Una
volta era l’incubo degli avversari, oggi è una triste cartolina di abbandono e
degrado. Benvenuti allo stadio Generale Gaeta. L’impianto principale della
città è oggi, tra la tristezza di chi lo ricorda catino infernale quando la
parola calcio, nel capoluogo della provincia, era sinonimo di entusiasmo,
ridotto a cumuli d’immondinzia, sterpaglie e sporcizia dapperttutto. Una
struttura abbandonata anche nel campo di gioco fino a qualche anno fa erboso e
curato nei dettagli dai costodi comunali. Ora, invece, in terra battuta. Il resto, dagli spalti senza dimenticare le
aree che conducono alle tribune e alle gradinate è roba che fa male ai
“romantici” ennesi, rimasti ancora alle festose immagini degli anni 60/70 e del
’90, quando i gialloverdi festeggiarono due storiche promozioni in serie C e C2.
Nei primi del 2000 ha avuto inizio il degrado e negli ultimi anni la struttura
è stata utilizzata solo per gli allenamenti e qualche partita ufficiale nel
campionato di Eccellenza, in quanto la Questura di Enna ha vietato l’accesso al
pubblico per delle carenze strutturali della tribuna e delle gradinate. Un
divieto che ha significato una vera e propria “mazzata” per le successive sorti
dell’impianto. Ma è giusto che una una struttura così prestigiosa resti lì, abbandonata
a se stessa, senza che nessuno muova un dito per non farla morire? La palla
passa ovviamente all’Amministrazione comunale, che dovrà occuparsi non solo di
tutti gli impianti sportivi cittadini, molti dei quali sono in pessime
condizioni, ma anche del Gaeta e su come rilanciare quello che è stato, per
oltre mezzo secolo, il luogo preferito da tante generazioni di sportivi ennesi.
Le immagini che pubblichiamo sono un colpo al cuore. Ma devono fare riflettere.
Materiale lasciato qui e lì, cartacce, bottiglie di plastica, cumuli di
immondizia; erbacce, paletti di ferro arruginiti, materiale vario ammassato
alla rinfusa. Bagni pubblici chiusi da un decennio, tribuna coperta e gradinate
impraticabili a causa degli intonaci che cadono a pezzi. Chiusi e vietati al
pubblico anche gli ingressi principali di viale IV Novembre e di via delle
Stadio ( si può accedere al campo solo da un cancello laterale). Senza
dimenticare che la pista attorno al rettangolo di gioco è talmente coperta
dalle erbacce che sembra una sorta di mulattiera tra il degrado. Situazione
peggiore non poteva esserci, ma assicura il prersidente dell’Enna Calcio,
Peppino Cannarozzo, “non sono previsti
interventi all’impianto se non quelli che riguardano una parte della gradinata
a fianco alla tribuna”. A confermarcelo è anche l’assessore ai Lavori Pubblici,
Gino La Rocca, che dichiara:“Abbiamo fatto un soprallugo la settimana scorsa e
pensiamo di rendere agibile lo stadio al pubblico prima che inizi il
campionato. Si tratta di fare alcuni lavori per rendere fruibili almeno la
gradinata e la curva che dovrebbero servire sia per gli sportivi locali che per
gli ospiti. Occorreranno circa diecimila euro che, d’accordo con il sindaco
Garofalo, pensiamo di reperire”. “E
speriamo che li reperiscano presto –commenta ancora il presidente Cannarozzo-
anche perchè il campionato inizia domenica 9 settembre e per l’ennesima volta
saremo costretti a giocare a porte chiuse”. A questo proposito, Cannarozzo
lancia un appello ai tifosi gialloverdi di avvicinarsi nuovamente alla squadra
in vista del campionato di Promozione. “Se ci
sono stati screzi –dice- fanno parte del passato, ora dobbiamo voltare pagina”.
Quindi, in attesa di segnali da
“Palazzo di Città”, che non ha i soldi per rimetterlo completamente a norma (ci
vorrebbero almeno mezzo milione di euro) il Gaeta resta in precarie condizioni e
nella provvisorietà nella speranza di sapere cosa ne sarà di un rettangolo che
rappresenta un pezzo di storia di Enna del pallone. Che non avremmo più visto,
su quel manto erboso, calcio per qualche anno lo si era capito già nel 2010, quando in via dello Stadio ci fu la visita
dei Vigili del Fuoco e degli uomini dell’allora questore Salvo Patanè, che non
esitarono a dichiarare che quella struttura era inagibile al pubblico e che per
rimetterla in piedi aveva bisogno di essere rimodernata. E per rimodernarla ci
vogliono tanti soldini che le casse comunali oggi non si possono permettere di
uscire. Ma rivederlo nel degrado più assoluto è un insulto alla città. Che
attende una risposta per non vedere morire un altro pezzo di storia sempre più
abbandonato.
Giacomo Lisacchi
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