Villapriolo. Come ogni anno il SS Crocifisso il 23 agosto compie il miracolo di attirare a sè centinaia e centinaia di partecipanti: villapriolesi, certo, ma non solo; perché per andare dietro al Cristo in croce si accorre anche dai paesi vicini: Villarosa, Calascibetta, Alimena, Enna e tanti altri. Insomma, si era in tanti e descrivere la processione del Crocifisso non è cosa da poco, soprattutto quando se ne vogliono sottolineare gli aspetti più toccanti, sacri e umani. Quest’anno poi, in particolare c’è stato un evento mai avvenuto: per la prima volta, invitati dalla Commissione dei festeggiamenti, presieduta dal parroco don Salvatore Bevacqua, e dall’assessore comunale Mimmo Russo, hanno partecipato ai festeggiamenti, e quindi al corteo processionale, le sette confraternite di Villarosa: San Giacomo, SS Crocifisso, San Giovanni, Santa Barbara, Santo Sepolcro, Immacolata e Madonna della Catena. “E’ una testimonianza di comunione tra i due paesi –ha detto il rettore Costantino Bencivinni-. Questa sera stiamo scrivendo una pagina di storia, quella che dopo 25 anni dalla nascita delle nostre confraternite siamo presenti a Villapriolo. E’ un evento di fraternità, di concordia perchè con la pace si costruisce. Unisce le nostre due comunità l’amministrazione comunale, ci unisce la Chiesa, perchè non dimentichiamo che siamo fratelli in Cristo”. A concelebrare la messa solenne è stato don Luca Crapanzano di Barrafranca, assieme al parroco don Salvatore e a don Pavilas Narijauskas di Vilnius, capitale della Lituania, amico di don Luca. “Questa sera siamo in tanti –ha detto don Salvatore Bevacqua prima della benedizione solenne- all’ombra della Croce. Quella che desidera il mio cuore di parroco è vedervi anche le domeniche un pochino di più”. Al seguito del fercolo il sindaco, Gabriele Zaffora, il presidente di circoscrizione, Lorenzo Meli, il comandante della stazione dei carabinieri, mar. Francesco Cupani, il comandante della polizia municipale, Vincenzo Profeta, gli assessori e i consiglieri comunali. Un momento molto intenso della processione, le frequenti soste, dove al grido di “viva u Santissimu Crucifissu”, chi per grazia ricevuta, chi per devozione, dona “la purmissioni”, spillandola alla fascia che cinge la vita del Crocifisso.
Pietro Lisacchi
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