venerdì 30 marzo 2012
“La decisione affrettata dei tecnici dell’Anas di chiudere la Ss. 121, da e per Villarosa, e di creare una rete paramassi in zona Kamuth, fu un eccesso di zelo che da una parte ha umiliato e danneggiato un’intera popolazione, dall’altro ha alterato gravamente l’equilibrio morfologico di una striscia di versante”. Lo afferma il geologo Francesco Paolo Patrinicola, il quale non ha condiviso la chiusura dell’importante arteria “motivata –dice- dall’arrivo di un frammento di roccia che, sfuggendo, per una serie di strane coincidenze e circostanze, alle regole della cinematica, andò a fermarsi sulla strada”. “Il crollo –spiega Patrinicola- avvenne in un tratto dell’ala sinistra della scarpata calcarenitica che, con i diversi processi di degrado ed erosivi del passato, nel tempo è diventata una sporgenza. Sporgenza, che appena raggiunse il suo limite d’equilibrio massimo, forse per una banale infiltrazione idrica, collassò dirigendosi in massa verso la sottostante valle senza peraltro raggiungere minimamente il bivio Kamuth. Purtroppo durante l’evento, forse per la velocità dovuta all’eccessiva pendenza del terreno, forse per una serie di rimbalzi fortuiti, un pezzo di roccia andò a finire sulla strada”. Intanto, Patrinicola lancia un allarme per i lavori che l’Anas sta portando avanti nel “tratto di versante che non fu per niente interessato dal crollo” che, “allo stato attuale, nella parte medio-bassa, è stato sottoposto ad uno sbancamento”. “Esso è molto grave in un pendio piuttosto delicato sotto l’aspetto morfologico –afferma Patrinicola-, dove i movimenti di terra sono impensabili per i danni che creano al terreno ed al territorio circostante. Questo sbancamento, oltre a rimuovere l’intera coltre detritica lungo una striscia perpendicolare al pendio, ha tagliato anche una parte delle sottostanti marne azzurre, rompendo immediatamente l’equilibrio della coltre detritica posta a monte. Le conseguenze di detto scavo saranno evidenti il prossimo inverno, e altre, le più gravi, a medio e lungo termine”. Patrinicola addirittura ipotizza che “questa parte, appena si avranno le prime piogge, scivolerà in blocco lungo il piano che la separa dalle sottostanti marne, raggiungendo ed invadendo la Ss 121”. “Stessa sorte –sottolinea- capiterà a valle del taglio a tutta la massa detritico-marmosa di riporto”. Patrinicola aggiunge infine che “se la rete paramassi fosse stata realizzata nelle adiacenze della strada statale, oppure, senza stravolgere i luoghi, sotto la scarpata calcarenitica, se l’intero versante marnoso fosse stato lasciato integro con la sua copertura detritica, oppure fosse stato sistemato con graticciate, viminate ed impianti di piante arbustee, se fosse stato sagomato appena, in modo cioè da consentire una sufficiente disciplina delle acque metoriche, l’intervento non avrebbe stravolto l’equilibrio del versante, non sarebbe stato di pregiudizio per i prossimi dissesti, non avrebbe determinato gravi presupposti per le valutazioni d’impatto ambientale, oggi divenute negative con gli interventi in atto”.
Giacomo Lisacchi
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