sabato 17 settembre 2011

Fini: «Nuovo governo e nuovo premier» Pd e Udc: Berlusconi si dimetta Casini: ha altre preoccupazioni, vada a casa. Di Pietro: Bossi stacchi la spina

Gianfranco Fini

ROMA - Dopo la pubblicazione delle intercettazioni dell'inchiesta di Bari, le opposizioni compatte chiedono le dimissioni di Silvio Berlusconi, che comunque assicura la sua intenzione di non voler mollare. Dalla maggioranza arrivano invece inviti a ragionare a Bossi, che ieri ha definito troppo lontano il 2013, anno di scadenza naturale della legislatura,

Fini: nuovo esecutivo e nuovo premier. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, auspica che «all'interno della maggioranza finiscano col prevalere il buon senso e la decisione di dare vita a un altro governo. E un altro governo presuppone, almeno per me, un altro presidente del consiglio. Credo che, al di là delle dichiarazioni di questo o di quello - ha spiegato alla festa futurista di Novedrate - gli italiani abbiano capito che così non si può andare avanti, anche tanti italiani che hanno votato per il centrodestra. Personalmente spero che anche nell'ambito della maggioranza finiscano col prevalere il buon senso e la decisione di dare vita a un altro governo che abbia maggiore credibilità internazionale, che si occupi dell'economia e faccia uscire il paese da questa crisi». Con un altro presidente del Consiglio? gli è stato chiesto. «Un altro governo presuppone, almeno per me, un altro presidente del consiglio».

«Io non giudico, io dico che purtroppo l'immagine dell'Italia a livello internazionale si aggrava giorno per giorno e nessuno capisce quello che sta accadendo nel nostro Paese - ha detto Fini a chi gli chiedeva di commentare l'intercettazione telefonica nell'ambito dell'inchiesta della procura di Bari in cuiSilvio Berlusconi afferma di fare il premier a tempo perso - Nessuno capisce per quale motivo il presidente del consiglio dedichi buona parte del suo tempo a questioni che non sono relative alla lotta crisi economica e al rilancio dell'economia. L'Italia esce dalla crisi tutta intera e non ha bisogno di carnevalate padane, ma di un governo che governi e di un premier che non dica scherzosamente che lo fa a mezzo servizio perchè ha la mente impegnata altrove».

Per il presidente della Camera il richiamo di Umberto Bossi alla secessione rappresenta un'offesa per tutti gli italiani. «Sono parole - ha affermato - che non offendono solo gli italiani dal Po in giù, ma gli italiani tutti. Oggi la nostra Italia si trova in un momento in cui deve saper ritrovare il senso di essere una nazione. È questa la ragione per cui è estremamente grave che da parte di chi ha responsabilità di governo o porti responsabilità politiche, siano sempre più flebili nell'ambito del centrodestra le proteste ogni volta che da parte della Lega Nord c'e una violenta polemica nei confronti dell'unità nazionale. Peggio ancora che, dopo le parole di ieri del ministro Bossi, con una palese invocazione alla secessione, chi ha responsabilità di governo o responsabilità politiche nel Pdl taccia come se si trattasse di una sciocchezza, come se fosse il caso di non prendere sul serio queste parole. Queste parole lo voglio dire con chiarezza, non offendono solo gli italiani dal Po in giù ma gli italiani tutti».

Il Pd: Berlusconi vada a dimettersi. «L'Italia, con i suoi gravi problemi, non si può permettere un esecutivo che governa a tempo perso. Le parole sono finite. Berlusconi si rechi al Quirinale e rassegni le dimissioni», dice Davide Zoggia, responsabile Enti locali del Pd, parlando a nome della segreteria del partito.

«Per fortuna che esiste il capo dello Stato il quale da un lato svolge un'azione terza, dall'altra si assume un'azione di supplenza perche il Paese non è governato - ha detto il leader Udc Pierferdinando Casini- Chi deve governare ha altre preoccupazioni. C'è un presidente del consiglio che non ha più voglia di governare, è un motivo sufficiente perchè vada a casa, non può pensare di ingessare il Paese».

L'Udc: «Il presidente del Consiglio faccia subito un gesto di generosità nei confronti degli italiani e si dimetta dal suo incarico. Si difenda nel modo migliore ma spinga il suo partito a iniziare una nuova fase politica dando l'occasione di arrivare a un governo di responsabilità nazionale - ha detto il segretario nazionale Lorenzo Cesa agli altipiani di Arcinazzo - La situazione è diventata davvero insostenibile ed è necessario pensare di più agli interessi del Paese. Le forze politiche devono unirsi per affrontare le tante emergenze di cui soffre l'Italia».

Di Pietro: «Bossi sia coerente: se considera che il governo sia arrivato alla fine stacchi la spina - ha detto alla festa dell'Idv a Vasto - Se non lo fa Bossi diventa complice, cioè si comporta come Tarantini o Lavitola ricattando il governo per cercare di ottenere qualcosa in più».

«Certo che vado avanti», ha ribadito invece Silvio Berlusconi ieri sera, ai tanti che, durante la festa per il matrimonio della nipote Luna, gli si sono avvicinati per dirgli di non mollare e tener duro. I partecipanti hanno descritto un Berlusconi «sereno, tranquillo».

Renato Brunetta lancia un messaggio a Umberto Bossi perchè il governo finisca la legislatura nel 2013. «Dobbiamo andare a votare alla scadenza naturale - ha detto il ministro - primo perchè non si capitalizzano le perdite. Abbiamo bisogno di questo tempo per far ripartire l'economia e riaccendere la luce a metà del guado». Per Brunetta i prossimi 18 mesi servono «per la ripresa dell'economia» e se si andasse alle elezioni anticipate «non solo perderemo, ma perderemo male. Lo dico a Bossi, a Tremonti e a chi pensa di andare a elezioni prima della primavera 2013». Brunetta ribadisce che si dovrebbe andare alle urne solo «dopo aver completato il programma di governo. Andremo ad elezioni con risultato unico, con il pareggio di bilancio. Sto sognando una campagna elettorale nel 2013 in tutte le piazze, raccontando di aver raggiunto in 5 anni, gli anni più difficili della storia d'Italia, il pareggio di bilancio, cosa mai accaduta dal 1875 del governo Minghetti, il governo della destra storica». Citando il Palio di Siena, il ministro ha criticato gli “antiitaliani”: «Non importa vincere, ma l'importante è che il tuo avversario perdà. Questa è purtroppo la cultura prevalente dell'Italia degli antiitaliani. Oggi pur di battere la coalizione di chi sta governando, si chiama il nemico all'esterno, o si gioca al massacro. Quello che ha fatto Bersani, che sta facendo la Cgil della Camusso, che ti fa lo sciopero generale. Non è solo lotta politica, che sarebbe fisiologica. Qui è la lotta storica di un'Italia minoritaria di mettere sotto l'Italia minore».

Cicchitto: «Noi lavoriamo per arrivare fino alle elezioni del 2013, affermando la continuità della vita politica italiana e impegnando a fondo il governo su un'operazione economica che si misuri con i problemi che ci sono a livello internazionale - ha detto il presidente dei deputati Pdl - Il governo ha già fatto una manovra. Credo che il futuro riguardi un impegno per ridurre fortemente il debito pubblico e per una politica della crescita».

«Rivolteremo il governo come un calzino - promette Raffaele Bonanni - Il Paese è stanco di un governo litigioso, questa situazione è insostenibile. La gente è in agitazione e palesa un dissenso evidente, chi non se ne rende conto è davvero miope», sostiene il leader della Cisl.

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