Villarosa.
Centinaia di persone arrabbiate, momenti di tensione, sindaco, consiglieri
comunali e di circoscrizione in prima linea a prendere le difese del “debole”
di turno, anziani che minacciano lo sciopero della fame, piani e rischi per
l’ordine pubblico. Tutto per chiedere che l’ufficio postale della frazione di
Villapriolo non chiuda e rimanga davvero un presidio sociale. Chi ha assistito all’affollato Consiglio
comunale di lunedì, con tanto di occupazione simbolica della sala consiliare
prima che iniziasse l’assise, ha avuto una senzazione di vera e propria rivolta
popolare. E se così è, se un’intera comunità pacifica, laboriosa e soprattutto
onesta si ribella, significa che qualcosa, in questo Paese non funziona a
dovere. E’ quello che hanno lamentato nel corso del dibattito il sindaco Franco
Costanza, i consiglieri comunali e di circoscrizione e con essi il segretario
generale provinciale della Cisl, Tommaso Guarino, e il consigliere provinciale
Giuseppe Regalbuto che non hanno voluto mancare all’appuntamento pronti a
sostenere la battaglia difficile, ma non impossibile, della popolazione di
Villapriolo. “In questo territorio –ha detto il segretario Guarino- vogliono
togliere tutto, chiudere, desertificare, eliminare le speranze di vita a tanti
giovani”. “Domani mattina –ha promesso il consigliere Regalbuto- chiederò al
presidente Greco di convocare un Consiglio provinciale urgente”. Nel corso dei
lavori assembleari è arrivata anche la solidarietà del vescovo Pennisi. “Il
nostro paese –hanno sostenuto i consiglieri di circoscrizione- è abitato per la
maggior parte da persone anziane e non è ben servito da servizi di linea, è
sprovvisto di uno sportello bancario. Vista la situazione di enorme disagio in
cui versa il popolo di Villapriolo, se anche il sito postale dovesse mancare,
gli abitanti saranno costretti a fare i conti con una sempre più imperante e
progredente bassa qualità della vita”. Alla fine il Consiglio comunale ha
votato unanime la proposta di delibera che si esprimeva così: “Vibrata protesta
nei confronti di Poste Italiane per la pavimentata chiusura dell’ufficio
postale della frazione di Villapriolo; di costituire un comitato permanente di
vigilanza; di trasmette copia di delibera a tutte le istituzioni nazionali,
regionali e provinciali del territorio e al prefetto”. Nel documento si
evidenzia che l’eventuale chiusura penalizzerebbe una località dove il comune
ha individuato la sua area per l’insediamento artigianale; che il comune è
disposto a mettere a disposizione di Poste Italiane locali propri o, in
alternativa, pagare l’affitto. Quindi, di chiedere al prefetto di promuovere un
incontro urgente sul tema con i vertici centrali di Poste italiane. Intanto, a
Villapriolo in massa hanno occupato il Palazzo della circoscrizione. “Non
intendiamo fare guerre a nessuno –sottolineano gli anziani villapriolesi- ma
non siamo disponibili ad assistere passivamente al continuo depauperamento dei
servizi della nostra comunità”.
Giacomo
Lisacchi
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