On. Grimaldi, Lei nel '97 era Assessore al Territorio e Ambiente alla Regione Siciliana. Può confermare o smentire se all'interno della miniera dimessa di Pasquasia sono depositate scorie nucleari radioattive? “Le dico subito che non sta certamente a me affermare se a Pasquasia ci siano le scorie. Vi è l'Autorità Giudiziaria che sta svolgendo un lavoro come si deve in collaborazione con la Guardia di Finanza di Caltanissetta per fare chiarezza, mi auguro definitivamente, su questo grosso rischio che stanno correndo le popolazioni dell'ennese e del nisseno. Nel 1997 ebbi a dichiarare la mia grande preoccupazione perché su un'indagine che era stata condotta dall'oncologo Cammarata su casi di leucemia e tumori, si era verificato un certo preoccupante loro incremento. Allora, abbiamo iniziato ad occuparci della miniera di Pasquasia e non solo della miniera di Pasquasia; ebbi a denunziare che l'intera Sicilia rischiava di essere trasformata in una pattumiera dell'Europa. Ho denunziato la presenza di amianto in tutto il territorio provinciale, nelle cave abbandonate ed in altri siti. Ricordo che fu aperta un'indagine, la quale indagine però non portò assolutamente a chiarire dubbi e perplessità, e soprattutto le preoccupazioni della popolazione ennese. Fui addirittura considerato una persona che voleva creare inutile allarmismo. Ma l'allarmismo non ero io a crearlo, ma erano i dati preoccupanti di mortalità per tumori in una provincia, in una città come Enna dove, non essendoci industrie o motivi d'inquinamento particolare rispetto alle altre province o territori d'Italia, questi erano dati molto ma molto preoccupanti”.
Il Suo Assessorato come ha gestito, dunque, questa complessa faccenda collegata alla presunta presenza di scorie tossiche all'interno della miniera? “Io tentai, allora, con tutte le mie forze di fare luce su questo fatto ma, obiettivamente debbo dirlo, agii quasi da solo. Lo dichiarai a quell'epoca e continuo a sostenerlo anche adesso: non mi sono trovato accanto le istituzioni e le forze politiche. La cosa mi preoccupò moltissimo a tal punto che quando fui ascoltato dalla Procura di Caltanissetta ebbi a dichiarare, ricordo bene, la mia grande preoccupazione nel sentirmi isolato nel portare avanti questa battaglia che non era una battaglia politica ma era una battaglia di un uomo responsabile, il quale aveva un ruolo importante nella Regione Siciliana con il mandato che mi era stato conferito dal Presidente della Regione. Mi ricordo bene che allora venne a trovarmi da Roma il Generale Comandante del NOE, il Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, il quale mi confermò che anche lui era convinto che Pasquasia contenesse nel suo interno delle scorie radioattive. L'ecomafia in quel tempo era protagonista in tutto il territorio italiano e principalmente in quello siciliano. Sono sicuro che quando il Procuratore generale antimafia Vigna ebbe a sostenere in televisione che la dichiarazione del pentito Leonardo Messina su Pasquasia era una dichiarazione attendibile, avvalorava la mia ipotesi, la tesi che avevo sostenuto. Ma poi su tutto questo è calato il silenzio più assoluto”. On. Grimaldi, Lei ha parlato di ecomafia e ha fatto riferimento al pentito Leonardo Messina... “Non ho fatto riferimento io, ma lo ha fatto il procuratore Vigna”.
Da quanto risulta da quelle confessioni, il Messina avrebbe parlato di un probabile coinvolgimento dei servizi segreti nell'affare Pasquasia e che negli anni '80 agenti del SISDI avrebbero contattato l'allora amministrazione comunale per richiedere un'autorizzazione a seppellire in quella miniera materiale militare. Ecomafia, va bene; ma non ci troviamo, probabilmente, anche di fronte ad un possibile coinvolgimento delle stesse istituzioni? Quindi, c'era e c'è chi in Italia forse sapeva e sa? “Io non me la sento di entrare nel merito della questione anche se certamente allora, oltre allo stesso stato italiano, anche altri stati europei avevano urgente necessità a trovare dei siti idonei per collocare le loro scorie. Poiché altri siti in Europa erano già esauriti, e non era quindi più possibile trasportare e seppellire le scorie, si scelse la miniera di Pasquasia come la più idonea allo scopo. Ma la cosa grave, veda, è che troppe cose coincidono. Una miniera che poteva dare ancora tanto lavoro per molti anni, per decenni, fu inspiegabilmente chiusa ed il fatto è gravissimo. Ci sono due posizioni. C'è un'opinione che sostiene che la miniera di Pasquasia poteva ancora produrre solo per qualche anno ed un'opinione, sempre tecnica, che afferma invece che per decenni la miniera poteva ancora essere sfruttata. Questa miniera improvvisamente però fu chiusa e non si capisce, a tutt'oggi, perché non si possa più riaprire. Tutto questo certamente ci fa pensare che c'erano diversi interessi”.
Lei, On. Grimaldi, nel '97 si trovò al centro di uno spiacevole episodio tanto che se ne discusse durante una seduta della Commissione Parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della Mafia. L'On. Miccichè ebbe in quell'udienza a sostenere che Lei aveva tentato personalmente d'entrare nella miniera di Pasquasia, oramai chiusa e in completo stato d'abbandono, per costatare cosa stava accadendo ma che Le fu fisicamente vietato.
“Quando cercai di entrare a Pasquasia con dei tecnici, con degli esperti del mio assessorato, ebbi grande difficoltà ad accedervi, perché non volevano che entrasse la televisione. Non volevano nel modo più assoluto che si vedessero i pozzi. Quando poi sono riuscito ad entrare all'interno della miniera, la cosa più strana che vidi era che uno di quei pozzi, che loro chiamavano bocche d'aria o sfiatatoi enormi e profondi di diametro più di 15 metri, era stato riempito con materiale che di sicuro era stato trasportato all'interno della miniera per chiudere, per tappare in modo definitivo quella bocca. E non si tratta di materiale buttato dentro casualmente come può verificarsi in una miniera temporaneamente chiusa, come quando qualcuno che vede una pietra e che la butta dentro. Qui si tratta di TIR carichi di materiale che poi hanno buttato dentro appositamente per seppellire e nascondere un qualcosa”. A proposito di TIR. Se materiale radioattivo è stato scaricato nella miniera, sicuramente sono stati utilizzati dei camion speciali e, in ogni caso, sotto una stretta sorveglianza. È possibile che nessuno li abbia mai visto circolare nelle strade della Sicilia o raggiungere ed entrare a Pasquasia? È possibile che nessuno abbia saputo niente o visto mai nulla? I misteri pasquasiaci sembrano a questo punto essere veramente indecifrabili.
“Qualcuno avrà certamente visto e quindi ci sono senz'altro grandi responsabilità. Abbiamo fatto anche degli accertamenti ed in superficie si è riscontrata la presenza di radioattività. Però, allora, questa cosa fu chiusa, fu accantonata. Adesso la Procura della Repubblica di Caltanissetta e la Guardia di Finanza di Caltanissetta oramai da mesi portano avanti un'indagine su Pasquasia. Questo certamente ci preoccupa e nello stesso tempo ci rende orgogliosi perché finalmente qualcosa di serio si sta movendo. La GdF vigila su questa miniera 24 ore, notte e giorno, per evitare che qualcuno possa entrare o possa creare altri ulteriori danni all'ambiente. La presenza delle Fiamme Gialle e l'indagine che la Procura sta conducendo con grande serietà e con grande impegno, fa presupporre che, in effetti, ci siano grandi responsabilità sulle quali bisogna far subito chiarezza. Perché, vede, tutto nella vita può essere ammesso, eccetto che giocare con la vita della gente. Su questa cosa credo che la classe politica ed anche tutti i cittadini debbano essere molti vigili, molto attenti. Siamo fiduciosi e in attesa di scoprire il danno enorme che con tanta semplicità, da parte di qualcuno, si è commesso nel passato”. Solo quando si avrà l'assoluta certezza della presenza di contenitori nucleari all'interno della miniera, si potrà allora iniziare a pensare di bonificarla. Ma come si potrebbe procedere ad una sua bonifica? “In Europa, quando seppelliscono fusti contenenti le scorie nucleari, gli buttano poi sopra il sale per evitare che possano eventualmente creare danni. Ma io sono convinto che, nel tempo, logorandosi la lamiera di questi bidoni, le scorie possano contaminare le falde acquifere e quindi causare grosse preoccupazioni. Per riaprire Pasquasia bisogna innanzitutto capire qual è il danno che è stato fatto e cosa realmente ci sia nella miniera. L'ENEA aveva creato un bunker sotterraneo per fare degli esperimenti e si vorrebbe ora addebitare la presenza di questa radioattività proprio a quegli esperimenti che aveva allora fatto. Come bisognerebbe bonificare Pasquasia questo sinceramente non lo so, ma bonificare Pasquasia significherebbe ridare poi lavoro a centinaia di persone ancora per molti anni e questo è l'obiettivo finale. Prima però bisognerebbe fare chiarezza, intervenire energicamente e punire i responsabili per poi passare alla fase che potrebbe essere lo sfruttamento dei Sali”. Ma Lei sa benissimo, On. Grimaldi, che della miniera non resta quasi più nulla. I pozzi sono otturati e tutti gli impianti oramai sono fuori uso. In queste condizioni, Pasquasia come potrebbe mai riaprire?
“Ci sono grandi responsabilità, perché lì c'erano macchine efficientissime. C'era l'obbligo, dopo la chiusura, di occuparsi della manutenzione delle macchine perché da un momento all'altro la miniera doveva essere riaperta. La verità è che questa miniera è servita, prima, a dare lavoro e occupazione a molte famiglie e, poi, è servita a fare arricchire qualcuno che gestiva la miniera”. Se involucri con sostanze radioattive furono effettivamente seppelliti a Pasquasia, magari sotto sollecitazione di qualche stato estero come, ad esempio, la Francia che si trovò nella necessità di smaltire le proprie scorie nucleari, adesso saranno in qualche posto che magari sarà molto difficile da scoprire e da raggiungere. Ora, per la bonifica, occorre sapere dove esattamente i contenitori sono interrati. L'interno di Pasquasia è vastissimo. Non pensa, Lei, On. Grimaldi, che il posto ideale per saperlo possa trovarsi magari in qualche segreto archivio sotterraneo dei servizi di sicurezza a Roma? “La strumentazione che oggi abbiamo a disposizione può consentirci di arrivare molto vicino a dove sono seppellite queste scorie perché la presenza delle radioattività viene segnalata”. Una volta segnalata la presenza di radioattività, nasce però il vero problema che sarà quello di entrare nella miniera, perché il suo stato d'abbandono... con i pozzi chiusi...
“Non essendoci stata più volontariamente, mi auguro di no, ma penso di sì, la giusta manutenzione, adesso non è più facile entrare nella miniera perché sarebbe molto pericoloso. E tutto questo, penso, possa collegarsi con tutto ciò che, eventualmente, secondo le mie previsioni, si è realizzato nel passato. Il non curarsi più dell'ordinaria manutenzione serviva proprio per evitare che un giorno si potesse entrare dentro e capire quello che realmente era successo. Io sono convinto che la verità, alla fine, salterà fuori perché ho visto il grande impegno che la Guardia di Finanza sta mettendo per fare chiarezza. Credo che si arriverà alla verità. Il problema serio è che intanto bisognerebbe cominciare a pensare come eventualmente potere bonificare, ma non soltanto dalle scorie. Come in tutte le cave in disuso, anche Pasquasia è stata rifugio di altri materiali pericolosi, tossici come l'amianto. Tempo fa ho avuto modo di denunciare la presenza d'amianto in vetture ferroviarie abbandonate nella stazione di Dittaino, vicino ad Enna, ed anche in quell'occasione fui quasi criminalizzato. Adesso, finalmente, si sono tutti resi conto che c'è. Possono considerarci, noi della provincia di Enna, come la gente più brava e più buona d'Italia e della Sicilia, possono farci mancare magari il lavoro, ma non possono assolutamente tenerci con il pericolo sulla testa, non possono assolutamente farci morire”. Ad Enna si muore anche in modo anomalo e ci sono parecchie morti sospette. Il pericolo, come Lei afferma, incombe realmente sulla testa, anzi sulla salute, degli ennesi. L'alta concentrazione di antenne e ripetitori telefonici - radio - televisivi nel quartiere di Montesalvo, ad esempio, sta causando una non poca preoccupazione. La zona è stata dichiarata altamente a rischio e il quartiere è stato incluso recentemente fra i 152 siti italiani responsabili di produrre elettrosmog. La Procura della Repubblica di Enna e il Sostituto dott. Salvucci, collaborato dagli uomini della Guardia di Finanza di Enna, dal 1999 stanno svolgendo indagini a riguardo, anche per appurare se vi siano state e vi sono delle responsabilità. E il Sindaco Prof. Ardica ha deliberato recentemente che le antenne da Montesalvo debbano essere o spostate in altri siti lontano dalle abitazioni o verranno oscurate. “Anche per questo provvedimento di Ardica, fatto nell'interesse proprio della collettività, non abbiamo visto, ancora una volta, presenti gli ambientalisti e le istituzioni. Allora, penso che ad Enna abbiamo oramai deciso che, per forza, dobbiamo accorciare la nostra vita. Io invece dico che bisogna lottare per la nostra vita, per la nostra sopravvivenza, per garantirci di poter arrivare ad una certa età senza malattie e senza grossi problemi di salute. Questo provvedimento molto coraggioso del Sindaco Ardica è stato sottovalutato, se non addirittura ostacolato”. Ma il dott. Salvucci ci ha recentemente dichiarato che l'ordinanza del Sindaco, quella di fare oscurare le antenne, è stata magnifica e che ammira l'On. Ardica per quello che ha fatto e per come sta gestendo la situazione. “Alla Magistratura bisogna rivolgere un vivo ringraziamento per quanto sta facendo e perché ha dimostrato grande sensibilità per il problema dell'ambiente. È, questo, un problema che dobbiamo tutti, dal semplice cittadino alla classe politica, dalla Magistratura alle forze di Polizia, cominciare ad attenzionare al massimo, perché in un ambiente ammalato, non c'è dubbio, stiamo tutti male. In un ambiente sano, invece, possiamo cominciare finalmente a sperare che i nostri figli possano vivere una vita diversa. La Procura della Repubblica sta lavorando molto bene. Desidererei che anche gli ambientalisti, i quali fanno alle volte delle battaglie per loro importanti, serie, interessanti come, per esempio, quelle per l'Autodromo di Pergusa, riserva o non riserva, ma poi quando si tratta di grandi problemi come le antenne della zona Montesalvo, la miniera di Pasquasia, l'amianto buttato ovunque, chiudono simpaticamente gli occhi. Invece, apriamoli gli occhi sulle cose più serie. L'Autodromo di Pergusa deve continuare ad esistere perché non solo fa parte della storia della Sicilia ma perché è nato, non dobbiamo dimenticarlo, prima della riserva stessa. Sulla riserva tutti gli occhi sono puntati, perché forse ci sono altri interessi nello spostare l'autodromo da Pergusa”. On. Grimaldi, voglio però ricordarLe che durante l'udienza della Commissione Parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della Mafia, di cui prima si è parlato e nella quale si discusse delle probabili scorie di Pasquasia, il dott. Realacci, presidente di Legambiente, ebbe anche a difenderLa. “Sì. Sì. Legambiente. Io le dico subito che all'inizio mi sono trovato vicino solamente gli amici di Legambiente. Tutte le altre associazioni rimasero completamente in silenzio. Legambiente mi fu obiettivamente all'inizio vicino. Poi però anche Legambiente ha dimenticato questo grosso problema della nostra città e della nostra provincia”. Desidero ringraziarLa per quello che ci ha detto. È stato molto chiaro sulle Sue posizioni come uomo politico. In conclusione, voglio farLe la stessa domanda iniziale rivolta, però, al semplice cittadino Ugo Grimaldi: ci sono o non ci sono le scorie nucleari radioattive a Pasquasia?
“Da semplice cittadino, dico che sono preoccupato e che sono convinto che stanno lì e che ci sia pericolo. Da politico, invece, vorrei non affermarlo perché qualcun altro politico potrebbe anche strumentalizzare la mia dichiarazione. Da semplice cittadino, ne sono convinto e sono per questo preoccupato, molto preoccupato”.
Finalmente si parla di svolta e si entra nel vivo dei lavori di ricostruzione delle strade provinciali e delle scuole. Ne abbiamo parlato con il presidente della provincia, Pippo Monaco, che ha fatto prima una sorte di esame di valutazione su quello che è stato l’operato dell’anno che è passato. “Un anno –ha esodito Monaco- pesantissimo per via dei tagli e di una logorante burocrazia che peggiora una situazione già difficile per fondi che non arrivano”. Poi ha parlato del “cammino virtuoso avviato” dalla sua amministrazione “che riguarda tutta una serie di cose che negli anni precedenti si erano programmate”. “Per la viabilità –ha detto-, anche se i finanziamenti della legge 296 prevedevano per la nostra provincia oltre 100 milioni di euro, poi ridotti a 38, siamo in una fase avanzata per la ricostruzione di molte strade provinciali disastrate, avendo già aggiudicate 27 gare, molte delle quali si stanno contrattualizzando. Il problema più grosso, che ci preme in modo particolare, è la ricostruzione della Sp n.28, la cosiddetta Panoramica; una strada di accesso strategica per Enna, per la quale la Provincia ha realizzato il progetto che è stato approvato. Ora, avendo le carte in regola, ci stiamo muovendo politicamente per ottenere quanto prima la firma per il finanziamento e quindi avviare il bando per il ripristino di questa importante arteria. Inoltre, grazie all’impegno dell’assessore Zinna, si è risvegliato il progetto per il completamento della Nord-Sud. Progetto che è stato inserito, come ci ha confermato l’Anas ed il presidente Lombardo, nel “Piano nazionale per il Sud”. Infine, l’ ufficio tecnico, sotto la guida dell’assessore ai Lavori Pubblici, Antonio Alvano, sta cercando, nel rispetto dei tempi, di ultimare nel più breve tempo possibile i progetti esecutivi da inviare a Palermo presso la task force regionale, costituita per il rientro della Venere ad Aidone per la ristrutturazione ed ammodernamento di alcune strade provinciali che costituiscono di fatto il percorso che dall’autostrada Palermo-Catania, e precisamente che dallo svincolo di Mulinello porta sino all’innesto sulla statale 288, nei pressi dei boschi di Bellia, per poi arrivare ad Aidone. Le strade interessate sono le provinciali 7°, quindi la provinciale 4 che passa nei pressi di Valguarnera, la provinciale 88, che ora viene utilizzata perché la “4” nella parte terminale, subito dopo la galleria, si presenta con una frana di grosse proporzioni, quindi il collegamento con la “turistica” e poi con la statale 117 bis, che porta alla periferia di Piazza Armerina dove c’è l’innesto con la statale 288. Per l’ammodernamento di queste strade i progetti esecutivi prevedono complessivamente un impegno di spesa di un milione e mezzo di euro, già stanziati, con 400 mila euro per la provinciale 7°, 700 mila euro per la provinciale 4 e 405 mila euro per l’ammodernamento della provinciale 88, mentre la statale 288 subirà degli interventi che però saranno di competenza dell’Anas regionale. Sono tutti progetti capaci di innescare meccanismi virtuosi con effetti benefici per l’economia e l’occupazione”. Monaco quindi ha parlato dell’edilizia scolastica: “Sul fronte delle scuole –ha sottolineato- abbiamo completato il Liceo classico di Nicosia e quanto prima ci sarà il trasferimento degli studenti in questa bellissima struttura. Così come finalmente abbiamo superato tutti gli ostacoli per l’appalto di 700 mila euro dell’Istituto Tecnico Industriale di Piazza Armerina. Un istituto che è stato progettato in mezzo all’acqua e realizzato con cemento depotenziato, tanto che due terzi della struttura è inagibile. Per l’Istituto Magistrale di Enna, i cui lavori durano vergognosamente dal 1999, si sta lavorando per la messa in sicurezza dell’edificio. Con la ditta che realizzò l’edificio, e con la quale era nata una controversia, abbiamo raggiunto una sorta di accordo transattivo per il completamento della struttura. Così come sta andando avanti il Liceo classico Colajanni di Enna, i cui lavori stanno proseguendo senza intoppi per il rifacimento del tetto e l’adeguamento sismico”. Il presidente della provincia, nel corso della sua esposizione, non ha mancato di fare riferimento anche ad alcuni successi della sua amministrazione, come il riconoscimento alla provincia di Enna di istituire uno dei 5 istituti tecnici superiori previsti in tutta Italia per quanto riguarda il campo energetico. “E questo –ha detto Monaco- nonostante le difficoltà che le altre province siciliane ci hanno frapposto. Abbiamo già redatto l’atto costitutivo e in questo momento si trova in Prefettura per il riconoscimento della Fondazione alla quale hanno aderito importanti aziende a livello nazionale. E’ una scuola speciale di alta teconologia che garantirà a molti giovani diplomati competenze specialistiche e occupabilità nel settore energetico. Un altro successo è il riconoscimento del Pon Sicurezza (Programma operativo nazionale sicurezza) finanziato dal Ministero dell’Interno. Un finanziamento che con la prima trance ci permetterà di ristrutturare l’edificio di via Bagni, ex locali della Cpc, dove si creerà un centro di raccolta, di formazione, di assistenza e di socializzazione degli immigrati. Un altro importante riconoscimento –ha concluso Monaco- è l’approvazione dell’Apq giovani, il cui progetto denominato “Orange point” consiste nella realizzazione in diversi comuni della provincia di una serie di corsi e attività per i giovani che riguarderanno vari aspetti dell’artigianato. Corsi che si faranno con personale qualificato e non voglio nel modo più assoluto che vengano gestiti dai soliti carrozzoni di scuole fasulle”.
Intervista del 16 marzo 2001 all'On. Ugo Grimaldi
di Angelo Severino