ENNA. Quanto accaduto nel corso della campagna
elettorale per le elezioni politiche dello scorso 4 marzo, con la sorprendente
quanto immotivata scelta di autosospensione di tutto il gruppo consiliare del
PD, ad esclusione della sottoscritta, ha rappresentato una sorta di punto di
non ritorno rispetto alla mia attuale collocazione all’interno dello stesso
gruppo. A questo singolare modo di
intendere la militanza e il sostegno al proprio partito si aggiunga, poi, il
fatto che la gestione del gruppo consiliare del PD rasenta da troppo tempo la
schizofrenia, a cominciare dalle riunioni, per le quali si invitano solo i
consiglieri che si reputano vicini ad una determinata posizione e ci si
dimentica degli altri, così come si decide, in spregio ad ogni basilare regola
statutaria, di volta in volta, chi può essere accettato all’interno del gruppo
e chi no. Ma anche nella gestione
dei lavori d’aula la confusione dei ruoli regna sovrana, con il gruppo che è
sempre rappresentato da voci diverse e, spesso, in palese contrasto sulla linea
da seguire. Una linea
politica che, il più delle volte, ha come unico obbiettivo danneggiare la
città, colpevole di non essere in linea con il desiderio di rivalsa di molti di
loro, come avvenuto recentemente nella votazione sull'esenzione IRPEF.
Un'inutile prova di forza (l'ennesima) sulla pelle degli ennesi. Tutti questi fatti mi portano ad affermare che sono
venute meno le ragioni per cui, ad inizio della consiliatura, ho aderito al
gruppo del PD, dal quale intendo uscire, tornando a rappresentare in Consiglio
Comunale la Lista Torre- Giovani Democratici, con la quale sono stata eletta e
nella cui organizzazione giovanile ho un ruolo attivo, che intendo proseguire,
così come, con questo atto, non viene meno la mia appartenenza al Partito
Democratico. Provvederò a
notificare ufficialmente questa mia scelta in occasione della seduta di Consiglio
Comunale del 26 aprile 2018.
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