Solidarietà da parte dei cittadini per i lavoratori precari della scuola ennese che ieri hanno dato vita ad un sit-in di protesta in piazza IV Dicembre davanti la scuola media “Pascoli”, per difendere il loro diritto al lavoro. La manifestazione è stata organizzata dalla Flc-Cgil, Cisl-Scuola, Uil-Scuola, Snals-Confsal e Gilda-Unams per dire no ai tagli operati dal governo che “aggravano una condizione di grande sofferenza anche nella scuola ennese”. “Ai 240 posti sottratti lo scorso anno –sostengono i segretari provinciali delle cinque organizzazioni sindacali-, nel 2010/2011 se ne aggiungeranno 143 per il personale docente e altri 60 circa per il personale Ata. Gli effetti per la scuola della nostra provincia sono devastanti: non vengono garantiti il tempo pieno e neanche il tempo prolungato, con una riduzione di quelli già esistenti; si formano classi numerose con pluralità di alunni disabili, ai quali non sono assicurate le ore di sostegno necessarie; si riduce la qualità dei servizi amministrativi, tecnici e ausiliari, aumentando il carico di lavoro; non è garantita l’accoglienza e soprattutto la vigilanza degli alunni; la soprannumerarietà, aberrante nei vari ordini di scuola, determina un ulteriore deterioramento della qualità dell’offerta formativa, pregiudica la continuità didattica e la stabilità del personale; i precari storici della nostra provincia non troveranno più lavoro”. A Enna, le iniziative di protesta contro i tagli di personale nella scuola sono iniziate già alcuni giorni fa con la grande assemblea che si è svolta presso l’auditorium dell’Istituto commerciale “Duca d’Aosta” e culmineranno domani nella manifestazione regionale a Palermo. “Chiediamo alle istituzioni locali e al presidente della Regione Raffaele Lombardo –aggiungono ancora i segretari sindacali della scuola- di intervenire presso il governo nazionale per impedire lo scempio della scuola pubblica; di adottare tutti i provvedimenti necessari per garantire agli studenti della nostra provincia una scuola pubblica statale sicura e di qualità. La lotta che stiamo portando avanti non è solo per i centinaia di docenti e personale Ata che rischiano il posto di lavoro, ma è una battaglia che riguarda l’intera società. Infatti, siamo qui per sensibilizzare e invitare le famiglie, gli studenti, le associazioni, i movimenti e i partiti politici a mobilitarsi per difendere la scuola pubblica”.
Giacomo Lisacchi
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