“Scrivi
del tuo villaggio e sarai universale”. La felice espressione di Tolstoj si
sposa in modo mirabile con l’obiettivo che persegue da qualche anno sul suo
blog (www.bellarrosa.blogspot.com) il
prof. Cateno Corbo, ex dirigente scolastico, che punta alla risoperta di un
patrimonio storico- culturale della nostra Villarosa. Un patrimonio di
tradizioni orali, custodite ancora da poche persone, che ci appartiene, ma che
inesorabilemnte scompare, e con esso via via sfioriscono le radici della nostra
esistenza. Finchè si può, tal patrimonio giova reuperarlo, a dispetto di una
quotidianità fuorviante e in omaggio alla Storia, che è fondamento del presente
e guida nell’ideare il futuro. Molto in questo senso si sta facendo su questo
blog e si continua a fare; però bisogna insistere nel documentare quanto ancor
vive di una civiltà sfuggevole. Benvenuti, allora, i pregevoli racconti, gli
aneddoti, i detti e i personaggi tipici come ‘Pitru Caceci’, gente umile
ma amata dai villarosani, di Tino Corbo.
C‘è storia nei racconti di una volta, ce n’è più di quanta non si supponga: non
‘storia di vertice’, ma storia come cronaca del vissuto, storia della
quotidianità; storia non come sequenza di ‘res gestae’, bensì storia come vita
nel senso più ampio del termine. Non sono pochi i racconti, le storielle, gli
aneddoti che, in forma diretta o indiretta, si rifanno al secolo scorso,
dall’inizio alla fine, e richiamano alla nostra memoria perfino gli anni
favolosi della nostra gioventù. E’ il bisogno ineluttabile dell’animo umano di
ricordare, rivivere, riassaporare, anni decenni, della gioventù, di un’epoca
che può collocarsi nell’archivio della memoria ma che non può mai essere cancellata
nè dimenticata. Così Tino Corbo adesso che si gode la pensione e i suoi amati
nipotini, si cimenta in un blog con l’unico scopo che “è quello –sottolinea- di
cercare di salvare la memoria degli ultimi settant’anni di vita villarosana,
privi di rilevanti testimonianze sulla nostra cultura orale e le
tradizioni. Il blog non vuole trattare tanto la storia del nostro paese,
perché essa è documentata nei documenti degli Archivi di Stato. Sono
invece a rischio di scomparsa soprattutto i motti, i detti, le espressioni
tipiche del mondo zolfifero e agricolo”. Dunque, gli scritti di Tino, che
speriamo siano sempre più copiosi, non possono essere che quelli di un amante
di Villarosa, del suo paese: nel secolo scorso Villarosa fu, per certi periodi,
prima dell’esodo di massa, un paese attivo e pieno di risorse, oggi è un paese
inviluppato in un torpore che sa di malattia, si mostra pigro, rassegnato. Il
blog è arricchito da diverse foto che ci richiamano al passato e che, nel
contempo, ci impongono di soffermarci a ricordare e, a volte, anche a
commuoverci. E’ la nostalgia!
Giacomo
Lisacchi