“Il decreto legge del
luglio 2012 n. 95 convertito in legge (135/2012) nell’agosto dello stesso anno,
a quanto pare è passato in sordina. Si tratta di un provvedimento del Governo
Monti finalizzato a ridurre i costi di locazione passivi da parte delle Amministrazioni
e degli enti statali, regionali e comunali che potrebbero utilizzare, in cambio
di quelli privati, i tanti immobili pubblici vuoti”. A dichiararlo è il
presidente del Centro studi “sen. Antonio Romano”, Mario Orlando, che da anni ,
attraverso l’associazione, lotta contro gli sprechi e contro l’uso distorto del
denaro pubblico. “I canoni di affitto –afferma Orlando- anche a Enna hanno una
rilevanza non di poco conto se si pensa che si aggirano oltre i 500 mila euro
annui”. A fare innorridere Orlando “sono gli eccessi di spesa che gli enti,
come Ufficio provinciale del Lavoro, Centro per l’impiego (ex Ufficio
collacamento), Agenzia delle Entrate, Archivio di Stato, Protezione civile,
affrontano quando potrebbero occupare edifici pubblici abbandonati”. “La
disponibilità di locali da destinare ad uffici –sottolinea Orlando- si evince
da una lettera che il 28 ottobre 2009 l’allora dirigente dell’Ufficio tecnico,
ing. Salvatore Alberti, inviò all’Agenzia delle Entrate, la quale era in cerca
di immobili pubblici idonei che potessero soddisfare le esigenze
logistico-funzionale dell’ufficio ennese. Nella lettera –aggiunge Orlando- il
dirigente comunicava che l’Amministrazione comunale non aveva la disponibilità
di locali, però metteva a conoscenza che a Enna esistono immobili da poter
adibire a tale uso. Nella lettera sono elencati l’ex Palazzo delle Finanze di
viale Diaz, l’ex Banca d’Italia di piazza Garibaldi, l’ex Ospedale di via
Trieste, l’ex Sip di via Piave, gli ex Locali Demaniali di via Colombaia e l’ex
Conservatoria registri immobiliari di via Sant’Agata. Oltre a questi –aggiunge
Orlando- da alcuni mesi si è reso disponibile anche l’edificio Inpdap di via
Trieste. Purtroppo –continua Orlando- nonostante siano disponibili diversi
immobili pubblici si preferisce pagare affitti che fanno felici i tanti
proprietari di stabili. Ancora oggi apparati dello Stato, ma anche della
Regione, dimostrano di vivere su un altro pianeta, distanti anni luce dalla
realtà. A riguardo, non escluderei neanche il Comune di Enna che se da un lato lamenta di avere poche risorse
finanziarie tali da non poter garantire l’assistenza domiciliare agli anziani,
dall’altro paga per i locali del Centro per l’impiego circa 64 mila euro annui
di affitto. Mi chiedo se il Comune tra le sue tante strutture di proprietà non
ne abbia una idonea o quanto meno da renderla tale utilizzando la stessa cifra
dell’affitto. Quanti sperperi –conclude Orlando-. Si può ritenere normale il
fatto di lasciare vuoti tanti edifici pubblici e nello stesso tempo affittare
locali da privati a cifre così importanti? Basterebbe l’ex ospedale Umberto I°,
dove si potrebbe creare la cittadella dei servizi, per concentrare in un unico
posto tutti gli uffici attalmente sparsi per la città. Così non si provocherebbero
disagi ai cittadini, come invece li stanno creando le attuali collocazioni
degli immobili dell’Archivio dello Stato e dell’Agenzia delle Entrate che si
trovano in periferia”.
Giacomo Lisacchi
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