Quello di martedì scorso, doveva essere il consiglio comunale per l’approvazione del bilancio di previsone, invece ad occupare il centro della scena è stata la rottura del sindaco, Paolo Garofalo, con l’Ato EnnaEuno e la presa di distanza di qualche consigliere del Pd sulla gestione dell’Ato rifiuti. Il rovente intervento del sindaco Garofalo si è basato quasi esclusivamente sui rapporti con la società EnnaEuno e sul Piano economico finanziario 2011 di 4.759.683 euro, presentato dalla stessa con circa un milione in più rispetto al 2010. Un piano dove “sono stati rilevati numerosi punti oscuri nel conto economico” per il quale l’ingegnere capo non ha dato parere favorevole. Un piano economico che Garofalo ha definito senza mezzi termine “una cosa improponibile”, “una provocazione che viene fatta alla città che ha onorato i suoi impegni”, “uno sfottò”. “Noi siamo perchè questo collegio di liquidazione si dimetta immediatamente –ha tuonato Garofalo-. Il Comune di Enna, nell’ultima assemblea dei soci, è stato l’unico comune a dare la sfiducia a questo collegio, tanto che uno dei sindaci vicino al mio partito era felece perchè finalmente il sindaco di Enna era rimasto isolato. Questo ci ha dato la forza di dire “ è vero siamo soli qui dentro, ma non ci sentiamo soli in consiglio comunale e in città”. E riferendosi poi ai lavoratori dell’Ato, ha detto chiaramente: “io voglio garantire la serenità delle famiglie dei lavoratori, ma non la ricchezza”. “Io ho il dovere di difendere il comune di Enna e i suoi uffici. Il mio ragionamento è semplice da capire per chi è in buona fede, è semplice da capire per chi non percepisce il super minimo”. Garofalo è uno dei sindaci fautore per l’applicazione del contratto degli Enti locali ai dipendenti dell’Ato e di Sicilia Ambiente che potrebbe abbassare i costi del servizio, portando tra l’altro gli operatori ecologici da part time a full time, mentre ad essere penalizzati sarebbero gli impiegati e coloro che beneficiano dei cosiddetti “super minimi”. Nel corso del dibattito si è registrata una netta presa di posizione da parte dei consiglieri del Pd a favore del sindaco. “Sposo in toto l’intervento del sindaco –ha sottolineato il consigliere Angelo Salamone, vicino al sen. Crisafulli-. Ho già detto altre volte che voglio e vogliamo chiudere con un passato che non ci appartiene e, soprattutto, a me non appartiene in riferimento a tutte queste vicende dei rifiuti. Pertanto, caro sindaco, condivido con te di aprire una fase di confronto o scontro che sia con l’Ato e sappi che sarò al tuo fianco”. Un intervento quello di Salamone che per il consigliere del PdL Dario Cardaci “rappresenta un dato politico importante di assoluta novità da mettere in evidenza”. Se al collega Salamone –ha detto Cardaci- il passato non gli appartiene, ovviamente non gli appartengono nemmeno i metodi che sono stati seguiti per riempire fino a trasbordare un carrozzone inutile e dannoso come l’Ato. Allora sarà d’accordo con noi nel dire che le questioni vanno razionalizzate e ridimenzionate partendo da ciò che rappresenta l’appesantimento principe e cioè l’eccesso di personale amministrativo. Se è così ce ne compiaciamo”. Quindi Cardaci chiede se il Pd è in condizioni di fare “un’azione seria al suo interno per spezzare l’isolamento in cui sindaci di questo stesso partito hanno messo il sindaco di Enna considerato che sostiene che tutto “il problema è legato essenzialmente ad un aspetto contrattuale da ridimensionare. Perchè da un contratto di tipo A bisogna passare ad uno di tipo B e questo colpirà essenzialmente una categoria che non è quella dei lavoratori che sta per la strada, ma è l’altra. E l’altra è arrivata in quel posto come sappiamo. E se è arrivata lì, come sappiamo, sarete nelle condizioni di essere conseguenziali e arrivare fino in fondo”?
Giacomo Lisacchi
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