domenica 25 settembre 2011

Villarosa- Intitolato al tenore Salvatore Gioia il teatro all'aperto del parco urbano della "Villa Lucrezia"








Ieri pomeriggio si è svolta la solenne cerimonia di intitolazione del teatro all’aperto del parco urbano della villa “Lucrezia”, in memoria del tenore Salvatore Gioia. Alla cerimonia, organizzata dall’Amministrazione comunale, alla presenza del sindaco Gabriele Zaffora, della giunta e delle sorelle del tenore, Rosalia e Stella, ha partecipato il prefetto Clara Minerva, oltre a diverse autorità civili e militari, tra le quali l’assessore provinciale alla Cultura Maurizio Campo, il preside Giovanni Bevilacqua, il tenente e il maresciallo dei carabinieri Francesco Zangla e Francesco Cupani. Nel corso della cerimonia si sono vissuti anche momenti squisitamente artistici, che hanno fatto vibrare il cuore di tutti i partecipanti, quando nel suggestivo teatro si è ascoltata la vera voce di Gioia nell’interpretazione di “Una furtiva lacrima” e si è assistito al concerto del maestro di pianoforte Pina Guarneri, del tenore ragusano Nunzio Gambini e del gruppo cameristico “Classic Fermale Quintet”. Prima di scoprire la targa commemorativa, il sindaco Zaffora ha voluto rivolgere un caloroso saluto e un ringraziamento al prefetto Minerva e a tutti gli intervenuti ricordando la figura di Salvatore Gioia. “Vogliamo mantenere –ha detto- vivo il ricordo del nostro concittadino Salvatore Gioia, il cui ricordo vive ancora nella memoria degli estimatori del bel canto e dei critici musicali. Era una persona di una bontà d’animo e di una dolcezza infinita che incantava con la voce cristallina, dolce e senza artifizi. L’intitolazione del teatro è un modo per ricordarlo negli anni e per tramandare la sua grande umanità e la sua grande passione per la musica”. “Ringrazio il sindaco per questo invito -ha detto la dott.ssa Minerva- che mi dà l’opportunità di essere per la prima volta qui a Villarosa. Voglio cogliere l’occasione per esprimere un plauso all’amministrazione per avere creato questo punto di riferimento culturale molto importante per i giovani. E’ stato un gesto molto significativo onorare questo tenore che diventa anche un messaggio ai giovani per ricordare una persona che costituisce un modello”. “Stiamo collaborando con il comune –ha sottolineato il preside Bevilacqua- per un progetto di valorizzazione di figure villarosane. Sono previsti momenti di studi, seminari e quant’altro e alla fine anche la pubblicazione di un libricino con allegato Cd per far conoscere sia a Villarosa che all’esterno la figura di Totò Gioia”.

Pietro Lisacchi

Enna-Spazzatura sparsa ovunque- La città condannata ad un amaro destino




Le ragioni alla base sono ancora una volta le fotografie che sono un pugno allo stomaco e stanno lì a testimoniare, più di ogni altra parola o analisi, il fallimento di certa politica che preferisce chiudere gli occhi di fronte al degrado. “La città è condannata ad un amaro destino e verso un misero ed inesorabile degrado ambientale. Enna è destinata a dover convivere con la spazzatura sparsa per le strade, considerato che l'Ato rifiuti si limita soltanto a svuotare i cassonetti, mentre le strade e le pendici rimangono stracolme di rifiuti di ogni genere”. E’ la forte denuncia dell’ex consigliere Tanino La Martina che sottolinea anche come “a nulla servono le segnalazioni e le lamentele di singoli cittadini verso l'Ato rifiuti, che in barba al contratto di servizio con il comune, non provvede allo spazzamento giornaliero del centro storico e allo spazzamento ogni tre giorni delle strade periferiche”. “Purtroppo –tuona La Martina- è alla vista di tutti: le strade non vedono una ramazza da anni. Altra nota dolente è la pulizia delle caditoie, ormai tutte otturate da ogni genere di materiale lasciato per terra. Per non parlare della raccolta differenziata che risulta essere del tutto inesistente. I ridicoli cassonetti verdi e gialli sono solo inutili oggetti ingombranti e per niente igienici. A conferma di ciò parlano le graduatorie dove tra i comuni virtuosi, Enna è relegata a rimanere negli ultimi posti, non solo a livello nazionale, ma anche regionale. Se è vero che la città di Enna è grande quanto un quartire di Catania, perchè non è possibile mantenerla pulita ed ordinata come lo era un tempo?” Si fanno, infine, sempre più pressenti gli inviti di La Martina all'assessore al verde Luigi Savarese a dimettersi perchè, sostiene, è “incapace di risolvere il problema del decespugliamento dell'erba, nonostante le numerose segnalazioni specifiche, anche con fotografie, e i suggerimenti dati a furor di popolo”. “Lui, invece –conclude La Martina-, continua imperterrito a fare promesse a destra e a manca, ma come sempre queste risultano essere le solite promesse da marinaio, perchè nulla cambia. Anzi, come tutti coloro che sono attaccati alla poltrona istituzionale e forte del suo "potere", si limita a dire che di dimettersi non ci pensa nemmeno. Forse vuole imitare qualche esponente del governo nazionale? Chissà! Ma a questo punto non ci resta che sperare in un intervento di una forza superiore”.

Giacomo Lisacchi

giovedì 22 settembre 2011

Un suggestivo spazio di Villarosa, il teatro all'aperto del parco urbano di "Villa Lucrezia", intitolato al tenore Salvatore Gioia


L’Amministrazione comunale, presieduta da Gabriele Zaffora, domani (sabato) alle ore 17,30 con una solenne cerimonia, alla quale parteciperà anche il prefetto di Enna, dott.ssa Clara Minerva, intitolerà al tenore Salvatore Gioia un suggestivo spazio di Villarosa, il teatro all’aperto del parco urbano di “Villa Lucrezia”. Un modo per rendere omaggio a una “grande promessa villarosana a livello nazionale, pronta per quello internazionale, che fu strancata sul nascere da un crudele destino”. E proprio per questo il ricordo di lui vive ancora nella memoria dei suoi concittadini, di estimatori del bel canto, di critici musicali che ne poterono valutare le capacità canore. A ricordare la figura di Gioia è il prof. Cateno Corbo, che del tenore era coetaneo e fu compagno di classe a Caltanissetta dalle medie al quinta ginnasiale. “Qualcuno, pur senza malizia –sostiene Corbo-, potrebbe pensare che intorno a questa sfortunata figura si sia potuto formare un mito alimentato da uno spirito di perdonabile campanilismo. Questo potrebbe anche accadere, ma nel presente caso questa tentazione non esiste nemmeno. Le registrazioni in vinile e in nastri ancora esistenti sono la prova evidente della grandezza del nostro tenore che qualsiasi intenditore può giudicare ancora oggi. Ma basta cercare sulla rete il suo nome appariranno una miriade di cd di pezzi cantati coi più grandi del suo tempo in vendita su Ebay, Amazon e in altri siti. E poi non sarebbe mai casuale l’accostamento in dischi e cd d’un comune tenore di provincia con i più grandi nomi della lirica, quali Giuseppe Di Stefano, Ebe Stignani, Magda Olivero, Tito Schipa e tanti altri, sempre illustri. Salvatore Gioia, Totò per gli amici –ricorda ancora Corbo-, era un ragazzo che soffriva di una forma d’estrema timidezza tanto che non riusciva a proferire parola nelle interrogazioni. Era buono d’animo e la dolcezza del suo carattere si manifestava soprattutto quando c’era di cantare un pezzo lirico; anche senza accompagnamento musicale, incantava ugualmente gli astanti con sua voce limpida, cristallina, dolce e senza artifizi: ‘Una furtiva lacrima’ e ‘Il lamento di Federico’ ed altri pezzi ancora erano i suoi principali cavalli di battaglia. A Caltanissetta si diffuse subito la notizia di questo straordinario giovane interprete e tanti amanti della lirica e del bel canto lo invitavano in vari locali soprattutto per ascoltarlo e ne restavano ammaliati. Poi lo scoprì Enna che lo lanciò nei migliori palcoscenici nazionali dove ancor oggi ci sono antichi suoi estimatori che non si rassegnano alla grave perdita”.

Pietro Lisacchi

mercoledì 21 settembre 2011

Guerriglia a Lampedusa. Il sindaco: "I tunisini spariscano dalla nostra vista"


www.siciliainformazioni.com

Situazione di estrema tensione a Lampedusa. Secondo quanto mostrano le immagini di Sky Tg24 è in corso lo scontro fra le forze dell'ordine in assetto antisommossa e gli immigrati che erano ospiti del centro di prima accoglienza dell'isola. Dalla struttura in muratura vicino alla pompa di benzina dell'isola si vedono gli immigrati che vengono presi a manganellate dagli agenti e che cadono da circa 3 metri di altezza. Sembra che in precedenza gli immigrati si siano impossessati di una bombola a gas da un ristorante e che abbiano minacciato di distruggere la struttura.

Decine di lampedusani presidiano da questa mattina il Comune di Lampedusa per protestare contro l'incendio appiccato ieri da un gruppo di immigrati tunisini al centro di accoglienza ma soprattutto perche' chiedono che i tunisini non girino liberamente per l'isola. Il Comune si trova proprio di fronte al campo sportivo dove oltre 300 tunisini hanno trascorso la notte all'addiaccio per l'inagibilita' di gran parte della struttura incendiata. "I miei concittadini -spiega il sindaco Bernardino De Rubeis- hanno ragione e mi chiedono che i tunisini spariscano dalla loro vista. E' una situazione che non puo' continuare. Il Viminale deve intervenire al piu' presto".

"Siamo stanchi di questa linea morbida adottata dalle forze dell'ordine nei confronti degli immigrati tunisini - ha detto all'Adnkronos il sindaco De Rubeis, all'indomani dell'incendio appiccato dagli stessi tunisini che ha parzialmente distrutto il centro di accoglienza dell'isola -. Non si capisce perche' negli stadi, quando ci sono disordini, poliziotti e carabinieri usano subito le maniere forti contro gli stessi connazionali. Invece, a Lampedusa, accade tutt'altro. Ci vuole anche qui il pugno forte e rinchiudere le centinaia di tunisini che bivaccano da ieri per le strade al campo sportivo" .

"I tunisini -dice arrabbiato il sindaco- sono tutti in mezzo alla strada. Chi garantisce l'ordine pubblico e la sicurezza? E' impensabile che centinaia di tunisini, tra cui gli stessi delinquenti che hanno appiccato il fuoco, possano girare liberi per l'isola e fare cio' che vogliono. Puo' succedere di tutto. Non si capisce perche' le forze dell'ordine per agire aspettino non si sa quali direttive". Il primo cittadino e' particolarmente preoccupato perche' oggi iniziano i festeggiamenti per la Santa patrona di Lampedusa, la Madonna di Porto Salvo, e sono previsti delle processioni. "La gente e' stanca -ha detto De Rubeis- vuole tornare a vivere serenamente. Il mio popolo e' pronto a difendersi da solo visto che siamo stati abbandonati da tutti".


NOTTE ALL'ADDIACCIO - Intanto oltre 600 immigrati tunisini hanno dormito la notte scorsa all'addiaccio a Lamepedusa, dopo l'incendio appiccato ieri dagli stessi migranti al Centro di accoglienza. Circa 300 sono stati sistemati al campo sportivo dell'isola, altri 300 sono stati sitemati dalle forze dell'ordine nei pressi del Porto vecchio. Gli altri 300 sono stati portati, invece, nell'unica struttura rimasta agibile del centro di accoglienza. Sono complessivamente piu' di 900 i tunisini sbarcati nei giorni scorsi a Lampedusa e fino a ieri ospiti del centro di accoglienza.

TRASFERITI - Cento immigrati tunisini sono stati trasferiti nella notte con un volo militare da Lampedusa diretti a Sigonella (Catania). Da qui verranno smistati in diversi centri d'accoglienza in attesa di essere rimpatriati. Il trasferimento dei cento maghrebini viene confermato all'ADNKRONOS da fonti attendibili. La decisione e' stata presa dopo l'incendio appiccato ieri dagli stessi tunisini al Centro d'accoglienza di contrada Imbriacola diventato quasi del tutto inagibile. Per oggi sono previsti altri trasferimenti. Sono circa 900 i tunisini ancora presenti sul'isola.

sabato 17 settembre 2011

Fini: «Nuovo governo e nuovo premier» Pd e Udc: Berlusconi si dimetta Casini: ha altre preoccupazioni, vada a casa. Di Pietro: Bossi stacchi la spina

Gianfranco Fini

ROMA - Dopo la pubblicazione delle intercettazioni dell'inchiesta di Bari, le opposizioni compatte chiedono le dimissioni di Silvio Berlusconi, che comunque assicura la sua intenzione di non voler mollare. Dalla maggioranza arrivano invece inviti a ragionare a Bossi, che ieri ha definito troppo lontano il 2013, anno di scadenza naturale della legislatura,

Fini: nuovo esecutivo e nuovo premier. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, auspica che «all'interno della maggioranza finiscano col prevalere il buon senso e la decisione di dare vita a un altro governo. E un altro governo presuppone, almeno per me, un altro presidente del consiglio. Credo che, al di là delle dichiarazioni di questo o di quello - ha spiegato alla festa futurista di Novedrate - gli italiani abbiano capito che così non si può andare avanti, anche tanti italiani che hanno votato per il centrodestra. Personalmente spero che anche nell'ambito della maggioranza finiscano col prevalere il buon senso e la decisione di dare vita a un altro governo che abbia maggiore credibilità internazionale, che si occupi dell'economia e faccia uscire il paese da questa crisi». Con un altro presidente del Consiglio? gli è stato chiesto. «Un altro governo presuppone, almeno per me, un altro presidente del consiglio».

«Io non giudico, io dico che purtroppo l'immagine dell'Italia a livello internazionale si aggrava giorno per giorno e nessuno capisce quello che sta accadendo nel nostro Paese - ha detto Fini a chi gli chiedeva di commentare l'intercettazione telefonica nell'ambito dell'inchiesta della procura di Bari in cuiSilvio Berlusconi afferma di fare il premier a tempo perso - Nessuno capisce per quale motivo il presidente del consiglio dedichi buona parte del suo tempo a questioni che non sono relative alla lotta crisi economica e al rilancio dell'economia. L'Italia esce dalla crisi tutta intera e non ha bisogno di carnevalate padane, ma di un governo che governi e di un premier che non dica scherzosamente che lo fa a mezzo servizio perchè ha la mente impegnata altrove».

Per il presidente della Camera il richiamo di Umberto Bossi alla secessione rappresenta un'offesa per tutti gli italiani. «Sono parole - ha affermato - che non offendono solo gli italiani dal Po in giù, ma gli italiani tutti. Oggi la nostra Italia si trova in un momento in cui deve saper ritrovare il senso di essere una nazione. È questa la ragione per cui è estremamente grave che da parte di chi ha responsabilità di governo o porti responsabilità politiche, siano sempre più flebili nell'ambito del centrodestra le proteste ogni volta che da parte della Lega Nord c'e una violenta polemica nei confronti dell'unità nazionale. Peggio ancora che, dopo le parole di ieri del ministro Bossi, con una palese invocazione alla secessione, chi ha responsabilità di governo o responsabilità politiche nel Pdl taccia come se si trattasse di una sciocchezza, come se fosse il caso di non prendere sul serio queste parole. Queste parole lo voglio dire con chiarezza, non offendono solo gli italiani dal Po in giù ma gli italiani tutti».

Il Pd: Berlusconi vada a dimettersi. «L'Italia, con i suoi gravi problemi, non si può permettere un esecutivo che governa a tempo perso. Le parole sono finite. Berlusconi si rechi al Quirinale e rassegni le dimissioni», dice Davide Zoggia, responsabile Enti locali del Pd, parlando a nome della segreteria del partito.

«Per fortuna che esiste il capo dello Stato il quale da un lato svolge un'azione terza, dall'altra si assume un'azione di supplenza perche il Paese non è governato - ha detto il leader Udc Pierferdinando Casini- Chi deve governare ha altre preoccupazioni. C'è un presidente del consiglio che non ha più voglia di governare, è un motivo sufficiente perchè vada a casa, non può pensare di ingessare il Paese».

L'Udc: «Il presidente del Consiglio faccia subito un gesto di generosità nei confronti degli italiani e si dimetta dal suo incarico. Si difenda nel modo migliore ma spinga il suo partito a iniziare una nuova fase politica dando l'occasione di arrivare a un governo di responsabilità nazionale - ha detto il segretario nazionale Lorenzo Cesa agli altipiani di Arcinazzo - La situazione è diventata davvero insostenibile ed è necessario pensare di più agli interessi del Paese. Le forze politiche devono unirsi per affrontare le tante emergenze di cui soffre l'Italia».

Di Pietro: «Bossi sia coerente: se considera che il governo sia arrivato alla fine stacchi la spina - ha detto alla festa dell'Idv a Vasto - Se non lo fa Bossi diventa complice, cioè si comporta come Tarantini o Lavitola ricattando il governo per cercare di ottenere qualcosa in più».

«Certo che vado avanti», ha ribadito invece Silvio Berlusconi ieri sera, ai tanti che, durante la festa per il matrimonio della nipote Luna, gli si sono avvicinati per dirgli di non mollare e tener duro. I partecipanti hanno descritto un Berlusconi «sereno, tranquillo».

Renato Brunetta lancia un messaggio a Umberto Bossi perchè il governo finisca la legislatura nel 2013. «Dobbiamo andare a votare alla scadenza naturale - ha detto il ministro - primo perchè non si capitalizzano le perdite. Abbiamo bisogno di questo tempo per far ripartire l'economia e riaccendere la luce a metà del guado». Per Brunetta i prossimi 18 mesi servono «per la ripresa dell'economia» e se si andasse alle elezioni anticipate «non solo perderemo, ma perderemo male. Lo dico a Bossi, a Tremonti e a chi pensa di andare a elezioni prima della primavera 2013». Brunetta ribadisce che si dovrebbe andare alle urne solo «dopo aver completato il programma di governo. Andremo ad elezioni con risultato unico, con il pareggio di bilancio. Sto sognando una campagna elettorale nel 2013 in tutte le piazze, raccontando di aver raggiunto in 5 anni, gli anni più difficili della storia d'Italia, il pareggio di bilancio, cosa mai accaduta dal 1875 del governo Minghetti, il governo della destra storica». Citando il Palio di Siena, il ministro ha criticato gli “antiitaliani”: «Non importa vincere, ma l'importante è che il tuo avversario perdà. Questa è purtroppo la cultura prevalente dell'Italia degli antiitaliani. Oggi pur di battere la coalizione di chi sta governando, si chiama il nemico all'esterno, o si gioca al massacro. Quello che ha fatto Bersani, che sta facendo la Cgil della Camusso, che ti fa lo sciopero generale. Non è solo lotta politica, che sarebbe fisiologica. Qui è la lotta storica di un'Italia minoritaria di mettere sotto l'Italia minore».

Cicchitto: «Noi lavoriamo per arrivare fino alle elezioni del 2013, affermando la continuità della vita politica italiana e impegnando a fondo il governo su un'operazione economica che si misuri con i problemi che ci sono a livello internazionale - ha detto il presidente dei deputati Pdl - Il governo ha già fatto una manovra. Credo che il futuro riguardi un impegno per ridurre fortemente il debito pubblico e per una politica della crescita».

«Rivolteremo il governo come un calzino - promette Raffaele Bonanni - Il Paese è stanco di un governo litigioso, questa situazione è insostenibile. La gente è in agitazione e palesa un dissenso evidente, chi non se ne rende conto è davvero miope», sostiene il leader della Cisl.

lunedì 12 settembre 2011

Villapriolo- La gara di ciclismo primo Memorial Salvatore Laponzina vinta dall'ennese Roberto Minacapelli









Piacevole giornata di ciclismo e grande successo, soprattutto di pubblico, ieri a Villapriolo, dove si è svolto il primo Memorial Salvatore Laponzina. La manifestazione, organizzata dalla Commissione festaggiamenti Ss Crocifisso con il patrocinio del Comune e la collaborazione della Polisportiva “Marco Pantani” di Villarosa, era uno dei numerosissimi appuntamenti culturali, ricreativi e sportivi in calendario nell’Estate villarosana promossi dall’Amministrazione comunale. Ad imporsi, nel lungo ed impegnativo percorso di circa 35 chilometri, che ha interessato anche i centri abitati di Villarosa e Calascibetta, dove erano in palio un traguardo volante e un Gran premio di montagna, è stato l’ennese Roberto Minacapelli del Team Meca tallonato dal villarosano Vincenzo Notarrigo, portacolori della Polisportiva “Marco Pantani”. E’ stata una gara interessante e ricca di spunti tecnici. Infatti, già nei pressi di Villarosa il gruppo dei corridori era molto “allungato”, con distacchi importanti e si intuiva subito la piega che avrebbe preso la corsa con Minacapelli a fare l’andatura. Il forte corridore ennese, chilometro dopo chilometro, aumentava il vantaggio, ma poi, le posizioni alle spalle del fuggitivo cambiavano e l’unico a rimanere sulla scia di Minacapelli era Vincenzo Notarrigo. Per applaudire il secondo classificato, Notarrigo, bignava aspettare ben 2’38’’ e terzo, ancora più distanziato, a 6’13’’, giungeva Simone Quagliano. Gara, dunque, condizionata dallo strapotere di Minacapelli che tagliava il traguardo in piena solitudine. Nell’organizzazione della gara sono stati coinvolti numerosi ragazzi locali rendendo ancor più coinvolgente l’atmosfera dell’evento sportivo, onorato dalla presenza del sindaco Gabriele Zaffora, degli assessori comunali allo Sport e al Turismo, Renato Albo e Mimmo Russo e del presidente di Circoscrizione, Lorenzo Meli. Alla premiazione, subito dopo la gara, dove ogni atleta ha ricevuto un premio, indipentendamente dal piazzamento ottenuto, erano presenti la sig.ra Salvatrice Iannello, moglie del compianto Salvatore Laponzina, e le figlie Pina, Serafina e Santina. La kermesse si è chiusa in nottata con una grande abbuffata offerta dalla Commissione festeggiamenti.

Pietro Lisacchi

domenica 11 settembre 2011

Villapriolo- Gara di ciclismo per ricordare Salvatore Laponzina


Le ruote della sua bicicletta, custodita come una reliquia dalla moglie Salvatrice e dalle figlie Pina, Serafina e Santina, sono ferme ormai da tredici anni, ma nell’immaginario collettivo dei villapriolesi rimane ancora quel che è sempre stato: il ciclista, il salutista, lo sportivo per eccellenza. E proprio per queste sue doti che Salvatore Laponzina, quest’anno, viene ricordato nell’ambito degli eventi estivi organizzati dalla Commissione festeggiamenti SS Crocifisso, presieduta da don Salvatore Bevacqua. Infatti, sarà dedicato alla memoria di Laponzina, scomparso nel novembre del ’98, all’età di 75 anni, il primo Trofeo “SS Crocifisso” e primo Memorial “Salvatore Laponzina” di ciclismo, valido a livello regionale. La gara si terrà oggi (domenica) dalle 15,30 in poi e vi parteciperanno circa 80 atleti appartenenti a tredici società provenienti da tutta la Sicilia. La kermesse, patrocinata dal Comune di Villarosa, è stata affidata per la parte tecnica organizzativa alla società PD “Marco Pantani” di Villarosa del presidente Giovanni Biancucci. La gara, con partenza da piazza La Furia, si svolgerà su un tracciato di 54 chilometri e interesserà la SS 290 direzione Calascibetta, la SS 121 direzione bivio Kamut e Misericordia e la Sp 6 bivio Villapriolo- Villarosa.. E’ previsto un traguardo volante in corso Garibaldi a Villarosa , un G.P.M. di 2 catg in via Nazionale a Calascibetta e il traguardo finale in piazza La Furia a Villapriolo. Molti i team –dichiara il presidente Biacucci- che hanno aderito entusiasticamente alla competizione, che giungeranno ad esempio da Caltanissetta, San Cataldo, Catania, Siracusa e da altri centri siciliani”. “Ci è parso doveroso organizzare la prima edizione del Memorial “Salvatore Lapunzina” –sottolineano l’assessore comunale Mimmo Russo e tutti i componenti della Commissione-, per eternare nel gesto significativo di tanti giovani atleti un esempio insigne di generosità. Salvatore Laponzina era una persona leale, straordinaria, uno sportivo, amante del calcio che aveva praticato in gioventù, ma soprattutto un appassionato di ciclismo”. “Nostro padre –ricordano le figlie- era appassionato di ciclismo da più di 60 anni: lui e la bicicletta erano una cosa sola, il suo era un vero e proprio amore”.

Pietro Lisacchi

giovedì 8 settembre 2011

Festa Madonna nera del Tindari 2011




Tanta, tanta gente. Una folla immensa convocata dalla “Madre nera del Tindari che noi onoriamo -ha detto il vescovo, mons. Ignazio Zampito, nell’omelia- con il titolo bellissimo di ‘Madonna dolce che riempe il cuore’, in occasione della sua festa che si è svolta ieri. “E’ bello sapere –ha sottolineato ancora mons. Zampito- che siamo qui in tanti sapendo di essere stati convocati dalla madre.Qualcuno potrebbe dire: “E perché ci convoca?” Una madre convoca perché è madre e non ha bisogno di motivi o di altri ragioni. Lei ci convoca perché vuole che noi ascoltiamo la parola del Signore. Lo specifico della Santa vergine è questo: avvicinare tutti, avvicinare ognuno alla santa parola”. “E’ stata una festa esaltante, commovente, soprattutto impressionante” ha evidenziato la signora Barrese, un’insegnante di Falcone. Infatti c’era un fiume in piena nella salita che porta in chiesa, ma anche davanti al sagrato. “E’ il mistero della Madonna nera -ha commentato un’altra signora, Rosaria Terrecciano, di Enna-. Era da tempo che volevo venire (a trattenermi era un certo pudore e la paura di guardare con certo distacco e scetticismo ciò che avrei visto) per conoscere le ‘realtà’ nate dalla Madonna nera e… sono rimasta stupita”. Migliaia sono quelli che a piedi hanno percorso la strada statale che si arrampica verso Tindari. Erano anziani, giovani, bambini e perfino qualche autorità, come il sindaco e il presidente del consiglio comunale di Falcone, Santi Cirella e Antonino Caliri. Chissà quali pensieri passavano nella mente e nel cuore di ognuno di loro! Sicuramente l’emozione era fortissima , si percepiva nell’aria, ma ognuno era concentrato su se stesso. Ma cosa spinge tante persone ad essere lì? Fede, devozione, bisogno di preghiera o richiesta di una grazia? Sono sicuramente tutti sentimenti che si intrecciavano e che per molti, probabilmente, ha fatto scendere lacrime di commozione quando ci si rende conto di onorare una donna, che ha vissuto tutta la sua vita in comunione con suo figlio Gesù Cristo e che ha portato sul suo cuore il sigillo di questo amore: le sagre stigmate.

Giacomo Lisacchi

Enna. Città sporca -Chieste le dimissioni dell'assessore Gigi Savarese


Gli interventi di scerbatura messi in atto dall’Amministrazione comunale sono inutili se, come abbiamo già scritto altre volte, le strade non vengono spazzate con regolarità (molte non vedono una ramazza o una spazzatrice meccanica da anni) o vengono fatti nei giusti tempi stagionali. Secondo alcuni esperti “gli interventi dovrebbero concentrarsi nei periodi primaverile e autunnale. In questo modo –sostengono- si eviterebbe a piante ed arbusti di fiorire e disseminare nei mesi invernali ed estivi, garantendo durante l’anno operazioni più agevoli, economiche ed efficaci”. Intanto, anche se i lavori di pulizia e di eliminazione delle erbacce in città sono iniziati da mesi, sono ancora molte le zone che versano in uno stato di particolare degrado. A puntare il dito, inviandoci alcune foto, contro gli interventi finora fatti dall’amministrazione è l’ex consigliere comunale e compagno di partito dell’assessore al verde, Tanino La Martina che tuona: “L'assessore al verde pubblico, Luigi Savarese, fa come le tre scimmie: non vede, non sente e non parla. Non vede il degrado in cui è piombata tutta la città, ormai letteralmente sommersa da erbacce e sporcizia. Basta girare un pò per le strade per rendersene conto. Non vede, neanche, il degrado in cui versa il cimitero, luogo di rispetto, perchè lì riposano i nostri cari defunti. E ancora non vede in quale stato di abbandono si è ridotta la zona intorno alla scuola elementare del IV circolo di Enna Bassa. L’erbacce –rileva La Martina- hanno raggiunto l'altezza raggiunta di circa 2,5 metri. Non vede il degrado della via Trieste, della via Coppola e tantissime altre zone del centro storico e di Enna Bassa, già segnalate con diversi articoli sul giornale. Non sente, nè le lagnanze, nè tantomeno i suggerimenti, che umilmente dovrebbe attenzionare. Invece, l'Assessore se ne infischia perchè magari è convinto che la sua missione è quella di fare crescere l'erba alta e bella, anzichè provvedere ad eliminarla. Non parla, perchè evidentemente non ha argomenti validi su cui discutere e altrettanto giustificazioni per poter contobbattere. Allora –aggiunge provocatoriamente La Martina-, se è vero che esiste ancora l'istituto delle dimissioni, l'assessore Savarese, di fronte all'incapacità o alla impossibilità di ben amministrare la comunità, dovrebbe avere il coraggio ( e se non ce l'ha se lo faccia venire) di compiere un gesto di grande eroismo: rassegnare immediatamente le dimissioni. Sarebbe un gesto utile a dipanare dubbi e ombre che possono offuscare l'immagine di una persona per bene, che ha il dovere di dimostrare all'opnione pubblica di avere a cuore la propria città prima ancora della poltrona istituzionale che occupa”.

Giacomo Lisacchi