Tutti
i giorni un via vai continuo per chiedere derrate alimentari di prima necessità
e vestiti, ma anche aiuti per pagare bollette dell’acqua o della luce: due
servizi essenziali dove si abbatte inesorabilmente la mannaia del distacco. Le
mamme arrivano alla spicciolata, tenendosi avvinghiati i propri piccoli: sono
giovani per lo più. Raccontano di mariti disoccupati, di lavoro che non c’è, di
stenti e difficoltà ad andare avanti. Sono scene abituali, che si ripetono con
amara regolarità dalla mattina alla sera davanti alle volontarie
dell’associazione “La Tenda” della
Caritas diocesana. Il presidente Gaetano Andolina ascolta tutti, di ciascuno
conosce necessità e bisogni, ma soprattutto drammi psicologici. Questo di via
Donizetti è un sicuro punto di riferimento per i disperati, per coloro che non
hanno più santi a cui votarsi. E proprio in questo posto ieri abbiamo incontrato
una famiglia romena: Marian e Valentina Teleanu, 44 anni lui e 33 lei e i loro
cinque figli, un maschio di 17 anni e quattro femminicce di 14, 12, 8 e 5 anni.
Marian si vede lontano un miglio che si vergogna: a casa è la moglie che porta
un poco di soldi facendo la badante. E lui è mortificato perchè, pur essendo un
muratore, da un anno non riesce a trovare lavoro e alcune settimane fa ha
subito l’umiliazione del distacco dell’acqua per delle bollette non pagate.
“Con il misero stipendio di Valentina –dice il presidente Andolina- appena
preso e privandosi di tutto, hanno subito pagato due bollette, per le altre due
rimaste pare che il Comune stia vedendo quello che può fare”. Valentina –è lei
a lanciare l’appello- con le lacrime agli occhi e con pudore chiede aiuto e un
lavoro per il marito. “Mio marito non sa parlare e capire bene l’italiano
–dice- e questo è sicuramente un handicap, però è bravo nel mestiere di
muratore. Professionalmente è completo e sa mettere mano dalle fondamenta al
tetto di una casa. Dategli la possibilità di dimostrare le sue capacità ma con
un lavoro con i documenti in regola, non in nero”. “Marian –afferma Andolina-
lo conosco da alcuni anni. E’ un ragazzo serio che sta vivendo il dramma di non
poter mandare avanti la famiglia e in particolare aiutare il figlio
diciassettenne bisognoso di cure”. “Siamo venuti in Italia -racconta Valentina-
per curare nostro figlio Sami, cosa impossibile in Romania perchè per operarlo
non sarebbe bastato neppure vendere la casa. In meno di un anno a Catania ha
già subito 8 interventi e non sappiamo come ringraziare dell’aiuto il signor
Andolina e l’associazione”. “Abbiamo fatto quello che era necessario fare –dice
Andolina- grazie ad un progetto della Caritas. E’ stato duro, ci sono stati
grossissimi problemi economici d’affrontare, ma grazie a Dio oggi il ragazzo
sta bene e frequenta con profitto l’Istituto alberghiero”. “Il nostro vero
dramma –racconta ancora Valentina- non è come dare da mangiare ai nostri figli,
per questo riceviamo l’aiuto de La tenda, ma come pagare le bollette
dell’acqua, della luce e l’affitto. Per pagare l’ultimo mese abbiamo venduto le
nostre fedi. Nonostante queste difficoltà, però, vogliamo rimanere in Italia.
Qui è il fututo dei nostri figli che studiano tutti con profitto. E se Dio
vorrà avranno una vita più dignitosa dalla nostra”.
Pietro Lisacchi
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