Il Palazzo della Delegazione comunale, ieri pomeriggio, ha aperto le porte ad una interessante mostra fotografica organizzata dall’artista fotografo Mario Volanti. La mostra denominata “La fotografia come storia, ricordo e cultura” è dedicata ai segni del passato che ancora oggi caratterizzano Villapriolo e che portano il visitatore indietro nel tempo, in un viaggio alla riscoperta di ricordi personali e cenni storici della frazione villarosana. La mostra che sarà aperta sino al 28 agosto è stata inaugurata dal sindaco, Gabriele Zaffora, alla presenza del presidente di Circoscrizione Lorenzo Meli, dell’assessore al Turismo e Spettacolo, Mimmo Russo, dell’ex assessore comunale alla Cultura, Piergiovanni Zaffora, del parroco, don Salvatore Bevacqua, e di un numerosissimo pubblico. “La fotografia –ha detto Mario Volanti, villapriolese doc formatosi professionalmente a Milano dove si era trasferito da ragazzo con tutta la famiglia- è saper vedere, carpire e fermare un attimo, un frammento di vita che rimarrà come memoria, storia e cultura di quello stesso attimo. Questa mostra, questa rassegna fotografica è e vuole essere un omaggio al mio piccolo paese”. Paese, appunto, che, attraverso una interpretazione personale di Volanti, prende vita attraverso una serie di fotografie suggestive ed evocatrici che ci regalano squarci naturalistici, momenti storici e di vita, istantanee del paese che fu. “Il nostro benemerito concittadino, Mario Volanti –ha evidenziato il sindaco Zaffora-, attraverso la sua espressione artistica fotografica ci regala momenti della vita quotidiana, delle tradizioni della nostra comunità che diventa documento storico. Gli siamo grati perché lui ha inteso di fare dono di questo suo lavoro alla sua gente di un tessuto di comunità che è andato negli anni sperduto. E’ un’opera meritoria perchè ritengo che una comunità che non ha memoria del proprio passato non è messa nella condizioni di avere un futuro specialmente a beneficio delle giovani generazioni . Quindi una memoria attraverso la fotografia da dare in eredità a chi verrà dopo di noi con il compito di tenerla sempre viva e completarla di continuo”.
Pietro Lisacchi
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