Al di là della retorica e della demagogia, il futuro dovrebbe essere davvero dei giovani e non tanto per ragioni anagrafiche, quanto perchè la provincia di Enna non può contare su altre risorese, se non sulle intelligenze e sull’entusiasmo delle nuove generazioni e che immaginano un territorio diverso, differenti qualità della vita, opportunità di investimento e occasioni di lavoro vero. E’ anche per questo che ha assunto, martedi pomeriggio, un significato di rilievo la “Veglia –Giovani e lavoro”, presieduta dal vescovo, mons. Michele Pennisi, che si è svolta nella chiesa di San Cataldo. Una “Veglia di preghiera” organizzata dalle Acli, dalla Cisl e dal Mcl, alla quale hanno aderito numerosissime associazioni, in occasione della beatificazione di Papa Giovanni Paolo II e nel trentennale della pubblicazione della sua lettera enciclica Laborem exercens, della quale la segretaria della Cisl, Rosanna La Placa, ne ha letto alcuni brani: “...agire contro la disoccupazione perchè quanto assume certe dimensioni, può diventare una vera calamità sociale. Essa diventa un problema particolarmente doloroso, quando vengono colpiti soprattutto i giovani, i quali, dopo essersi preparati mediante una appropriata formazione culturale, tecnica e professionale, non riescono a trovare un posto di lavoro”. Argomento che è stato affrontato dal segretario generale della Cisl, Peppe Aleo, e dal presidente provinciale delle Acli, Nico De Luca. “Il nostro pensiero –ha esordito Aleo- va ai lavoratori che sono asserragliati all’interno della galleria Geraci, ma va soprattutto ai disoccupati, ai giovani che sono particolarmente penalizzati nella nostra provincia per la grave crisi economica e sociale”. Aleo, infine, nell’elencare tutte le associazioni che hanno partecipato alla celebrazione si è augurato che “questa giornata possa essere l’inizio di un percorso comune”. Per Nico De Luca, invece, “il senso di questa preghiera è un fatto nuovo”. “Fermiamoci un attimo –ha detto- a pregare per dare speranza ai nostri giovani e soprattuo alle loro famiglie che insieme vivono il dramma della difficoltà di entrare nel mondo del lavoro”. De Luca ha anche sottolineato che il dati dei giovani disoccupati nella nostra provincia sono molto più alti rispetto al 28% del resto d’Italia. Dal pulpito sono arrivate anche la testimonianze di tre giovani (Annalisa, Giuseppe e Paola) alle prese con le difficoltà del momento che non stanno rispiarmiando nè chi un lavoro ce l’aveva, nè chi, nonostante anni di studi, con una laurea non riesce ad inserirsi. Quindi l’intervento di mons. Pennisi che ha dedicato le sue riflessioni all’etica del bene comune nella dottrina sociale della chiesa. “Il lavoro deve essere un bene comune –ha detto-, che deve stare a cuore a tutta la comunità civile, politica ed economica. Il lavoro –ha osservato ancora- le sue condizioni, la sua quantità e la sua qualità sono indicatori precisi della civiltà di una comunità e di un Paese. Mediante il lavoro l’uomo partecipa all’opera di Dio e quindi deve essere un dovere ma anche un diritto fondamentale. Ogni uomo, ogni donna ha il diritto ad non avere umiliata la sua dignità per chiedere il lavoro come un favore come una merce da scambiare”.
Pietro Lisacchi
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