“La straordinaria partecipazione ai referendum del 12 e 13 giugno ha rappresentato un giro di boa nel rapporto tra società e politica. Lo spontaneo attivismo di centinaia e centinaia di cittadini e cittadine, soprattutto giovani, nel corso della campagna elettorale, è stata tra le principali ragioni che ha determinato quell’imponente coinvolgimento. Nonostante ciò, l’alternarsi nelle scorse settimane di dichiarazioni a mezzo stampa di vari esponenti politici locali atte a rivendicarne il risultato ha mostrato ancora una volta l’assoluta sordità di questa classe dirigente che, chiusa nei palazzi decisionali, non ha compreso come quella moltitudine autodeterminatasi, lungi dall’essere rappresentata dai tradizionali schieramenti, ormai ridotti a meri comitati elettorali, richieda, al contrario, la necessità di un cambiamento nella dialettica e nelle forme della politica.
Il dibattito nel centro-sinistra da troppo tempo ormai si svolge nella continua evocazione di una “sinistra” non meglio definita cui aprire le porte di una alleanza elettorale, senza che mai vengano avanzate proposte di merito e senza che mai venga dato effettivo avvio ad un livello ufficiale di consultazione. Ma quello che è accaduto il 12 e il 13 giugno ha nei fatti rimescolato le carte e, con questa consapevolezza, noi sosteniamo che La Sinistra ha già chiuso i propri accordi; li ha chiusi con quel popolo dei referendum che ha esondato glia argini del politically correct e che ha posto al centro del dibattito questioni nodali: l’accesso alle risorse pubbliche, la lotta all’impunità per una giustizia giusta, la consultazione popolare come strumento imprescindibile di controllo e di giudizio sull’operato dei governi. Vogliamo dunque continuare a mantenere fermo l’asse della nostra iniziativa nella società e fra i movimenti, ma proprio per questo non ci sfugge il tema della rappresentanza e della riforma della politica che quella straordinaria partecipazione ha posto all’ordine del giorno.
A quanto pare, nelle prossime settimane assisteremo ad Enna ad una riformulazione della Giunta comunale dalla quale, probabilmente, non sarà avulso il vertice dell’Assessorato alla cultura ed alle politiche giovanili. Da quel che si comprende, la strada che si sta battendo sembra immutata rispetto al passato e impermeabile al vento di cambiamento inaugurato dal popolo dei referendum. Da elemento strategico attraverso cui instaurare un dialogo permanete col tessuto giovanile, sperimentando idee e progetti politici per le giovani generazioni, tale Assessorato sembra nuovamente configurarsi come l’ultima delle caselle in cui incastonare “trombati” nella tornata elettorale, in contraddizione a quanto più volte da te annunciato. Alla luce di ciò ti chiediamo di far seguire alle tante parole dette finalmente i fatti. Tirati fuori dalle malsane pratiche delle trattative segrete, tutte rispondenti a logiche perverse e ormai lugubri, in cui oscuri, grassi ed insignificanti figuri cercano di ricollocarsi perché incapaci di accettare la loro fine politica, e sposta lo sguardo entro quel mare di partecipazione che ha nei fatti avviato un nuovo corso.
Da parte nostra la disponibilità ad aprire un ragionamento proficuo passa per la valorizzazione di quella imponente soggettività politica che è emersa il 12 e 13 giugno. Su questo terreno ti sfidiamo: svincola la nomina dell’Assessore alla cultura dai patteggiamenti tra i partiti o, peggio, tra le fazioni di uno solo, e affida quell’incarico fondamentale per la rinascita culturale della nostra città ad un giovane o ad una giovane parte viva di quella soggettività e, dunque, capace di rappresentarla, mettendone a valore le potenzialità che è stata ed è in grado di esprimere”.
Roberta Gulisano
Carmelo Albanese
martedì 5 luglio 2011
Lettera aperta al sindaco di Enna
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