“In base a quali precisi articoli di legge può il consiglio comunale, rendere legittimo un atto viziato da incompetenza come quello prodotto dall’ex giunta Agnello”? Questa è stata la domanda del consigliere di Primavera democratica Mauro Incardone rivolta al legale del Comune nel corso del dibattito della ratifica delle due delibere di giunta riguardante la Tarsu 2009 e 2010. “E’ un atto annullabile –è stata la risposta del legale- per cui l’amministrazione, di fronte ad un atto annullabile, può anche decidere se mantenerlo nel mondo del diritto convalidandolo. La decisione evidentemente non è rimessa ad una discrezionalità, ma ad una serie di valutazioni prima fra tutte l’interesse pubblico”. E l’interesse pubblico, secondo l’amministrazione Garofalo, sta nel fatto che se non si riscuotono le due annualità di Tarsu si determinerebbe nel bilancio un buco di 4 milioni di euro che potrebbe portare di nuovo al dissesto il Comune. Ovviamente, questa motivazione non ha convinto l’opposizione, ma soprattutto non ha convinto l’Assoconsumatori e il Centro studi Romano, da una parte, e il Comitato cittadino contro il caro rifiuti dall’altra, che dichiarano guerra all’amministrazione Garofalo con due distinti comunicati. “Relativamente all’approvazione della delibera di ratifica della Tarsu 2009 e 2010 da parte del consiglio comunale -si legge nel comunicato di Assoconsumatori e Centro studi- si fa presente che la ratifica ha l’effetto di sanare il solo vizio di incompetenza, ma non da altri vizi. E per questo stiamo valutando con i nostri legali l’impugnativa della delibera di ratifica. I cittadini che hanno presentato ricorso avverso gli avvisi bonari del 2009 possono stare tranquilli ed attendere le eventuali future notifiche da presentare alle associazioni per le valutazioni del caso”. Per il Comitato cittadino, invece, il consiglio comunale di Enna ha perso un’ulteriore “occasione per fare chiarezza sulla tarsu 2009 e 2010; anzi ha creato ulteriori atti dubbi e illegittimi”. “Da tutta questa procedura impropria-si legge nella nota- che sembra più un arrampicarsi sugli specchi ci chiediamo: perché il sindaco non ha annullato in autotutela le delibere, così come proposto dal nostro comitato, dando la possibilità al consiglio comunale di svolgere fino in fondo il suo ruolo? Ancora: perché il sindaco ha portato le ratifiche delle delibere solo dopo un anno, a tempo scaduto e in violazione, quantomeno, allo statuto del contribuente che vieta la determinazione di tasse e imposte in modo retroattivo? Nutriamo più di un dubbio su questi atti consumati dal consiglio, in spregio, tra l’altro, ai ricorsi pendenti avanti al Tar di Catania e in spregio ai tanti cittadini che per difendersi da tariffe illegittime sono stati costretti a ricorrere alla Commissione Tributaria. Esamineremo con calma quanto deliberato dal Consiglio Comunale –conclude la nota-, riservandoci ogni azione legale, dal punto di vista amministrativo e contabile, a difesa dei diritti dei cittadini e della legittimità degli atti”.
Giacomo Lisacchi
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