Le ruote della sua bicicletta, custodita come una reliquia dalla moglie Salvatrice e dalle figlie Pina, Serafina e Santina, sono ferme ormai da tredici anni, ma nell’immaginario collettivo dei villapriolesi rimane ancora quel che è sempre stato: il ciclista, il salutista, lo sportivo per eccellenza. E proprio per queste sue doti che Salvatore Laponzina, quest’anno, viene ricordato nell’ambito degli eventi estivi organizzati dalla Commissione festeggiamenti SS Crocifisso, presieduta da don Salvatore Bevacqua. Infatti, sarà dedicato alla memoria di Laponzina, scomparso nel novembre del ’98, all’età di 75 anni, il primo Trofeo “SS Crocifisso” e primo Memorial “Salvatore Laponzina” di ciclismo, valido a livello regionale. La gara si terrà oggi (domenica) dalle 15,30 in poi e vi parteciperanno circa 80 atleti appartenenti a tredici società provenienti da tutta la Sicilia. La kermesse, patrocinata dal Comune di Villarosa, è stata affidata per la parte tecnica organizzativa alla società PD “Marco Pantani” di Villarosa del presidente Giovanni Biancucci. La gara, con partenza da piazza La Furia, si svolgerà su un tracciato di 54 chilometri e interesserà la SS 290 direzione Calascibetta, la SS 121 direzione bivio Kamut e Misericordia e la Sp 6 bivio Villapriolo- Villarosa.. E’ previsto un traguardo volante in corso Garibaldi a Villarosa , un G.P.M. di 2 catg in via Nazionale a Calascibetta e il traguardo finale in piazza La Furia a Villapriolo. Molti i team –dichiara il presidente Biacucci- che hanno aderito entusiasticamente alla competizione, che giungeranno ad esempio da Caltanissetta, San Cataldo, Catania, Siracusa e da altri centri siciliani”. “Ci è parso doveroso organizzare la prima edizione del Memorial “Salvatore Lapunzina” –sottolineano l’assessore comunale Mimmo Russo e tutti i componenti della Commissione-, per eternare nel gesto significativo di tanti giovani atleti un esempio insigne di generosità. Salvatore Laponzina era una persona leale, straordinaria, uno sportivo, amante del calcio che aveva praticato in gioventù, ma soprattutto un appassionato di ciclismo”. “Nostro padre –ricordano le figlie- era appassionato di ciclismo da più di 60 anni: lui e la bicicletta erano una cosa sola, il suo era un vero e proprio amore”.
Pietro Lisacchi
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