martedì 1 maggio 2012

Vanessa salutata da un lungo appaluso


Avvolta da un cuscino di fiori bianchi, salutata da un lungo applauso: così a Vanessa Scialfa, la giovane ventenne assassinata giovedì 24 aprile dal suo convivente, è stato dato l’estremo saluto dai suoi cari e da una immensa folla di concittadini accorsi ai suoi funerali, nella chiesa più importante della città dove risiede la Patrona, Maria Santissima della Visitazione. Nel primo banco del Duomo, i familiari di Vanessa non erano soli: accanto al papà Giovanni, alla mamma, al fratello e alla sorella, l’ex fidanzato Alessandro che pare sia stato la causa scatenante della furia omicida di Francesco Lo Presti, in quanto Vanessa avrebbe pronunciato il suo nome in un momento di intimità. Un fatto questo che avrebbe acceso un forte diverbio tra Vanessa e il Lo Presti che aveva assunto fra l’altro della cocaina e dal quale la giovane donna aveva deciso di separarsi. Quando è iniziata la funzione funebre, in chiesa è calato il silenzio. E’ un silenzio colmo di sofferenza, ma anche di volontà, forte, di credere nel bene. “Nessuno di noi era presente nel momento della sua morte –ha detto nell’omelia don Franco Greco che ha concelebrato con mons. Francesco Petralia il rito-, Lei sì- riferendosi alla Beata Vergine- per accompagnarla davanti al Signore. Noi potremo dire con forza che è viva, perchè è con colui vivente, è con il risorto, è con Gesù. Possiamo considerarla un angioletto adesso. Fa rabbia il modo in cui Vanessa ha concluso la sua vita terrena –ha aggiunto il sacerdote-. Vanessa per il suo amore ha dovuto morire. Perdona lui –riferendosi all’assassino- che non ha saputo amare e non ha saputo capire”. Ma ai funerali non c’erano soltanto familiari, amici e conoscenti, ma anche il capo della Squadra mobile di Enna, Giovanni Cuciti, il comandante provinciale dei carabinieri, Baldassare Daidone, che hanno coordinato le indagini, ed una rappresentanza della Polizia e dell’Arma. Erano presenti anche il vice presidente della Provincia Antonio Alvano e il sindaco di Enna, Paolo Garofalo, con la fascia tricolore accompagnato dall’intera Giunta, il quale ha voluto che fosse presente il gonfalone municipale “proprio per sottolineare che l’intera città di Enna partecipa a questo grave lutto”. Garofalo ha anche lanciato un segnale forte e chiaro: “Enna sarà sede di un convegno nazionale sulla violenza contro le donne. E’ necessario continuare a discutere – ha detto- di un problema che sta diventando un vero allarme sociale: basta ricordare che sono 54 le donne uccise da compagni, conviventi e mariti nei primi 4 mesi del 2012”. Il coltello alla gola, i calci, le forbici di casa, le mutilazioni genitali, gli stupri, il commercio dei corpi, i vicini che non sentono, le denunce inutili, le fughe disperate sono le violenze che le donne ancora subiscono nel contesto italiano. “La famiglia italiana uccide più della mafia, più della criminalità organizzata straniera e di quella comune”, che “il posto più insicuro per la donna è la propria casa –scrive l’avvocato Barbara Spinelli, esperta di femminicidio”.  Un termine questo affibiato dalla Nazioni Unite per il triste primato tutto italiano. Una strage che si consuma per lo più dopo mesi di liti e violenze dentro le mura domestiche e che spesso vede protagonisti uomini che non accettano di essere lasciati. Le donne uccise da uomini sono sempre di più: 127 del 2010, 137 nel 2011 e sono già 55 i femminicidi nei primi mesi di quest’anno. “Perché? -è l’interrogativo che Maria Grasso, presidente dell’Associazione Donneinsieme “Sandra Crescimanno” di Piazza Armerina, si è posta appena è stata data la notizia del ritrovamento del corpo di Vanessa-. Potevamo fare qualcosa per proteggere questa giovane donna che potrebbe essere nostra figlia, sorella, amica? Forse Vanessa aveva chiesto aiuto magari senza parlare, muta, sperando che qualcuno aprisse le orecchie, spalancasse gli occhi, non si girasse dall’altra parte e ascoltasse questo grido silenzioso che viene dal profondo e che noi non siamo riusciti a sentire troppo presi dai nostri problemi quotidiani. Il tema della violenza sulle donne si presenta spesso e prepotentemente nella mia vita di donna e di presidente dell’unico sportello antiviolenza della provincia di Enna. A noi le donne chiedono una voce. A noi le donne chiedono di parlare per loro, di nominare e nominare tante volte quello che succede all’interno delle case. Perché la violenza è soprattutto esercitata dagli uomini sulle donne, è in larga misura esercitata all’interno della famiglia o da persone conosciute dalle vittime”. “La vicenda ennese – sottolinea invece Stefano Dell’Aerea, psichiatra, psicoterapeuta e responsabile del Sert di Enna- ha portato alla luce problemi di stolking, violenza e droga, ma il problema più grosso è l’incapacità di molti di non resistere alla frustrazione dell’abbandono”. Il responsabile del Sert spiega anche che “Enna di certo non si tira indietro rispetto ad altre realtà”  riguardante all’utilizzo di stupefacenti. “C’è un grande abuso –dice- di alcol, la cocaina gira per la città ed anche la vecchia eroina è tornata in auge.  E non è solo un problema di giovani perché anche quarantenni o cinquantenni ne fanno uso. Per tutti è un piacere, un rifugio o un voler aumentare il livello di performance ed in questo la cocaina purtroppo si presta tanto, ma allo stesso tempo provoca danni gravissimi”.

Giacomo Lisacchi

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