Forse è
troppo azzardata paragonarla alla Primavera Araba. Ma quello che sta accadendo
nelle scuole di Enna, mobilitazione insieme di docenti, studenti e genitori, al
di là delle proprie convinzioni politiche e delle appartenenze sindacali, è una
vera e propria presa di coscienza di un sistema che non regge e che quindi va
cambiato. Dunque, sulla scia di quanto sta succedendo nelle scuole superiori
della Sicilia e nel resto dell’Italia, anche a Enna, ieri nel corso
dell’affollatissima manifestazione organizzata dalla Flc-Cgil (migliaia i
partecipanti), è stato lanciato un segnale chiaro: “I lavoratori della scuola e
studenti –afferma la segretaria provinciale Angela Accascina - si sono uniti
per protestare contro i nuovi tagli previsti dalla legge di stabilità, contro
la revisione degli organi collegiali contenuta nell’ex legge Aprea e contro il
concorso del ministro Profumo, che è diventato una farsa”. Tutti gli Istituti
superiori si sono uniti per una protesta pacifica, mai arrogante. Gli studenti,
come hanno testimoniato in questi giorni attraverso le pagine del nostro
giornale, hanno a cuore il loro futuro. “Non è questa la scuola che dovrebbe
formare i cittadini del futuro –dicono all’unisono i ragazzi del liceo
scientifico “Farinato” - che alle
8,30 un’ora prima che si recassero in
p.zza Europa per partecipare al corteo, hanno abbracciato idealmente la loro
scuola tenendosi per mano e formando un cordone umano attorno a tutto
l’edificio. Quindi, d’ora in poi, guai a chiamare Enna città dormiente: è una
città reattiva, almeno da parte delle nuove generazioni. Il corteo lungo e
partecipato che da p.zza Europa ha sfilato per v.le IV Novermbre e via Roma è
arrivato in p.zza Vittorio Emanuele con striscioni e slogan. I manifestanti
hanno urlato ripetutamente a squarcia gola: “La scuola non si tocca, la
difenderemo con la lotta”; “Il futuro siamo noi”; “La crisi non la paghiamo
noi”. Tra i cartelli e gli striscioni: “Perchè privarci dell’istruzione per
avere più potere voi? Non ci stiamo”; Manovre sbagliate- Schettino: affonda la
Concordia; Monti affonda l’Italia”; “Sono un’insegnante di...sosdegno”. “Chi ha
frequentato una scuola superiore alcuni decenni fa –commenta il prof. Angelo
Caccamo dell’Itcg- non può non ricordare un’autogestione. Quanti ministri della
Pubblica Istruzione hanno apportato modifiche al sistema scolastico contestate
dagli studenti con occupazione e autogestioni. Ma oggi è diverso. C’è un grande
disagio sociale e questa cosa è grave. Siamo in mezzo ad una strada”. “Siamo
soddisfatti per la riuscita della manifestazione – sottolineano i
rappresentanti degli studenti degli istituti-. E’ importante far comprendere ai
giovani, che siamo in molti ad essere preoccupati per il futuro. Dobbiamo unire
le nostre voci disunite, in un unico coro, per denunciare tutti i problemi
della nostra società. Vogliamo – aggiungono-
far capire a chi vive in questo territorio che siamo pronti a
manifestare ancora per tutto ciò che ci riguarda direttamente”. Alla
manifestazione ha partecipato anche il sindacato Gilda, firmatario a livello
nazionale dell’accordo con Cisl, Uil, Snals Confsal e il governo. “Aderiamo alla
contestazione –dice la segretaria provinciale, Rita Riccobene- pur avendo
ottenuti dall’incontro con il governo due punti importanti: riduzione dell’orario
e gli scatti. Ma continuiamo nella contestazione affinché non venga distrutta
la scuola statale”.
Giacomo
Lisacchi
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