venerdì 22 giugno 2012

“Scrivi del tuo villaggio e sarai universale”.


“Scrivi del tuo villaggio e sarai universale”. La felice espressione di Tolstoj si sposa in modo mirabile con l’obiettivo che persegue da qualche anno sul suo blog (www.bellarrosa.blogspot.com)  il prof. Cateno Corbo, ex dirigente scolastico, che punta alla risoperta di un patrimonio storico- culturale della nostra Villarosa. Un patrimonio di tradizioni orali, custodite ancora da poche persone, che ci appartiene, ma che inesorabilemnte scompare, e con esso via via sfioriscono le radici della nostra esistenza. Finchè si può, tal patrimonio giova reuperarlo, a dispetto di una quotidianità fuorviante e in omaggio alla Storia, che è fondamento del presente e guida nell’ideare il futuro. Molto in questo senso si sta facendo su questo blog e si continua a fare; però bisogna insistere nel documentare quanto ancor vive di una civiltà sfuggevole. Benvenuti, allora, i pregevoli racconti, gli aneddoti, i detti e i personaggi tipici come ‘Pitru Caceci’, gente umile ma  amata dai villarosani, di Tino Corbo. C‘è storia nei racconti di una volta, ce n’è più di quanta non si supponga: non ‘storia di vertice’, ma storia come cronaca del vissuto, storia della quotidianità; storia non come sequenza di ‘res gestae’, bensì storia come vita nel senso più ampio del termine. Non sono pochi i racconti, le storielle, gli aneddoti che, in forma diretta o indiretta, si rifanno al secolo scorso, dall’inizio alla fine, e richiamano alla nostra memoria perfino gli anni favolosi della nostra gioventù. E’ il bisogno ineluttabile dell’animo umano di ricordare, rivivere, riassaporare, anni decenni, della gioventù, di un’epoca che può collocarsi nell’archivio della memoria ma che non può mai essere cancellata nè dimenticata. Così Tino Corbo adesso che si gode la pensione e i suoi amati nipotini, si cimenta in un blog con l’unico scopo che “è quello –sottolinea- di cercare di salvare la memoria degli ultimi settant’anni di vita villarosana, privi di rilevanti testimonianze sulla nostra cultura orale e le tradizioni. Il blog non vuole trattare tanto la storia del nostro paese, perché essa è documentata nei documenti degli Archivi di Stato. Sono invece a rischio di scomparsa soprattutto i motti, i detti, le espressioni tipiche del mondo zolfifero e agricolo”. Dunque, gli scritti di Tino, che speriamo siano sempre più copiosi, non possono essere che quelli di un amante di Villarosa, del suo paese: nel secolo scorso Villarosa fu, per certi periodi, prima dell’esodo di massa, un paese attivo e pieno di risorse, oggi è un paese inviluppato in un torpore che sa di malattia, si mostra pigro, rassegnato. Il blog è arricchito da diverse foto che ci richiamano al passato e che, nel contempo, ci impongono di soffermarci a ricordare e, a volte, anche a commuoverci. E’ la nostalgia!

Giacomo Lisacchi


giovedì 7 giugno 2012

Nuovi ritrovamenti nella zona della Villa del Casale

Piazza Armerina. Un portico colonnato, una vasca absidata, un pavimento mosaicato di oltre 80 metri quadri e numerosi affreschi ben conservati. Sono i nuovi straordinari ritrovamenti nella zona della Villa del Casale di Piazza Armerina, dove si sta concludendo il restauro dell’antica struttura imperiale. A poco meno di un mese dall’inaugurazione – la data fissata è quella del 4 luglio – sembrerebbe adesso possibile riscrivere l’intera storia del sito.
“E’ una scoperta eccezionale – ha detto l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Sebastiano Missineo – che aumenta il prestigio e il valore artistico di un bene che la Sicilia divide con l’umanità. Un motivo affascinante in più, per coloro che decideranno di visitare la Villa nei prossimi mesi, e che potra’ ammirarla anche di notte. E non dimentichiamo che a poco meno di venti chilometri si può anche visitare il museo di Aidone con la Dea di Morgantina restituita dagli Stati Uniti”.
Non più una villa isolata nel territorio, ma probabilmente attorniata da edifici di un certo pregio che fanno pensare ad un vasto e ricco insediamento abitativo.
A sud della Villa romana del Casale, nella zona già trattata in anni precedenti dalla ricerca del professor Patrizio Pensabene, con gli studenti dell’Università La Sapienza di Roma, sono state scoperte due nuove aree archeologiche. “Durante la sistemazione dei terreni per uno scavo didattico, attorno alla Villa – spiega il direttore dei lavori e direttore del Parco archeologico della Villa del Casale, Guido Meli – abbiamo rinvenuto a circa due metri di profondità alcune colonne e una parte di basamento. Già l’anno scorso alcuni scavi superficiali avevano permesso di ritrovare una parte di colonna spezzata, che era sembrata fuori contesto, adagiata su uno strato alluvionale. Ora pensiamo che si tratti di un edificio completo con tanto di portico colonnato”. La seconda zona di scavo ha fatto emergere una vasca absidata, rivestita di mosaico, parte di un piu’ ampio complesso termale, ancora non identificato con certezza. Le piogge dei mesi scorsi hanno portato alla luce un’interessante pavimentazione a mosaico, con le pareti con intonaci dipinti. “Si tratta di un vasto ambiente di circa ottanta metri quadri, davanti alla vasca termale – continua Guido Meli – con pavimento a mosaico ancora integro e con disegni geometrici, simili a quelli presenti in alcuni ambienti della Villa e già restaurati”. Per l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Sebastiano Missineo, “il ritrovamento, di grande interesse per la comunità scientifica, sarà oggetto, così come richiesto dal direttore Meli, di un intervento di somma urgenza, finanziato dall’assessorato, per una più completa indagine e conservazione dei reperti. E’ chiaro che a questo punto, dopo l’apertura definitiva della Villa, che avverrà tra meno di un mese, sarà necessario proseguire le campagne di scavo, che certamente potranno far scrivere una nuova pagina della storia di uno dei beni più importanti del patrimoni o culturale siciliano, inserito nella World Heritage List dell’Unesco”.

La SS 290 Calascibetta-Bivio Villapriolo riapre fra un mese


Si è tenuto nel pomeriggio di ieri a Villarosa presso la sede municipale un vertice tecnico -operativo sull’emergenza  della Ss 290 chiusa dal 24 marzo scorso per l’improvviso crollo al km. 38 circa del costone roccioso che sovrasta l’importante arteria che dal bivio di Villapriolo porta a Calascibetta, ma che di fatto collega i comuni delle Madonie e la parte nord della provincia a Enna e all’autostrada Catania-Palermo. All’incontro hanno partecipato i funzionari dell’Anas ing. Umberto Riera, il geologo Riccardo Cicero e il geom. Mario Macaluso, i sindaci di Villarosa e Calascibetta Franco Costanza e Piero Capizzi con i rispettivi dirigenti tecnici, ing. Antonio Faraci e arch. Nicola Mazza. In discussione la realizzazione di una pista di cantiere, o di una via di fuga che dir si voglia, da realizzare a valle del tratto di strada interessata dalla frana. Sono soddisfatto –dice il sindaco Costanza-, abbiamo sollecitato questo incontro per trovare una soluzione, considerati i tempi lunghi per liberare la carreggiata e la messa in sicurezza del costone roccioso, al tratto di strada attualmente chiuso. L’Anas tramite i suoi funzionari si è resa  disponibile a realizzare, a proprie spese, una pista di cantiere o via di fuga e poi consegnarcela. Questo sarà possibile  dopo che il comune di Villarosa, competente per territorio, ha avuto la disponibilità delle aree, di proprietà privata, dove si dovrebbe realizzare la pista. Sin da domani ci attiveremo per contattare i due proprietari interessati con i quali, per evitare eventuali espropri, siamo disponibili a  raggiungere un accordo bonario per l’occupazione temporanea delle due particelle di terreno. Sono fiducioso, se non abbiamo intoppi, entro un mese l’Anas sarà in grado di realizzare la stradella che bypassarebbe il punto d’interruzione. Tutto questo per noi avrà un costo, ma ci rendiamo conto che è necessario per l’utilità del territorio di Villarosa, Calascibetta e Villapriolo”. “Indubbiamente ridare –dichiara il sindaco di Calascibetta, Piero Capizzi- la viabilità, seppur in maniera transitoria e momentanea alla Ss 290 che consente il collegamento tra la zona nord e sud della provincia è di inevitabile ed indispensabile necessità. Dunque, oggi credo che abbiamo fatto un grossissimo passo avanti con l’impegno del direttore regionale dell’Anas, con il sopralluogo anche di natura tecnica e poi con il raccordo dell’ufficio tecnico dell’Anas e dell’ufficio tecnico del comune di Calascibetta e Villarosa. Io credo che nelle immediatezze si potrebbe trovare una soluzione che ridia la possibilità ai cittadini di fruire della viabilità dell Ss 290.  Il comune di Calascibetta, stante anche al fatto che collega la propria frazione di Cacchiamo tramite la 290, è assolutamente disponibile ove fosse necessario, a supportare economicamente il comune di Villarosa”.

Giacomo Lisacchi

Villarosa- intitolata ad Angelo Montes l'aula magna del De Simone

Villarosa. Bella musica, a cura degli alunni musicisti, e applausi, ma anche tanta commozione, partecipazione e significativi valori all’Istituto comprensivo “Vincenzo De Simone” per l’intitolazione dell’aula magna ad Angelo Montes, il ragazzino di appena dieci anni morto un anno fa a causa di una grave malattia. Centinaia i presenti, con larga partecipazione di studenti che hanno seguito l’importante cerimonia pubblica con attenzione e vivo interesse per recepire i contenuti che ne derivano e raccogliere l’ideale testimone del giovanissimo Angelo che, seppur in presenza di problemi di salute, si distinse – come hanno ricordato il dirigente scolastico Giovanni Bevilacqua e una delle sue insegnanti, Donatella Sollami- “per la sua carica umana e per la sua voglia di partecipazione, contribuendo alla crescita dell’intera nostra comunità”. “Angelo –hanno detto il prof. Bevilacqua e la prof. Sollami- è stato un ragazzo che ha rappresentato una sintesi di valori, che si è contraddistinto per il suo coraggio, la sua voglia di vivere ed il suo comportamento solidale nei confronti dei più deboli. Un ragazzo che ha dato coraggio ai suoi genitori e alla sorella (presenti alla cerimonia) che partecipava ad ogni iniziativa proposta dalla scuola, che ha vissuto dignitosamente la sua malattia senza strumentalizzarla, che invitava tutti a non volgere l’attenzione e orientale le preghiere verso i suoi pur significativi bisogni ma nei confronti di coloro i quali presentavano difficoltà evidenti, sebbene di minore entità”. Per ricordare questo “angelo tornato in cielo” sono intervenuti il vescovo, mons. Michele Pennisi, il vicario foraneo don Salvatore Stagno con don Salvatore Chiolo, il sindaco e il suo vice, Franco Costanza e Katya Rapè. “Sono felice –ha detto mons. Pennisi, prima che scoprisse insieme ai genitori di Angelo la targa- di essere qui in questa vostra scuola per onorare questo piccolo grande uomo che è stato Angelo Montes. La parola angelo –ha spiegato Pennisi- significa messagero ed Angelo Montes è stato messagero di amore, di fede e di speranza per sè e per gli altri. Quindi, mi pare importante che la scuola ne voglia onorare la memoria intitolando questa aula magna a lui”. “Angelo –ha detto con commozione il sindaco Costanza- non è stato solo un mio concittadino, ma un mio paziente che ha lasciato un segno in me da un punto di vista professionale ed umano”. Significative, nel contesto della cerimonia, le consegne di diversi premi che la scuola assegna a fine anno scolastico agli studenti che si sono distinti per comportamenti ed esempi positivi. Premio “bontà” a Angelo Montes; premio “mar. Calogero Di Bona”, vittima della lupara bianca, a Lucia Beccaria e Giuseppe Lunetta; premio “Padre Stagno” a Francesco Rossitto e Lorella Di Stefano.

Pietro Lisacchi