar, prevista per il 17 giugno, che dovrà decidere della riammissione al Prof. Intanto, avviate già 405 mobilità. Tagli anche l’Ecap, che ha ufficializzato l’intenzione di mettere in mobilità 55 dipendenti su 88. Il Cnosfap ha già licenziato 39 lavoratori, l’Ancol ha annunciato circa 100 esuberi, come l’Aram, dieci licenziamenti all’Anapia 10, a pieno regime saranno almeno 3.500.


Le reazioni dei sindacati

Come è prevedibile, il ricorso a queste dosi massicce di mobilità non va bene ai sindacati. L’Ugl è stato tra quelli più critici nei confronti della riforma di Centorrino, e oggi si dice “contraria a processi di mobilità in forma selvaggia senza controlli sui requisiti e sui criteri, che vengono adottati in maniera diversa da ente e ente e in taluni casi difformemente alla normativa vigente. Sul criterio di anzianità – dichiara il responsabile del settore Formazione, Giuseppe Messina – alcuni fanno riferimento alla anzianità maturata nell’ente mentre altri, correttamente, si riferiscono a quella complessivamente maturata nel sistema formativo. E’ necessario – aggiunge – che il Governo dica cosa intende fare visto che la previsione contenuta nel testo approvato (DdL 720) circa i 30 giorni per definire un regolamento del fondo e delle mobilità è ampiamente disatteso. E’ insostenibile questa macelleria sociale che ha saccheggiato la dignita’ e il futuro lavorativo degli operatori della formazione e delle migliaia di famiglie impedite a mandare in classe i propri figli da ben 5 mesi. Ugl sicilia chiede che il governo attivi una moratoria dei debiti in capo ai lavoratori della formazione professionale attraverso un accordo con gli istituti di credito operanti in Sicilia per arrestare le procedure coercitive su mutui e prestiti per 24 mesi. Se non si ha il coraggio delle proprie azioni – conclude – allora serve il coraggio per fare un passo indietro”.

Internet, un software per contestare all'operatore i disservizi della banda larga Dall'Agcom un test contro gli spot ingannevoli

Internet, un software per contestare
all'operatore i disservizi della banda larga

Dall'Agcom un test contro gli spot ingannevoli

http://www.gazzettino.it/MsgrNews/HIGH/20110530_banda-larga.jpg Arriva la banda larga Doc. Ovvero la banda larga che non inganna i consumatori promettendo velocità supersoniche che poi non può mantenere. Per navigare su Internet in modo trasparente esiste ora uno strumento in più: è il sito www.misurainternet.it realizzato dall’Autorità per le Comunicazioni (Agcom). Consente a chiunque lo voglia di misurare, appunto, la qualità della propria connessione alla rete e rilascia un certificato che attesta la velocità effettiva riscontrata. Questo certificato può essere utilizzato per contestare all’operatore il malfunzionamento della propria connessione e anche per ottenere il recesso dal contratto se necessario. Il servizio è partito, senza troppo clamore, il 23 novembre 2010 e ha già rilasciato 2.952 certificati ad altrettanti consumatori. L’Autorità italiana è la prima in Europa ha certificare la velocità di Internet e ciò è stato possibile grazie all’adesione di tutti gli operatori che hanno accettato la sfida e preso l’impegno nei confronti dei propri clienti.

Come funziona il test.
La prima cosa da fare è registrarsi sul sito; la seconda, scaricare il software Ne.Me.Sys. (realizzato dall’Agcom in collaborazione con la Fondazione Bordoni) che consente di avviare la misurazione. La procedura non è semplicissima e per evitare alterazioni non si può navigare né avviare programmi durante il test personalizzato. E’ necessario inoltre disabilitare la connessione Wi-Fi (per chi ce l’ha) e scollegare il Pc dalla rete domestica (in caso di uffici). Fatto tutto questo, il programma parte e il test dura da un minimo di 24 a un massimo di 72 ore (se viene interrotto e poi fatto ripartire). Al termine, si ottiene un certificato in formato Pdf con il quale, entro 30 giorni, si può inviare un reclamo al proprio operatore in caso emergano valori inferiori a quelli dichiarati nel contratto. L’operatore, ha a sua volta 30 giorni per ripristinare la velocità di connessione. Se ciò non è possibile, il gestore telefonico può fare una proposta al cliente che può scegliere se accettarla o recedere dal contratto gratuitamente (i soli costi previsti, dopo la legge Bersani, sono quelli giustificati: per la migrazione verso un altro operatore si va dai 23 euro di Tiscali ai 50 di Wind).

La tabella.
Nel grafico sono riportate alcune offerte, solo per la connessione a Internet, in base alle indicazioni fornite dagli stessi operatori sul Misurainternet.it. E le differenze di velocità (per ogni colonna sono riportate prima in download e poi in upload) sono ben visibili. Nel menu «Trasparenza offerta Internet» del sito, comunque, sono riportati i link di ogni operatore e si possono visualizzare in modo molto facile gli impegni sulla qualità di connessione. Inoltre, cliccando sull’icona di Supermoney è possibile mettere a raffronto le varie offerte economiche disponibili sul web. Confrontando da un lato la qualità di connessione, dall’altro i costi, il consumatore ha tutti gli elementi per fare la scelta più attinente ai propri bisogni.

Nel grafico sono state riportate le offerte per la banda più ampia, su rete fissa, presentate dagli operatori. Ma ce ne sono molte altre. Così come va detto che i prezzi non tengono conto delle offerte promozionali in corso. Ce ne sono parecchie e riducono (anche per un anno) il costo mensile dell’offerta.

Berlusconi: «Allora. Ho fatto una riunione, volevo fissare la data del mio funerale, ma nei prossimi giorni ho troppi impegni e quindi rimanderemo....


«Allora. Ho fatto una riunione, volevo fissare la data del mio funerale, ma nei prossimi giorni ho troppi impegni e quindi rimanderemo....». «Alfano coordinatore unico? Vediamo abbiamo presto l'ufficio di presidenza del partito». Silvio Berlusconi lascia l'hotel Intercontinentale per prendere parte alle cerimonia che vedrà il sindaco di Bucarest Sorin Opescu, consegnargli le chiavi della città. Lo stesso che sindaco che qualche mese fa festeggiò la sua elezione partecipando con il figlio a una sfilata indossando l'uniforme da ufficiale nazista.

Dopo aver perso le chiavi di Milano e Napoli, ilCavaliere si consola con quelle della capitale romena e con la «calorosa accoglienza» del presidente rumeno Traian Basescu. Lo scontro sui rom è lontano anni luce e Berlusconi è pronto a organizzare un nuovo tour tra le capitali estere proprio per cominciare da lì a risollevare la sua immagine.

Basta quindi con l'ossessione dei pm, basta con i processi, il presidente del Consiglio quando lascia l'albergo Intercontinental ironizza sui titoli dei quotidiani di oggi, confermando, come forse era ovvio, che non ha nessuna intenzione di mollare o di fare passi indietro. Anzi, un mezzo passo indietro lo fa sulla nomina del coordinatore unico. La designazione di Angelino Alfano, fatta la sera prima, ha già creato pesanti
contraccolpi nel Pdl. Gioisce l'ala azzurra del partito che vorrebbe scaricare in un colpo solo gli ex An e tornare a Forza Italia. Sale sulle barricate la componente ex finiana del partito che non intendono finire annullati nel partitone berlusconiano e reclamano la quota prevista dallo statuto.

Berlusconi quindi aggiusta il tiro e medita di affrontare l'argomento direttamente nell'ufficio di presidenza dove siedono anche molti ex An. A cominciare dal coordinatore La Russa e dal vice capogruppo Corsaro. L'assetto del partito «che va meglio radicato sul territorio», come ha spiegato lo stesso Berlusconi, rischia di diventare il primo problema che il centrodestra dovrà affrontare per rilanciare la propria immagine.

La sconfitta della Milano di La Russa e le difficoltà nel Lazio della coppia Alemanno-Polverini, potrebbero dare al Cavaliere gli argomenti giusti per arrivare a quella svolta che i colonnelli di Forza Italia reclamano da mesi.

Resta comunque alta la probabilità che il Cavaliere, in mancanza di un'intesa dentro al Pdl, decida di azzerare tutto procedendo a una sorta di rifondazione del partito. Nuovo nome e nuovi organigrammi, per mettere fine alle polemiche. Con tanto di congresso costituente entro l'anno.

lunedì 30 maggio 2011

Tracollo del centrodestra nei ballottaggi Pisapia sindaco, De Magistris stravince


ROMA - Cappotto del centrosinistra ai ballottaggi e batosta per il premier Silvio Berlusconi. L'opposizione conquista il sindaco a Milano con Giuliano Pisapia, stravince a Napoli con Luigi De Magistris e avanza in tutta Italia, conquistando anche Cagliari e Trieste dopo le vittorie al primo turno di Torino e Bologna.

A Milano, Giuliano Pisapia, sostenuto dal centrosinistra, è stato eletto sindaco con il 55,11%dei voti, contro il 44,89% del sindaco uscente Letizia Moratti, candidato di Pdl e Lega.

A Napoli, Luigi De Magistris, candidato dell'Idv, è diventato sindaco con il 65,37% dei voti, mentre Gianni Lettieri del Pdl si è fermato al 34,62%.

Avanzata del centrosinistra da Nord a Sud. Con l'eccezione di Varese, Rovigo, Cosenza e Iglesias, dove vincono candidati di centrodestra, il centrosinistra registra un'avanzata generalizzata in tutto il Paese. I candidati dell'opposizione conquistano infatti la poltrona di sindaco a Novara, Grosseto, Cagliari, Pordenone, Trieste e Crotone, per citare i comuni maggiori.

«È rinato un impegno e un entusiasmo che Milano non vedeva da tempo: questo è il nostro regalo alla città», ha detto il neosindaco commentando l'esito del ballottaggio. Si è trattato di una campagna in cui sono stati «sconfitti i toni duri - ha aggiunto - e la contrapposizione frontale con il sorriso e l'ironia: una cosa che non era mai successa». Io dico che sarò il sindaco di tutta Milano», ha poi aggiunto. «Milano - ha spiegato - aveva bisogno di cambiare e il voto lo ha dimostrato: ora vogliamo guardare avanti».

Pisapia è poi andato in piazza Duomo, acclamato dal tripudio del popolo arancione. Stringendo mani e rispondendo agli abbracci dei suoi sostenitori, il neo sindaco, visibilmente commosso, è salito sul palco allestito a pochi passi dalla piazza, dove la Banda degli ottoni a scoppio stava suonando l'Internazionale. Sotto il maxischermo allestito sul lato dell'Arengario si sono raccolte migiaia di persone, che con bandiere, sciarpe e palloncini arancioni e trombette hanno festeggiato la vittoria del candidato di centrosinistra. Nella piazza sventolano bandiere del Pd, della Federazione della sinistra e del Popolo viola.

«Sono qui per far capire che sono a disposizione della città e del Paese e che il mio amore per Milano e per l'Italia è cresciuto a contatto con i cittadini con cui ho condiviso sogni e preoccupazioni» ha detto l'ex sindaco Moratti dopo la sconfitta.

De Magistris: la città è stata liberata. «Sono particolarmente commosso nel commentare il risultato che mi ha profondamente colpito e ha contributo a scrivere una pagina senza precedenti nel modo di fare politica». Sono le prime dichiarazioni del neo sindaco di Napoli, che aggiunge: «Napoli è stata liberata. Sarò il sindaco di tutti, anche di tutti coloro che hanno votato Gianni Lettieri. Mi auguro che i consiglieri eletti nell'opposizione lavorino per la rinascita della città». Il risultato è al di sopra di ogni aspettativa, aggiunge, De Magistris, che poi ringrazia i napoletani perché «hanno dimostrato cuore e cervello in questa campagna elettorale. Hanno dimostrato che è un voto di protesta verso il sistema politico, un segnale che si può cambiare la politica facendo politica».

«C'è stato un risultato inequivocabile, un voto popolare in favore di De Magistris che ha preso il volo. Gli faccio in bocca al lupo, Napoli ha tanti di quei problemi che merita il mio buon lavoro». Questo il primo commento a caldo del candidato del Pdl.

«È la vittoria di un uomo, di un nuovo metodo di fare politica e anche una rivoluzione - dice Raimondo Pasquino, nel primo turno candidato per il Terzo Polo a Napoli - dove emergono i valori di una città che vuole essere capitale del Mezzogiorno ma anche del Mediterraneo». «Il Terzo Polo ha influito in questo risultato con una posizione politica chiara - aggiunge Pasquino - esponendo i punti programmatici che per noi erano prioritari per la rinascita della città e che il nuovo sindaco De Magistris ha saputo cogliere».

Anche Novara, feudo indiscusso del governatore leghista del Piemonte, Roberto Cota, ha rovesciato la precedente giunta di centrodestra per affidare il proprio futuro ad Andrea Ballarè, candidato del centrosinistra e protagonista di un recupero travolgente, visto che al primo turno era indietro di 14 punti. È solo uno dei tanti episodi elettorali che hanno segnato questi ballottaggi non meno sorprendenti, quanto a risultati, dei verdetti emessi al primo turno.

Gallarate è un'altra città simbolo della sconfitta del centrodestra. Lì il senatur aveva gettato nella mischia una sua fedelissima, Giovanna Bianchi Clerici, consigliere d'amministrazione della Rai. Il Pdl, con la candidatura di Massimo Bossi, aveva però ribadito la sua determinazione a conservare quel Comune. È stato scontro aperto nel centrodestra, e Bianchi Clerici ne ha fatto le spese al primo turno. Al ballottaggio, però, è stato Massimo Bossi a pagare dazio per lo scontro interno al centrodestra: il risultato è stata la vittoria Edoardo Guenzani, candidato del centrosinistra. Con i leghisti che giurano di averlo votato al ballottaggio.

Per chiudere con un'altra città simbolo: Arcore. Vince il centrosinistra, e Rosalba Colombo strappa al centrodestra un luogo simbolo del berlusconismo al punto che lo stesso Pisapia ritiene giusto darne annuncio ai militanti che lo acclamano nel suo quartier generale. Arcore sarà governata da una donna e avrà una giunta per il 50% composta da donne. Si tratta di novità destinate ad alimentare letture le più diverse.

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Berlusconi:«Ora i milanesi devono pregare il buon Dio che non gli succeda qualcosa di negativo»


ROMA - ««Abbiamo perso e questo è evidente, una volta si vince, una volta si perde, l'importante è non abbattersi. L'unica strada è tenere i nervi saldi e andare avanti - commenta da Bucarest Silvio Berlusconi - La maggioranza è coesa è determinata e ci restano alcune riforme da fare, il fisco, la giustizia e il Piano per il Sud. Nessun risultato mi ha sorpreso perché avevamo visto ormai quello che stava succedendo». A chi gli chiedeva se si sentisse in sentisse in colpa per qualcosa, il Cavaliere ha ripetuto «no, no. Anche perché se si guarda a queste elezioni, si vede che abbiamo perso a Napoli a Milano e in altre due città ma guardando da vicino una per una le situazioni vengono fuori delle ragioni che non hanno niente a che vedere con l'attività di governo». A chi gli chiede se abbia sentito il ministro dell'economia, Giulio Tremonti, risponde: «No, ho sentito Bossi. Siamo d'accordo con l'andare avanti insieme. Sapete che sono un combattente e che quando perdo triplico le forze».

«Ora i milanesi devono pregare il buon Dio che non gli succeda qualcosa di negativo», ha aggiunto Berlusconi commentando la vittoria di Pisapia a Milano, assicurando che la città «non era amministrata male». E si è detto anche certo che a Napoli, dopo aver eletto De Magistris, «si pentiranno tutti moltissimo».

Via libera di Bossi. Berlusconi ha avuto in effetti una conversazione telefonica con Bossi nel corso della quale il leader della Lega ha dato il va libera per proseguire con l'azione di governo. «Io sono sempre in disaccordo con la sinistra, vuole che le dia ragione adesso? Ma dai...», ha risposto Berlusconi ai cronisti che gli chiedevano della richiesta di dimissioni dalle opposizioni.

«Il partito adesso farà' un ragionamento sulla propria organizzazione che avevamo già in mente di fare per radicarci di più' sul territorio», ha detto ancora Berlusconi. Significa che manderete via i coordinatori? «Significa che adesso ci vediamo e vedremo come radicare molto di più sul territorio il partito».

Bondi si dimette da coordinatore Pdl. «Valutati i risultati elettorali intendo rimettere il mio mandato di coordinatore nelle mani del Presidente Berlusconi. Ritengo che da questo momento il Presidente Berlusconi debba ricevere non solo la più ampia fiducia e solidarietà ma soprattutto la assoluta e incondizionata libertà di decisione e di iniziativa per quanto riguarda il futuro del partito». Lo afferma il coordinatore del Pdl Sandro Bondi.

Bossi: la Lega ha fatto il suo dovere. «La Lega ha fatto il suo dovere, un partito che è una assicurazione dei cittadini - aveva detto stamani Umberto Bossi prima della chiusura dei seggi - Non poteva far sì che si costruissero le mosche a Milano e che qualcuno dicesse che la Lega non ha rischiato e non si è presentata: noi ci siamo presentati». Bossi, che era accompagnato al seggio di via Fabriano dal ministro Calderoli, si è mostrato sorridente ai fotografi. Uscendo dalla cabina numero 1, ha fatto il gesto di inserire la scheda nell'urna, ripetendo «Moratti, Moratti», perché non ci fossero dubbi su dove aveva opposto la crocetta.

«Nel 2006 la Moratti e il Pdl presero 245mila voti e noi della Lega 22mila. Oggi il Pdl ha preso 170mila voti e noi 57mila quindi qualcuno ha perso 75mila voti mentre noi ne abbiamo guadagnati 35mila». Senza voler accusare nessuno il capogruppo della Lega a Palazzo Marino, Matteo Salvini, analizza il voto del ballottaggio che ha sancito la vittoria del candidato del centrosinistra tenendo tuttavia a precisare che «quando si perde si perde tutti assieme». Salvini ha poi aggiunto: «Non mi interessano le colpe perché quando si perde le colpe sono di tutti. Certo è - ha spiegato - che i milanesi si sono infastiditi nell'ascoltare temi che non interessano alla città come le brigate rosse, i giudici, i ladri d'auto. Prendiamo comunque atto del voto e stare all'opposizione non ci spaventa. Ne riparleremo tra un paio d'anni - ha sottolineato Salvini - perché non so per quanto tempo questa coalizione "minestrone" guidata da Pisapia potrà andare avanti. Dal canto nostro passiamo da uno a quattro consigliere e a Pisapia staremo sempre vicini anche quando ci sarà da dare battaglia».

Maroni: è stata una sberla. ll ministro dell'Interno Roberto Maroni, esclude che il Governo rischi dopo il voto di oggi. «No», risponde ai cronisti che sollecitano un suo commento a margine del bilaterale Italia-Romania. E aggiunge: «Non credo che il risultato sia dovuto all'azione di Governo, ma la situazione può essere ribaltata solo se ci sarà una ripresa dell'azione di Governo». E sottolinea: «Serve una riflessione, è stata una sberla e o si dà un colpo d'ala, anzi di frusta, nella ripresa dell'azione di Governo o si rischia di non dare una risposta al voto di oggi».

Calderoli: il governo non è a rischio, ma un esame di coscienza va fatto. «Il governo è a rischio? Penso di no, ma penso che un esame di coscienza vada fatto, non sul passato ma per quello che bisogna fare adesso - ha detto il ministro leghista Roberto Calderoli - Siamo sicuramente davanti a una sconfitta, ma si vince e si perde tutti insieme. La migliore risposta ai problemi del Paese si dia affrontandoli. La risposta che deve seguire è proseguire lavorando ancora di più. E' necessario proseguire dando maggiore vigore all'impronta riformatrice del governo». Il ministro ha poi indicato l'agenda delle riforme da affrontare nell'ultima parte della legislatura: «La riforma fiscale che ci chiedono il mondo delle imprese e le famiglie, la riforma costituzionale partendo dalla riduzione del numero dei parlamentari e dall'istituzione della Camera dei territori, infine il decentramento dei ministeri da Roma».

Il direttore de La Padania: il grande sconfitto è Berlusconi. «Per quanto riguarda la Lega è un momento di riflessione, ma anche di attesa per vedere cosa decide il grande sconfitto di questo voto che è il premier - commenta il direttore de La Padania, Leonardo Boriani - Bisogna fare una grande riflessione e vedere cosa occorre fare per rilanciare il programma e la coalizione».

Radio Padania Libera ha aperto una trasmissione per il commento ai ballottaggi sulle note di Bandiera Rossa. «Non siamo su Radio Popolare o Radio Leoncavallo - ha affermato scherzando il conduttore - ma su Radio Padania. Aggiorniamo la scelta musicale in base al sentimento popolare».

Bersani- Ora Berlusconi si dimetta

Pierluigi Bersani (foto Roberto Monaldo - Lapresse)

ROMA - Dopo la vittoria del centrosinistra ai ballottaggi il segretrio del Pd, Pier Luigi Bersani, esulta e chiede le dimissioni del premier Silio Berlusconi. Intanto per festeggiare la vittoria il Pd ha chiamato a raccolta elettori e militanti al Pantheon, a Roma, stasera alle 19 per festeggiare la vittoria alle amministrative.

«Tra il primo e il secondo turno è stata una vera e propria valanga - ha detto il segretario del Pd - C'è stata una riscossa civile e morale alla quale il Pd si è messo al servizio».

«Il centrosinistra si è affermato in 66 città di oltre 15mila abitanti - ha detto Bersani dal palco di fronte al Pantheon - Nel 2006 ottenemmo grandi successi. Allora vincemmo in 55 città sopra i quindicimila abitanti, oggi ci siamo affermati in 66 città, un risultato stravolgente».

«Non siamo quelli dell'uomo solo al comando». «Abbiamo smacchiato il giaguaro»: così Bersani, ha aperto il suo comizio al Pantheon per festeggiare la vittoria del centrosinistra alle amministrative. Noi abbiamo stravinto perché abbiamo mantenuto lo stesso spartito, basato su due note. La prima è democratica. Noi non siamo quelli dell'uomo solo al comando, quando governiamo noi governiamo per tutti. La seconda sta nel fatto che abbiamo mantenuto l'ancoraggio alla realtà della vita comune e della gente: il lavoro, l'ambiente, le pensioni, i servizi».

«Governiamo il Nord, la Lega dove pensa di andare?». «Alla Lega dico: ma di quale nord parlate? - ha detto il segretario del Pd - Alla Lega chiedo se ha visto i risultati di Gallarate, di Rho, di Novara o di Arcore. Ma di quale nord state parlando? Il centrosinistra - ha proseguito Bersani provocando un'ovazione della piazza - governa a Torino, Genova, Milano, Trieste, Pordenone, Bologna... dove pensate di andare? Non potete continuare a reggere la sedia dell'imperatore».

Ora mettiamoci al lavoro per costruire l'Italia nuova

«Ora tocca a noi. Investiamo questo consenso nella costruzione di una prospettiva di governo - dice Bersani - Ora ci occupiamo del partito, ma non certo per guardarci la punta delle scarpe. Sul programma di governo e su un partito più forte ci impegneremo sin dai prossimi giorni. Lavoriamo per un'Italia nuova, tutti assieme. Siamo dentro al tramonto del berlusconismo, e sarà un tramonto fiammeggiante».

Prodi: hanno perso perché non hanno capito il mondo. «Hanno perso perché non hanno capito come va il mondo - ha detto dal palco al Pantheon l'ex premier Romano Prodi - La vittoria va consolidata riflettendo, lavorando, mettendo in piedi le cose. Abbiamo perso dove eravamo divisi e quindi serve capire il mondo e andare uniti».

«Una nuova fase politica si apre con le dimissioni del governo e dopo le dimissioni la strada maestra sono le elezioni. Noi però siamo pronti a considerare percorsi per fare una nuova legge elettorale con la quale sarebbe meglio andare al voto» aveva detto Bersani prima della festa al Pantheon.

«Lancio un appello estremo a Berlusconi e al centrodestra: riflettano e non impediscano una nuova fase politica - ha continuato Bersani - Da queste elezioni emerge che il centrodestra non ha più la maggioranza nel Paese».

«Un matrimonio in crisi nel profondo perché sono venute meno le promesse al nord, il fisco, la burocrazia e anche la legalità. Nel popolo leghista è evidente che è scattato un meccanismo molto forte per cercare un'altra strada e la Lega deve riflettere a fondo visti i risultati clamorosi anche in centri come Novara, Desio e Gallarate».

«Abbiamo pareggiato 4-0» aveva detto sarcastico poco prima il segretario del Pd, facendosi beffe del centrodestra con collaboratori e dirigenti delpartito, alludendo al fatto che il Pdl aveva definito un pareggio la batosta rimediata al primo turno delle amministrative.

Vendola: avviso di sfratto per Palazzo Chigi. «E' la fine di quindici anni, di un lungo ciclo politico e culturale, di una classe dirigente impresentabile - dice Nichi Vendola durante la festa in piazza Duomo per il neosindaco di Milano - Il dato di questi ballottaggi è così omogeneo che non ci si può arrampicare sugli specchi. È la fine di una classe dirigente impresentabile».

«Questi risultati sono un segnale anche per il centrosinistra». Vendola ha letto nei risultati dei ballottaggi di questa tornata amministrativa un segnale anche per il centrosinistra, rilanciando con forza lo strumento delle primarie. «Questi ballottaggi sono anche un segnale per il centrosinistra - ha detto Vendola - perché quando sceglie di stare con le oligarchie perde, mentre quando viene conquistato da persone semplici, scelte con le primarie, allora vince. Bisogna aprire il cantiere dell'alternativa».

Fini: andare avanti così è peggio che andare al voto. «Se continuiamo questa legislatura con una agenda parlamentare che non è quella dei cittadini è molto peggio che andare alle urne. Non è possibile arrivare a fine legislatura con questo scontro al calor bianco - ha detto il leader di Fli, Gianfranco Fini, intervenendo al festival della felicità di Pesaro - Non mi stupirei se Berlusconi ora raggranellasse qualche altro cosiddetto responsabile, mi preoccupo di continuare in Parlamento a discutere di questioni che non sono nell'Agenda degli italiani perché Berlusconi continua nella sua ossessione della giustizia».

Approvato dal Consorzio Asi di Enna il conto consuntivo 2010


Approvato dal Consorzio Asi di Enna il conto consuntivo 2010 con un avanzo di amministrazione che sfiora 1 milione di euro. L’Asi di Enna, secondo fra tutti i consorzi Asi siciliani, dopo il Consorzio di Caltanissetta, è in regola con l’approvazione degli strumenti di bilancio del Previsionale 2011 e, adesso, anche del Consuntivo 2010. “Un importante traguardo da attribuire –dichiara il commissario Alfonso Cicero- a tutti gli attori dell’Ente, Amministrazione, Uffici Amministrativi e Collegio dei Revisori, che con un lavoro sinergico hanno raggiunto questo importante risultato a favore del Consorzio di Dittaino. Tale risultato –continua Cicero- si è reso possibile anche grazie al sostegno economico deciso dall’assessore regionale delle attività produttive, Marco Venturi, il quale, fin dall’inizio della gestione commissariale, ha dedicato una particolare attenzione alle problematiche del Consorzio ennese. Il Collegio dei Revisori, esprimendosi favorevolmente per l’approvazione del citato documento contabile, ha preso atto che l’andamento della gestione è stato improntato sul profilo del profondo risanamento contabile e gestionale intrapreso dalla Gestione Commissariale. Il Collegio ha accertato un avanzo di amministrazione di circa 983 mila euro, che verrà vincolato al TFR del personale; ha rilevato, altresì, un utile di esercizio di circa 168 mila euro. Questi dati esprimono – aggiunge Cicero- a tutta evidenza un cambiamento virtuoso intrapreso dalla Gestione Commissariale improntata nel segno inderogabile dello sviluppo e della legalità. Inoltre, l’approvazione del Consuntivo simboleggia che il difficile percorso avviato fin dal Novembre 2009 è corretto e si stacca dal tracollo economico-finanziario, con gravi disavanzi d’esercizio e disfunzioni per l’Ente, che aveva caratterizzato la precedente gestione del Consorzio portando all’inevitabile commissariamento da parte dell’Amministrazione regionale. Sono molto soddisfatto –conclude Cicero- dei risultati raggiunti e delle ricadute positive che ne discenderanno per l’Asi. Dopo un lungo periodo di grande difficoltà, il Consorzio adesso è tra le prime Asi di Sicilia ad avere adottato i bilanci nel rispetto delle leggi, sotto il segno del risanamento ed eliminando ogni spreco”.

Giacomo Lisacchi

Villarosa, premiazionedei vincitori della quinta edizione del “Premio di poesia Vincenzo De Simone




Villarosa. Non è vero che i ragazzi sanno solo comunicare con un loro gergo in cui la lingua italiana è notevolmente sacrificata e deturpata. Così come non è vero che i ragazzi siano indifferenti alla bellezza e non sappiano più commuoversi ed appassionarsi. La dimostrazione è stata la premizione dei vincitori della quinta edizione del “Premio di poesia Vincenzo De Simone”, concorso dedicato a tutti gli studenti della scuola media inferiore e superiore della provincia di Enna, organizzato dall’IC di Villarosa. La cerimonia, che si è svolta ieri nell’auditorium dell’istituto, è iniziata con due minuti di silenzio per ricordare la recente scomparsa du due giovani alunni: Angelo della scuola elementare di Villarosa e Antonio della scuola media di Agira. E’ prosequita quindi con l’applaudita esibizione degli alunni del gruppo musicale del “De Simone”. “La cerimonia ha offerto una visione sicuramente positiva del panorama giovanile ennese, mostrando prospettive future sicuramente meno allarmanti” è stato il commento del poesta villarosano Mimmo Riggio. Numerose le scuole che hanno partecipato, undici i finalisti premiati: i ragazzi hanno mostrato il coraggio di mettersi alla prova, di impegnarsi. “Siamo soddisfatte –hanno dichiarato le prof.sse Maria Rita Formica e Antonella Giangrasso, referenti del progetto- non solo perchè l’iniziativa ha suscitato molto interesse tra gli alunni, ma soprattutto per la mole straordinaria di poesie giunte alla commissione giudicatrice”. “E’ stata un’altra bella occasione –ha sottolineato il diregente dell’IC villarosano, prof. Giovanni Bevilacqua- per stare insieme e per valorizzare alcuni degli aspetti che rendono la scuola veramente una agenzia educativa al di fuori della famiglia che si occupa della crescita dei ragazzi. Oggi siamo stati messi nelle condizioni di poter valutare i diversi livelli di lettura che un concorso semplice come quello nostro riesce a mettere in evidenza. Abbiamo un livello di competenze disciplinari che è quello relativo alla lingua, abbiamo un livello di competenze trasversali che è quello relativo al fatto che una volta che i ragazzi si sono appropriati di un mezzo che è quello della comunicazione, dimostrano di avere una propria e soggettiva capacità di lettura del mondo, poi abbiamo un terzo livello che è quello emotivo”. I premiati. Sezione premio esterno (età 11-14): 1° premio Aureliana La Pusata, Scuola Verga-Don Milani di Barrafranca con “Ho voglia di..”; 2° premio Federica Manno, Scuola media D. Siculo di Agira con “ La Libertà”; 3° premio Grazia Di Paola Neri, Don Bosco Troina con “Musa del passato” e 3° premio (ex equo) Valentina Astrino, D. Siculo Agira con “Un tempo passato”. Categoria scuole superiori (età 14-18): 1° premio Shany De Francesco, Liceo Scientifico Leonforte con “Ad occhi chiusi”; 2° premio Caludia Vicari Liceo Scientifico Leonforte con “Foglie”; 3° premio Shany De Francesco Liceo Scientifico leonforte con “Io nella nebbia”. Premi interni alla scuola media di Villarosa: 1° premio Manuela Sauro II B con “Il saluto”; 2° premio Tiziano Lombardo IID con “L’amicizia”; 3° premio Sharon Richiuso con “Limmigrato”; 3° premio (ex equo) Federica Buccheri III E con “Un’Italia ben unità”.

Pietro Lisacchi

MAFIA: LUMIA (PD), SERVONO PIU’ CONTROLLI SU FORNITURE CEMENTO E SUBAPPALTI

Palermo, 30 maggio 2011 – “Ancora una volta un’inchiesta della magistratura conferma la capacità di Cosa nostra di controllare il settore delle forniture di cemento e materiale edile, nonché l’abilità di infiltrarsi negli appalti pubblici. Come è stato possibile che l’imprenditore Andrea Impastato sia riuscito a fornire cemento per i lavori della metropolitana di Palermo nonostante avesse precedenti penali e fosse stato oggetto di un provvedimento di sequestro dei suoi beni?”. Se lo chiede il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione antimafia.

“Bisogna migliorare – aggiunge Lumia – i controlli di legalità, spesso troppo lenti, macchinosi e pieni di scappatoie. Il sistema degli accertamenti e delle verifiche deve essere ferreo e capillare. Soprattutto nei subappalti deve esserci una stretta più rigorosa. Le stesse norme che ho proposto sul conto dedicato, per tenere sotto controllo i flussi finanziari delle imprese che si aggiudicano gli appalti, e sull’obbligatorietà della denuncia da parte di coloro che subiscono estorsioni devono essere approvate al più presto. Solo così potremo ottenere buoni risultati e contrastare una mafia che, al di là delle leggi, continua ad intercettare e accaparrarsi ingenti risorse pubbliche”.

domenica 29 maggio 2011

Barrafranca- Costituito comitato promotore per il "Si" ai referendum del 12 e 13 giugno


Barrafranca. E’ stato costituito, grazie a un social network della rete (facebook), il comitato promotore per il “SI” ai referendum del 12 e del 13 giugno. Tra dibattiti e scambi di idee ed opinioni, diversi gruppi di amici hanno concordato sull’idea che la maggior parte dei mass media non hanno divulgato informazioni sui quesiti referendari. Da qui, l’esigenza di costituirsi in comitato e di diffondere materiale informativo sui 4 referendum trasferendosi dalla rete alla piazza per incontrare la gente di ogni età e di ogni estrazione per sensibilizzarli sulla privatizzazione dell’acqua, sul nucleare e sul legittimo impedimento, al fine di contribuire, anche con le propria azione, al raggiungimento del quorum. A sostenere l’iniziativa e le manifestazioni che il comitato ha programmato per coinvolgere la cittadinanza sono un gruppo di studenti universitari e diverse associazioni locali dai Newatri, al gruppo Agesci, all’Avis. La prima manifestazione pubblica si è svolta sabato scorso con la distribuzione di volantini e materiale informativo nel corso del mercato settimanale. Intanto, il programma, predisposto al fine di incentivare la partecipazione alla consultazione elettorale, prevede anche l’elaborazione in proprio di materiale informativo, dibattiti sulla radio cittadina e l’allestimento in concomitanza con la “Pedalata” organizzata dall’Avis, di uno stand per distribuire l’acqua gratis, come gesto simbolico contro chi ne vuole la privatizzazione ed il conseguente rincaro delle bollette. Infine, per giorno 5 giugno alle ore 21 sarà organizzato un grande concerto in piazza Umberto con la partecipazione di varie band musicali e di apprezzati solisti. “La formazione di questo comitato –sottolineano gli organizzatori- è la dimostrazione di una rinnovata volontà di partecipazione ai temi alle decisioni importanti del paese in quanto senza partecipazione non c’è democrazia”.

Pietro Lisacchi

Nonostante i lavori di scierbatura Enna rimane sporca




Enna. Continuano senza sosta i lavori di scerbatura e di potatura dei tre centri urbani di Enna alta, Enna bassa e Pergusa. L’intervento, promosso dall’Amministrazione comunale nell'ambito di un più ampio programma di recupero del verde pubblico e di ripristino del decoro urbano, si sta realizzando grazie al profuso impegno (segue i lavori personalmente) dell’assessore al verde pubblico, Luigi Savarese, che oltre a utilizzare alcune ditte private si sta avvalendo dalla preziosa collaborazione di due dipendenti comunali e di sei operai dei cantieri di servizio che stanno ripulendo per lo più strade principali, aiuole, ville e aree verdi. Eppure, a fronte di tutto ciò, le erbacce in città la fanno da padrona. Molte sono le strade e soprattutto i marciapiedi che peggiorano ogni giorno di più tanto da sembrare prati incolti. Molti gli esempi eclatanti, ma ci limitiamo ad alcuni che ci sono stati segnalati. In via dello Stadio l’erba cresce persino sotto le panchine, che sono per giunta divelte e inutilizzabili. “E’ da più di dieci anni –dice un impiegato che lavora nelle vicinanze- che qui non viene pulito”. Così come lo stato di degrado in viale delle Olimpiadi subito dopo l’università ha supurato ogni limite di decenza. Il marciapiede, probabilmente è tutto da rifare a causa delle erbacce che infiltrandosi tra una mattonella e l’altra lo sta rendendo inutilizzabile. “I danni che si stanno creando alla città sono enormi –dicono i cittadini- e nonostante la buona volontà dell’assessore Savarese la lotta contro le erbacce diventa impari e questo perchè molte strade da anni non vengono spazzate e quindi l’accumulo di polvere e terriccio negli anni è diventato humus fertile per erbe e perfino piante”. “Che fine hanno fatto –si chiedono inoltre- i netturbini armati di ramazze e soprattutto che fine hanno fatto le spazzatrici meccaniche”? Intanto, secondo quanto ci ha anticipato l’assessore Savarese, nonostante la sporcizia che c’è in giro, nuova linfa animerà la città. Infatti, l’amministrazione comunale, su proposta dell’assessore Savarese, al fine di salvaguardare le aree pubbliche spesso in stato di abbandono, sta concedendo in adozione a privati, a ditte commerciali, associazioni e enti, così come prevede il regolamento, spazi e aree verdi. “Sono tre già le istanze in fase di istruttoria ed altre ne arriveranno presto –dice Savarese-. L’adozione di spazi verdi e la donazione di elementi di arredo urbano vengono concessi con una semplice domanda e senza burocrazia e ciascuna convenzione avrà una durata massima di 5 anni (rinnovabile)”.

Giacomo Lisacchi