domenica 1 gennaio 2012

Melania guardava negli occhi il suo assassino

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DELITTO REA Distesa nel bosco delle Casermette la 29enne ha avuto il tempo di capire...

Lo sfregio dell'assassino
Lo sfregio dell'assassino

Ripe di Civitella, 4 settembre 2011 - Melania ha avuto il tempo di capire che stava morendo. Distesa nel bosco delle Casermette ha sentito scorrere via la vita attraverso le coltellate che hanno martoriato il suo corpo. Ventitré colpi che l'hanno trafitta e due mortali: uno ai polmoni e l'altro al pancreas. il killer l'ha colpita alle spalle e forse voleva tagliarle la gola come nella mossa militare dell'assalto alla sentinella. Ma non ci è riuscito. E così l'ha accoltellata prima alla schiena e poi davanti. E Melania ha avuto il tempo di capire. Forse anche il tempo di guardare negli occhi il suo assassino. Che dopo averla colpita per 23 volte è fuggito via lasciandola ancora viva. Agonizzante nella pozza di sangue scuro che imbeveva gli aghi di pino sotto il suo corpo.

E proprio questo particolare, insieme all'anello di fidanzamento trovato vicino al cadavere, hanno convinto il giudice del Tribunale del Riesame che l'assassino di Melania è proprio Salvatore. Perché vittima e omicida sono uniti da un rapporto di amore-odio e soprattutto perché un killer "professionista" avrebbe verificato la morte della sua vittima prima di fuggire. E invece no. Melania è stata lasciata da sola nel bosco mentre il pomeriggio del 18 aprile si consumava nell'oscurità. Ma non solo.

Melania è stata trovata con pantaloni, collant e slip abbassati: in una situazione di intimità che poteva avere solo con un uomo importante nella sua vita sentimentale ed affettiva. Indagini e riscontri effettuati su cellulari, computer, Facebook e testimonianze danno un unico risultato. Melania non conosceva e non frequentava altri uomini: solo Salvatore. E solo davanti a lui, sempre secondo il giudice Gargarella, lei poteva concedersi un gesto di intimità nel bosco delle Casermette

Ma l'assassino non ha avuto pietà di Melania. Né da viva e neppure da morta. E' infatti tornato a Ripe per organizzare una macabra messinscena. Il 19 aprile o forse anche il 20, il killer (o un suo complice) sono di nuovo sotto i pini per colpire Melania, per sfregiare il suo corpo con altre nove coltellate. Il corpo e il delitto sono stati scoperti dagli inquirenti dopo una telefonata. E quella che vi mostriamo nei disegni e delle ricostruzioni è la drammatica scena del delitto. Cento foto che raccontano questo omicidio efferato.

Il corpo supino, il volto intatto, le gambe sfregiate da una svastica e da altri segni verticali che sembrano quasi delle «l» lunghe e stilizzate. I colpi inferti post mortem sono più numerosi e meno profondi. Hanno anche un colore diverso. E sotto il seno è stata infilzata una siringa da insulina, contenente eroina. Ma il viso resta intatto.
Melania, in questa scena di dolore e morte, è sempre bellissima con gli occhi semiaperti a guardare in alto.
Come a voler fuggire via da questo bosco dell'orrore.

di Natalia Encolpio

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