Enna. Verso le ore 11 di ieri ai Carabinieri veniva richiesto, dalla Compagnia di Caltanissetta, di intervenire in un’area del monte Contrada Capodarso, territorio del comune di Enna, ove dei privati cittadini, durante un’escursione su quei luoghi per la ricerca di lumache, avevano rinvenuto la presenza di ossa, presumibilmente umane, all’interno di alcune grotte scavate nel terreno. Giunti sui luoghi, unitamente alla dott.ssa Paola D’Ambrosio, Sostituto Procuratore della Repubblica di Enna, e a personale del Reparto Operativo CC di Enna e Caltanissetta, in effetti si constatava la presenza di diversi anfratti scavati nel terreno di natura calcarea, ove in alcuni erano visibili in superficie numerose ossa e frammenti di ossa umane sparsi sul pavimento. Si provvedeva quindi ad effettuare un sopralluogo, con documentazione fotografica e repertamento dei singoli componenti ossei, visibili sulla superficie della succitata grotta.
Nel pomeriggio dello stesso giorno militari dipendenti, coadiuvati da personale specializzato dei Vigili del Fuoco di Enna effettuavano un’accurata ispezione di quei luoghi, scoprendo, che su quel sito vi era la presenza di numerose altre grotte, contenenti non solo ossa e parti di ossa umane, ma anche frammenti di vasellame. A questo punto presupponendo che si potesse trattare di un insediamento di interesse storico-archeologico, si contattava, il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Palermo e personale della Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Enna, quest’ultimo riferiva che nella zona di Capodarso esisteva un’area denominata “Parco archeologico di Sabucina e Capodarso” nonché risultava esservi in zona una Riserva naturale orientata del Monte Capodarso e della Valle dell’Imera meridionale Enna – Pietraperzia – Caltanissetta. Si contattava allora la Dott.ssa Bonanno, responsabile del parco archeologico, la quale, verso le ore 17:00, interveniva personalmente sul sito e, dopo aver visionato le ossa umane repertate precedentemente, alcuni cocci di vasellame rinvenuti nella grotta, e dopo aver visitato tutte le grotte individuate nella giornata, di cui non si era a conoscenza fino a quel momento, riferiva, senza ombra di dubbio, trattarsi di una necropoli a grotticelle risalente all’epoca della Magna Grecia, databile in un periodo approssimativo ricadente tra il IV e il VI secolo A.C. e che i resti umani rinvenuti risalgono certamente a quelle epoche storiche.
La Dottoressa D’Ambrosio a breve disporrà che le ossa repertate ed i frammenti di vasellame siano messi a disposizione della Soprintendenza.
I militari operanti hanno immediatamente ricevuto il plauso dell’intera scala gerarchica
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