domenica 18 febbraio 2018

VILLAPRIOLO. Disagi e isolamento a causa di infrastrutture assenti


Le condizioni in cui versano le arterie stradali di collegamento verso Villapriolo sono state da anni oggetto di proteste da parte della comunità locale: numerose le missive anche delle amministrazioni che si sono succedute nel tempo. A tutto ciò “LA SICILIA” puntualmente ha sempre dato ampio risalto, anche con report fotografici proprio per denunciare lo stato di abbandono delle strade. Ma niente, gli enti preposti, Anas ed ex Provincia regionale, non hanno mai preso in seria considerazione il fatto dell’importanza delle arterie di collegamento quali infrastrutture vitali per uno sviluppo turistico del territorio rurale interno della Sicilia, che consentirebbe di porre, quanto meno, un freno al declino demografico dei piccoli centri. “E proprio all’Anas, per la chiusura della Ss 290 e all’ex Provincia per la malandata Sp 6 –dice ironicamente il presidente dell’associazione “Amici del treno museo di Villarosa” e “Amare Villapriolo” Primo David- che deve andare il ringraziamento dell’intera cittadinanza villapriolese per l’impegno sino ad oggi profuso, affinché i numerosi turisti che spesso visitano il nostro Borgo possano godere, oltre che delle case museo, degli antichi “bagli” del grano e del casaro ricchi di attrezzature contadine o di ruderi di vecchie miniere di zolfo, anche di una viabilità di inizio ‘900, unico esempio, in ambito nazionale e regionale, di un nuovo turismo “sensoriale” che consente di far rivivere al turista la sensazione che nei primi del ‘900 provavano i “surfarari” e i “viddrani” che si avventuravano a percorrere le scomode mulattiere per recarsi al lavoro”. Insomma, non è difficile evidenziare come nei fatti raggiungere il piccolo “Paese museo”, così è denominato Villapriolo, sia pressoché difficoltoso sia dalla parte di Enna-Calascibetta che dalla parte dei comuni delle Madonie, attraverso la Ss 290 chiusa al traffico da tantissimi anni, sia provenendo da Villarosa e dall’uscita Ponte Cinque Archi dell’autostrada A19, attraverso la Sp 6. La provinciale n.6 sembra condannata al più totale abbandono, in quanto non si esegue più neanche la ordinaria manutenzione delle cunette. Risulta oggi un susseguirsi di avvallamenti e di smottamenti, attraverso i quali i malcapitati automobilisti sono costretti a fare slalom con ovvio pregiudizio per la sicurezza della circolazione stradale; per non parlare delle frane in alcune parti, come è testimoniato da quelle nei pressi di contrada Ariazza e San Giovannello o dal ponte crollato qualche anno fa nei pressi della cosiddetta “curva mola”. “Di progetti di sistemazione e miglioramento non si ha alcuna notizia, nonostante le molteplici segnalazioni e richieste di intervento” –dice Nicolò Lociuro che, nei pressi di contrada Ariazza sulla Sp 6, ha un’attività artigianale. Indicandoci poi una voragine che si è formata a bordo della strada, segnala che quando piove, l’acqua si convoglia proprio in quel punto per poi riversarsi nel terreno sottostante dove si sta creando un avvallamento che potrebbe dare qualche problema. Insomma, segnalazioni e richieste di intervento sino ad oggi sono state semplicemente ignorate dagli organi competenti, per cui non lasciano altra  alternativa se non quella di ricorrere alle proteste.

Giacomo Lisacchi

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