Un gruppo di
studenti inglesi di archeologia, guidato dal prof Andrea Dolfini, docente dell’università di Newcastle, sta partecipando a un programma di stage di scavi archeologici in contrada Case Bastione dove si trova uno dei siti chiave della preistoria siciliana. La campagna scavi promossa dall’associazione Arkeos di Enna, presieduta dall’archeologo Enrico Giannitrapani di cui fanno parte anche i prof. Filippo Iannì e Anna Maria Barberi, è sostenuta sia dalla Sovrintendenza Beni Culturali che dal Comune di Villarosa. “E’ una campagna di scavo –dice Giannitrapani- che parte dalla necessità di riprendere i lavori già iniziati nel 2007 e nel 2009 per andare avanti nell’indagine, nell’investigazione di questo sito che si sta rivelando uno dei siti preistorici più importanti della Sicilia”. A che periodo risale, si può definire la sua cronologia? “Dai materiali che abbiamo raccolto in superfice questo sito lo possiamo datare tra il neolitico finale (IVmill. a.C.) e l’età del bronzo (II mill. a.C.). Poi il sito viene abbondato e rioccupato in età tardo-romana per arrivare infine al periodo medioevale. Di questo ne siamo certi perchè abbiamo trovato frammenti ceramici sia romani che islamici e medioevali. Nel 2007 e nel 2009 abbiamo aperto due saggi di scavo in uno abbiamo messo in luce una delle testimonianze più incredibili della storia siciliana; abbiamo messo in luce una serie di pozzetti intonacati in argilla che servivano per le attività metallurgiche. In pratica, fondevano il metallo che è una materia prima non presente in loco, quindi dobbiamo immaginare una rete di scambi con le coste”. Quali sono gli obiettivi di questa campagna di scavi a Casa Bestione? “Noi abbiamo un’idea che è molto affascinante. Pensiamo che in quel periodo lo zolfo fosse già una materia preziosa. In Sicilia verso la fine del III millennio a.C., intorno al 2400-2500, abbiamo altre testimonianze che lo zolfo era già conosciuto e utilizzato a scopo rituale e agricolo. Case Bastione è all’interno di un bacino zolfifero molto importante e quindi questa ipotesi può avere un fondamento, dobbiamo trovare solo le prove”. Possiamo dire che Case Bastione era un nodo strategico all’interno della Sicilia? “Sì, ed era dato da un lato dalla sua collocazione nell’ambito di un bacino ricco di materie prime: argilla, zolfo, ma anche di diversi tipi di pietre che abbiamo individuato lungo i greti dei fiumi; dall’altro perchè si trovava al crocevia di una serie di luoghi, di fiumi, ovvero le autostrade dell’antichità. Dietro le colline di Buon Riposo abbiamo il Dittaino che collega facilmente l’area della piana di Catania e proprio vicinissimo il Morello che è uno dei principali affluenti dell’Imera meridionale che agevolava i collegamenti sia verso sud ma anche verso nord dell’isola. Insomma, è posto al centro, non a caso è vicino all’Altesina che in età medievale era il luogo da dove partivano le tre valli: val di Mazzara, val di Noto e val Demone”. Alla fine di questo stage da parte dei ragazzi inglesi il sito che fa, chiude? “No, sarà interessato ancora da una Summer School, una scuola estiva a cui parteciperanno ragazzi da tutto il mondo: Spagna, Olanda, Regno Unito, Stati Uniti, Pakistan ecc. L’idea è quella di utilizzare la grande ricchezza di questo sito per scopi scientifici, ma anche per scopi didattici”.
Pietro
Lisacchi
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