Quanto guadagna uno stenografo parlamentare? Dai due ai seimila euro netti. E un “Tecnico addetto ai cantieri”? Dai 1.800 ai 4.400 euro. Un consigliere parlamentare? Dai tre ai novemila euro netti. E il vertice assoluto del Palazzo, rappresentato dal segretario generale? Oltre 13 mila euro. Ecco i burocrati dell’Ars, nei confronti dei quali i parlamentari hanno chiesto a gran voce una sorta di “operazione trasparenza”. E, per la verità, sono già intervenuti con le forbici. Nel bilancio di previsione 2012 dell’Ars, infatti, i deputati questori hanno deciso il taglio del 10% delle indennità di funzione dei dipendenti dell’Assemblea. È stato, questo, solo l’ultimo (finora) capitolo di quella che appare sempre più come una sorta di “guerra fredda” tra parlamentari e burocrati.
I primi non accettano di essere additati come gli unici depositari dei privilegi della casta e puntano l’indice contro i secondi: “Qui noi, spesso, rimaniamo una sola legislatura e poi torniamo a casa. Ma all’Ars c’è gente che lavora da trent’anni, e non è mai esposta a critiche sui propri stipendi”. Il concetto è espresso da un deputato dell’Ars, ma è estendibile alla stragrande maggioranza. E, forse, c’è anche qualche fondamento di verità, almeno stando alle cifre diffuse dall’Assemblea, in queste lamentele. Il personale dell’Ars è di 248 persone. Si tratta di un segretario generale, 41 consiglieri parlamentari, un giornalista (che in realtà ha già chiesto di andare in pensione), 12 stenografi, 21 segretari, 42 coadiutori, 15 tecnici amministrativi, 115 assistenti. Un organico sottodimensionato, in fondo, rispetto a quanto individuato dalla pianta organica di Palazzo dei Normanni (296 dipendenti). Ma certamente non sono sottodimensionati gli stipendi.
Per intenderci, il segretario generale, con 24 anni di anzianità, guadagna la bellezza di 13.145,67 euro netti. Una busta paga che può fare invidia a un assessore. E anche… a un deputato regionale. Non se la passa male nemmeno il segretario generale aggiunto, con uno stipendio di 11.308,36 euro. Certo, questi sono gli estremi. Ma nemmeno le indennità degli “appena assunti” all’Ars se la passano male. Il livello più basso, l’assistente parlamentare, ha una retribuzione iniziale netta di 1.530 euro, che con 24 anni di anzianità arriva a 3.746,79 (sempre netti). Un tecnico amministrativo, invece, guadagna da appena assunto, 1693 euro, mentre all’apice della carriera arriva a 4.061,58. Il coadiutore va dai 1.820 ai 4.443,87 euro. Sempre salendo nella gerarchia dei dipendenti, si giunge al segretario parlamentare: per lui, uno stipendio iniziale netto da 2.162 netti, mentre dopo 24 anni di anzianità lo stipendio è di 5.729,86 euro. Uno stenografo guadagna invece dai 2.518 ai 6.295,95 euro. Infine, il livello più alto è quello di “consigliere parlamentare” semplice: appena assunto per lui stipendio netto da 3.097 euro, che giunge a 9.257,56. Poi, come detto, ecco le indennità “over diecimila euro” del segretario generale e dell’aggiunto (con 24 anni di anzianità).
La busta paga dei dipendenti, poi, viene “rimpinguata” dalla cosiddetta “indennità di mansione”. Anche questa varia in base all’anzianità di servizio. Per i 14 assistenti “autisti e motociclisti” e per l’unico infermiere”, infatti, la maggiorazione va dai 198,95 ai 397,88 euro. Per l’unico tecnico amministrativo “addetto ai cantieri” un’indennità ulteriore che va dai 165,78 ai 331,58 euro. Per i tre assistenti con mansione di “idraulico, giardiniere, cameriere, barbiere, addetto ad apparecchiatura incellofanatrice per spedizione”, una maggiorazione che vai dai 132,63 ai 265,26 euro. Stesse cifre, più o meno, per i tre elettricisti. A queste cifre fino all’anno scorso si aggiungevano le indennità di missione (dai 140 ai 191 euro), abolite proprio nell’ultima bozza di bilancio. Tra i più alti in grado, i “Consiglieri parlamentari”, oltre al segretario generale e al suo “aggiunto”, altri nove hanno una carica ulteriore, quella di “direttore” dei Servizi. Per loro, ecco altri 1.790,49 euro lordi mensili. In nove, quindi, nella peggiore delle ipotesi si portano a casa uno stipendio superiore agli 11 mila euro.
In nove. Peccato che all’Ars esistono i “consiglieri parlamentari con compito particolare”. Per loro, un incarico analogo a quello che alla Regione è riservato ai dirigenti dei cosiddetti “Uffici speciali”: e una indennità di funzione uguale a quella degli altri direttori dei servizi. E queste “indennità di funzione” concorrono a rimpolpare in maniera corposa lo stipendio dei dipendenti. I responsabili delle unità operative guadagno in più dai 530 euro lordi degli assistenti ai 729,47 euro lordi dei consiglieri. Un assistente capo incassa invece 663,16 lordi in più. E se il vicesegretario generale aggiunge 2.122,08 euro lordi, un “capo ufficio” ne incassa 1.061,05 in più. Peccato che in alcuni casi, è capo di… una persona soltanto. Accade per il capo dell’ufficio dei deputati questori, a quello per il “coordinamento dell’attività legislativa”, a quello di ben cinque commissioni legislative. In tutti questi casi, appunto, c’è un solo un capo a guidare un solo dipendente.
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