A scatenare l’ennesima ‘guerra’ nel Pd è stata la lettera aperta di Enna in Movimento e Fendinebbia, due associazioni con molti soci aderenti al Pd, ma in forte contrasto con l’attuale dirigenza provinciale, al sindaco Paolo Garofalo, che ha protestato “per la mancata considerazione del Comune di Enna nell’iniziativa, promossa dal tavolo unico di regia per lo sviluppo e la legalità di Caltanissetta, denominata “zona franca per lo sviluppo e la legalità”. Lettera che a causa dei contenuti, per il segretario provinciale e comunale Mario Alloro e Vittorio Di Gangi, “risultano palesemente lesivi dell’immagine e della dignità politica e umana del Partito Democratico, della sua classe dirigente e dei suoi rappresentanti istituzionali”e per questo hanno dato mandato ai loro legali “di procedere nei confronti dei firmatari presentando formale querela per diffamazione”. Secondo le due associazioni culturali, l’allarme lanciato da Garofalo, “in ordine al pregiudizio per il territorio ennese, è giustificato dall’assoluta evidenza che un imprenditore, posto di fronte ad una scelta tra Enna e Caltanissetta, ovviamente sceglierebbe Caltanissetta”. A sostegno di tale tesi, Enna in Movimento e Fendinebbia intanto contestano “l’amministrazione comunale di Enna governata da una strana alleanza che comprende un moncone del Pd che ha per leader politico il senatore Crisafulli, la lista civica che si riconosce nella leardership dell’onorevole Grimaldi ed in qualche cuffariano più o meno sommerso”. Ma contestano sopratutto la direzione politica provinciale per il fatto che quello che ”ha prodotto nell’arco degli ultimi anni, non è certo stato un modello di sviluppo, né di legalità”. “Il Patto Territoriale –si legge nel documento- ha portato nella nostra provincia svariati miliardi di vecchie lire che non hanno creato nessuna ricchezza al di fuori di quella regalata alla cricca politico-affaristica che l’ha gestita. La realizzazione degli Ato ha portato al crollo economico-finanziario quello che si occupa della nettezza urbana, per la “dissennata gestione”, e quello idrico “agli onori della cronaca nazionale, essendo stato segnalato dal quotidiano Repubblica come pessimo esempio”. “Il Consorzio Asi –continua la nota-, amministrato da due dei più significativi esponenti del PD, l’ex deputato Rabbito ed il segretario provinciale Mario Alloro, è anch’esso franato sotto milioni di euro di debiti. L’Università Kore, presieduta – con garanzie di inamovibilità da fare invidia all’elezione papale – dal crisafulliano Salerno, è finita nella medesima logica clientelare ed antimeritocratica comune a tutte le altre esperienze sopra ricordate”. Fatti che le due associazioni si dicono certi che il sindaco Garofalo ne sia “pienamente a conoscenza, essendone stato autorevole dirigente per anni”, cosi come dovrebbe essere a conoscenza “della scarsa attenzione che il PD locale ha avuto per i temi della legalità nella scelta del personale politico, consentendo ed agevolando carriere politiche di uomini che hanno comprovati rapporti con ambienti malavitosi”. Non ti sarà sfuggito –continua la nota- neanche che i principali attori economici provinciali non splendono di luce legalitaria vivissima. E’ un fatto che i vertici della Camera di Commercio e di Confindustria siano stati citati da autorevoli fonti di informazione nazionale come soggetti aventi un ruolo in vicende all’attenzione della magistratura penale. Al di là delle responsabilità penali che non tocca certo a noi accertare, forse ragioni di opportunità avrebbero consigliato una maggiore “sensibilità legalitaria” nelle designazioni, in linea con l’ammonimento del Procuratore Scarpinato, guarda caso, Procuratore Generale a Caltanissetta, per il quale è la politica che deve chiudere il cerchio virtuoso iniziato a tracciare da Camera di Commercio di Caltanissetta e confindustria nissena e che ha costituito quel modello Caltanissetta, noto in tutta la Sicilia. Se si volesse cercare una sintesi di quel “modello Enna”, che un tempo qualche illusionista pensava dovesse essere esportato, la sintesi sarebbe nel rapporto perverso allacciato tra politica ed economia, con continua alternanza e confusione di ruoli, tra politici e consulenti, tra Presidenti ed imprenditori e tra rappresentanti delle istituzioni e soggetti economici. Gli effetti del malato rapporto tra politica ed economia ennese sono stati la corruzione della politica e l’inquinamento dell’economia”. Le due associazioni fanno un’ultima considerazione secondo la quale “la Procura della Repubblica di Caltanissetta offre le migliori garanzie” rispetto a quella di Enna, “afflitta da cronici problemi di personale”. “Come vedi, Caro Sindaco Garofalo –conclude la lettera-, se qualcuno ritenesse che il tessuto politico-imprenditoriale ennese non è esattamente il più idoneo per esperimenti, quale quello della zona franca della legalità, non gli si potrebbe dare del pazzo”. “Ho letto con attenzione la lettera aperta a me indirizzata dall’associazione culturale Fendinebbia e dall’associazione Enna in Movimento –è stata la risposta del sindaco Garofalo- che, a mia memoria, sono rappresentate per la maggiore da ex appartenenti al Pci e poi al Pds e infine ai Ds. Tra questi, alcuni ex consiglieri comunali, ex assessori comunali, ex assessori provinciali, ex segretari provinciali di partito e così via, insomma gente qualificata che ha ideato, partecipato e contribuito alla vita politica degli ultimi dieci anni. Nel bene e nel male. Per questo ho letto con molta attenzione. Perché la predica non viene da ignari personaggi della politica, ma da attori protagonisti con i quali ho condiviso parte del mio personale percorso politico, a volte in sintonia, a volte in contrasto. Dalla lettura attenta, rilevo che gli stessi non sono stati così accorti nel leggere la mia nota data alla stampa, con la quale non “piagnucolavo” per non essere stato inserito nell’elenco dei comuni ricadenti nella “zona franco urbana della legalità”, ma mi incazzavo perché dopo avere legalmente partecipato ad un legale bando e dopo che la Regione Siciliana ha ritenuto valida e, quindi legale, la proposta fatta dalla Città di Enna, non si è avuta notizia di alcuna forma di finanziamento, mentre, per la ZFU della legalità (o di Caltanissetta?) pare ci sia la possibilità immediata di cassa”.
Giacomo Lisacchi
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