Un viaggio nella memoria e nel ricordo, un’emozione che dura
da settantuno anni. Un libro dal titolo semplice, “Enna 1943”, che rievoca i
tragici avvenimenti dei giorni 11, 12 e 13 luglio di quell’anno: la guerra che
con il suo carico di distruzione, di lacrime e di morte, passava anche da Enna.
Erano i giorni in cui le forze angloamericane, sbarcate in Sicilia, avanzavano
inesorabilmente contro i tentativi di resistenza dei tedeschi di stanza
nell’isola: la popolazione civile occupò allora, per alcuni lunghi e tragici
giorni, la posizione più scomoda che si possa immaginare. Stava in mezzo ai
belligeranti tra i quali “non vi furono santi da una parte e demoni
dall’altra”. Ieri l’affollata sala del Centro polifunzionale “Antonio Maddeo”
ha omaggiato l’autore del volume, Augusto Lucchese, e nello stesso tempo ha
plaudito all’iniziativa, patrocinata dal comune di Enna, promossa dall’associazione
“Ethos” in collaborazione con le associazioni “Fundrò” e “Vittime civili di
guerra”. Il libro, riccamente illustrato con poetiche immagini d’epoca in
bianco e nero, è frutto di una serie di appunti che Lucchese, all’epoca
giovanissimo, annotò su dei fogli di quaderno dove descrisse quanto avvenne in
quei giorni di bombardamento. “Un racconto –è scritto nella prefazione- dallo
stile semplice pur accurato, classico ma al tempo stesso scorrevole, che riesce
a far vivere e rivivere le tremende sventure sofferte da quella adorabile terra
– Enna – che Callimaco, l’elegiaco, chiamò l’Ombelico della Sicilia”. “Lucchese
–ha detto il dott. Orazio Costorella, che ha intrattenuto gli intervenuti con
la lettura di alcuni brani- con questo libro ha voluto rievocare un periodo che
ha procurato lutti in numerose famiglie e nello stesso tempo si rivolge alla
generazione ennese che quasi sicuramente non è a conoscenza di alcuni aspetti
storico-sociali della propria città. Di come questa città fu toccata dall’evolversi
del secondo conflitto mondiale e dell’effetto che quelle memorabili ore ebbero
sulla popolazione e sull’autore allora tredicenne. Ancora oggi –ha aggiunto-
rimane oscuro il motivo per cui Enna venne scelta come sede per l’importante
strategico comando della VI armata. Una valida ragione potrebbe essere la
posizione strategica della città. Enna, inizialmente, pur ospitando diverse
strutture militari e diverse fabbriche di munizioni, sembrava non rientrare tra
gli obiettivi dell’aviazione alleata. Purtroppo a distanza di pochi giorni
dallo sbarco a Gela anch’essa venne bombardata ripetutamente e in modo
massiccio e fu per un caso fortuito che venne risparmiata la polveriera che se
colpita avrebbe fatto saltare in aria l’intera città. Ad accrescere la paura
dell’autore fu una bomba inesplosa davanti casa sua che rimase nei pressi
dell’abitazione fino all’arrivo degli americani”. L’incontro si è arricchito
del contributo portato dell’ing. Alessandro Scelfo, Mario Orlando, Giuseppe
Vicari e tanti altri.
Giacomo Lisacchi
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