“Cal non era indagato, i magistrati milanesi lo hanno sentito soltanto come persona informata sui fatti”, ha detto il suo avvocato Rosario Minniti a SkyTg24, “e il San Raffaele non è coinvolto in alcuno scandalo finanziario”. Secondo Minniti, il colloquio con il pm Luigi Orsi ha riguardato semplicemente “la crisi finanziaria” dell’ente ospedaliero. Il manager si è sparato con una calibro 38 regolarmente detenuta, dopo essere arrivato in ufficio per raccogliere gli effetti personali, visto che era dimissionario. Dopo aver salutato la segretaria, ha chiuso la porta e si è sentito il colpo.
“Mario Cal e’ deceduto alle ore 10.57 presso il pronto soccorso dell’ospedale San Raffaele, dove era stato portato alle ore 10.21″, afferma in un comunicato il primario dell’emergenza Michele Carlucci. “E’ stato immediatamente rianimato”, continua, “le sue condizioni sono apparse subito critiche ci sono stati periodi di stabilizzazione dei parametri vitali, tuttavia Cal è deceduto”.
Il manager sanitario ha lasciato una lettera, ma non se ne conosce ancora il contenuto. “Non era preoccupato per l’inchiesta giudiziaria, ma per i debiti accumulati dal San Raffaele, che non aveva mezzi per far fronte al pagamento dei creditori”, ha dichiarato l’avvocato Minniti. Anche se pochi giorni fa è entrato in carica un nuovo consiglio d’amministrazione, guidato da Giuseppe Profitidel Bambin Gesù di Roma, sostenuto dal Vaticano e da un nutrito pool di banche.
Negli anni Novanta, Mario Cal era stato coinvolto in due inchieste del filone Mani pulite: quella sui terreni venduti sottocosto dall’ente assistenziale Ipab, guidato dal socialista Matteo Carriera, e per una storia di corruzione alla Guardia di finanza, per ordine dell’allora magistrato Antonio Di Pietro.