domenica 11 marzo 2012

Per il mancato pagamento delle bollette non si può distaccare un servizio essenziale, come quello idrico

In questi giorni diverse mamme ennesi, quase tutte incensurate e non in grado di pagare le bollette dell’acqua, che dopo il distacco del contatore per morosità si allacciano abusivamente alla rete idrica per soddisfare le più elementari esigenze vitali delle proprie famiglie, sono state arrestate in flagranza per furto aggravato. “Attenzione, le bollette per il servizio idrico vanno pagate –dice il presidente del Centro studi “Sen. Antonio Romano”, Mario Orlando-, però, al tempo stesso è importante esaminare i casi di tante famiglie disagiate che nella nostra provincia non mancano, senza che la società di gestione operi azioni al di fuori del consentito. Per il mancato pagamento delle bollette non si può distaccare un servizio essenziale, come quello idrico. Semmai la strada corretta sarebbe quella della procedura esecutiva che, come è noto, porta anche al classico pignoramento. Acquaenna non può staccare il contatore (a questo proposito c’è una sentenza del Tribunale di Orvieto del 2008). Dovrebbe, invece, applicare un regolatore di flusso che garantisca il minimo vitale del servizio essenziale per l’utente moroso”. Il centro studi Romano chiede che il presidente dell’Ato5, Giuseppe Monaco, “si attivi immediatamente affinchè si sospendano i distacchi nella provincia di Enna. Serve anche un atto di responsabilità da parte dei sindaci, che – soprattutto dopo i 27 milioni di Si all’acqua pubblica – devono decidere da che parte stare. Non si possono solo limitare a chiamare il gestore caso per caso cercando di elemosinare piani di pagamento insostenibili. E’ necessario invece che si attivino per chiedere la revisione del regolamento di utenza, vincolando l’eventuale distacco per morosità ad una decisione di una parte terza, ad esempio il giudice di pace”. Intanto, il Centro studi fa un plauso all’unico sindaco della provincia, Angelo Ferrigno, che ha avuto il coraggio, nonostante diverse diffide, a non consegnare le infrastrutture idriche al gestore del servizio. “Barrafranca è l’unico comune della provincia –chiosa Orlando- dove i cittadini pagano molto meno. Qualche mese fa ho inviato al sindaco Ferrigno, tramite fax, la documentazione che dimostra l’illegittimità dell’appalto del servizio a Acquaenna”. Mi chiedo perché commissariare un comune –ha sottolineato il sindaco Ferrigno –quando il servizio dell’acqua pubblica è gestito in maniera proficua. La mia azione è per l’interesse della comunità; se avessi consegnato le reti all’Ato Idrico oggi pagherei per la mia situazione familiare, composta da 6 persone, minimo 700 euro. Invece, ad oggi, nel gestire l’acqua pubblica per sei componenti, mi trovo a pagare 200 euro”.

Giacomo Lisacchi

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