INTERVISTA A UCCIO MISSINEO
"Crocetta è contro gli sprechi?
Inizi dalla Tabella H"
L'ex assessore regionale ai Beni culturali Uccio Missineo: "I deputati del Pd e dell'Udc sono uguali a quelli dell'Mpa. La cultura in Sicilia troppo spesso è servita per garantirsi il consenso elettorale. Revocare tutte le consulenze? I veri sprechi sono altrove. E non capisco perché il governatore vuole licenziare Albert: la Formazione professionale in questi anni è stata gestita dal suo partito...".
PALERMO - “Se Crocetta vuole davvero dare il via a una rivoluzione e inizi con la Tabella H”. E' stato assessore del governo Lombardo per quasi due anni. Proprio per questo, forse, Uccio Missineo è un po' scettico sulla possibilità che la “crociata di Crocetta” si compia davvero. “Me lo auguro, ma mi chiedo: le persone che sostengono il nuovo governo non sono forse le stesse che hanno avallato consulenze e sprechi nella scorsa legislatura?”
Quindi lei non crede alla cosiddetta “discontinuità” dichiarata da Crocetta.
“Diciamo che attendo di vedere fatti concreti. Ma se guardo le persone che hanno sostenuto l'elezione del nuovo presidente, mi chiedo cosa sia cambiato”.
In che senso?
“Il Pd è lì. Cracolici è lì, in prima linea. Anche l'Udc ha sostenuto il governo di Lombardo quando io ero assessore. Cos'è cambiato, me lo dica lei”.
È cambiato che non c'è Lombardo.
“E allora? Che differenza c'è tra i deputati del Pd, o quelli dell'Udc e i parlamentari di Lombardo? Sono tutti uguali. Anche quelli che sono stati all'opposizione negli ultimi anni”.
Insomma, nessuna rivoluzione secondo lei.
“Io non dico questo. Ma la rivoluzione non si annuncia, si compie”.
Intanto, però, Crocetta ha già espresso la volontà di correggere alcuni vizi del passato. A cominciare dal ricorso ai consulenti. Ha detto che revocherà tutti gli incarichi.
“E dopo che lo avrà fatto, cosa avremo risolto? Intendiamoci: io considero le consulenze assolutamente inutili. Quelle cose possono farle i dipendenti regionali, che non sono pochi. Ma dal punto di vista del bilancio regionale, le cifre risparmiate revocando le consulenze sono... noccioline”.
E allora, cosa dovrebbe fare il nuovo presidente? Dove sono le vere sacche di spreco?
“Intanto, insieme all'azzeramento delle consulenze, Crocetta dovrebbe lavorare a un programma reale di razionalizzazione delle risorse regionali, individuando le inefficienze”.
Quindi il ricorso alle consulenze sarebbe un aspetto secondario.
“Lo è dal punto di vista del 'peso' sul bilancio. Ma non lo è da un altro punto di vista: è chiaro, infatti, che le consulenze sono il frutto quasi sempre del clientelismo”.
Bene, quindi bisogna coinvolgere i dipendenti regionali, razionalizzare le risorse. Poi, quali sono i primi interventi che lei suggerirebbe a Crocetta?
“Se davvero vuole ridurre gli sprechi inizi dalla 'Tabella H'. Quello sì che sarebbe un gesto forte, e incisivo anche dal punto di vista degli equilibri di bilancio, visto che costa alle casse della Regione circa 40 milioni di euro”.
È ottimista? Crede che il nuovo governo andrà in questa direzione?
“Guardi, io so solo che il nuovo governo verrà sostenuto dagli stessi deputati che si sono battuti per salvaguardare alcuni capitoli della 'Tabella H' e gli stessi che hanno promosso il ricorso a molti consulenti...”.
Capisco. Non è ottimista affatto.
“Più che altro, confido nell'attività di controllo che potrà essere esercitata da altri deputati, come i quindici 'grillini'. Spero potranno mettersi di traverso agli accordi puramente clientelari che si realizzano in Parlamento durante la stesura della 'Tabella H'”.
Non sarà mica la Tabella H l'origine di tutti i mali. In fondo, è un modo per sostenere anche alcune associazioni che lavorano nel sociale...
“E in effetti, più che azzerarla, si dovrebbe evitare che i finanziamenti seguano quelle logiche che le spiegavo prima. Insomma, si dovrebbe puntare alle effettive esigenze, e i deputati dovrebbero evitare di piazzare la propria bandierina su questa o quella voce. Se davvero si operasse in questo modo, la 'Tabella H' dimagrirebbe di almeno quattro volte”.
Bene, altri sprechi che ha avuto modo di notare durante la sua esperienza di governo?
“Gli uffici di gabinetto. Anche in quel caso, mi chiedo come si muoverà Crocetta. Credo che andrebbero ridotti di almeno un terzo. Anche questi rappresentano luoghi utili agli scambi clientelari”.
Anche nell'assessorato che lei ha guidato, però non sono mancati in passato i dubbi sulla gestione delle risorse economiche...
“Certamente. Ai Beni culturali abbiamo 1.500 custodi. Che ce ne facciamo? Spero proprio questo: che il prossimo assessore riesca a razionalizzare queste risorse, senza fare macelleria sociale. E ancora, penso alle auto blu, agli autisti, alle società partecipate. Il lavoro da fare è tanto, davvero”.
Ci spiega come funziona la gestione della cultura in Sicilia? Troppo spesso si sentono voci di indagini, inchieste su eventi culturali o artistici. È un caso?
“Non lo è. Nel senso che la cultura è stata troppo spesso vista come un carburante per il consenso elettorale. Insomma, troppi eventi sono stati organizzati non nell'ottica dello sviluppo del territorio, ma del proprio collegio. La logica in questi anni è stata: metto il cappello su un budget di spesa, e poi potrò rivendicare di aver ottenuto quel risultato di fronte al mio elettorato”.
E in effetti le polemiche non sono mancate, anche tra deputati.
“Capirà... quelli che sollevano le polemiche lo fanno solo perché non hanno ottenuto quello che volevano. Così, magari ci si lamenta dei troppi eventi organizzati a Messina, solo perché è stato negato un evento ad Agrigento, o a Trapani...”.
Insomma, un quadro desolante.
“Lo è. Se lei pensa che, ad esempio, sono stati finanziati eventi del Circuito del mito ai quali hanno preso parte 15 persone...”.
Perché lei, nonostante questo andazzo, è rimasto per mesi nel governo Lombardo?
“Le dirò la verità, io sono orgoglioso di aver fatto parte di quel governo, nel quale erano presenti personalità di tutto rispetto come Massimo Russo, Caterina Chinnici, e Giosuè Marino. E devo dire che per lungo tempo abbiamo anche lavorato molto bene”.
Poi cosa è successo?
“Si è capito che si sarebbe andati presto al voto. E tutte le posizioni di sottogoverno e di governo, anche quelle degli assessori, dovevano tornare utili ai fini delle elezioni regionali”.
Crocetta però sembra voler aprire una pagina nuova. E anche alcuni deputati sembrano voler lanciare un segnale di cambiamento, aprendo, ad esempio, alla riduzione delle proprie indennità.
“Su questo tema sono d'accordo col deputato Nicola D'Agostino: quello dei tagli agli stipendi dei politici è un falso problema. Se si vuole essere incisivi, bisogna intervenire sui capitoli di spesa che riguardano i trasferimenti ai gruppi parlamentari, le spese per il sottogoverno. Lì Crocetta non deve guardare in faccia nessuno. Ma temo abbia già commesso qualche errore”.
A cosa si riferisce?
“Tra le prima decisioni annunciate, c'è quella di licenziare il dirigente generale della Formazione Ludovico Albert. Mi chiedo perché se la prenda con lui, visto che la Formazione professionale in Sicilia negli ultimi anni è stata completamente gestita proprio dal Partito democratico che aveva piazzato lì un proprio assessore”.
Insomma, un “falsa partenza”, secondo lei, quella di Crocetta.
“Sì, anche per altri motivi. Non ha senso dire: o faccio queste cose entro tre mesi, o me ne vado. Insieme all'intento di ridurre gli sprechi, infatti, il nuovo presidente avrebbe dovuto lavorare a un piano d'azione dettagliato. Convocare tutti i dirigenti generali e imporre, entro quindici giorni, una relazione sui carichi di lavoro nei dipartimenti. Lo slogan, se non è seguito da atti concreti, serve a poco”.
La Regione secondo lei è capace di “autoriformarsi”, di mettersi a dieta da sola?
“Penso che lo possa fare, ma che abbia bisogno di aiuto. Io proporrei di incaricare una società che si occupi proprio di razionalizzazione dei costi...”.
Mi scusi: per abbattere le consulenze bisognerebbe rivolgersi a una società di consulenza?
“Sì, ma una società che accetti di lavorare gratuitamente, assicurandosi, però, una percentuale dell'effettivo risparmio ottenuto per la Regione”.
Tutte cose da fare in una situazione economico e finanziaria gravissima, e con scadenze importanti e imminenti riguardanti ad esempio migliaia di lavoratori precari. Questa classe politica è in grado, secondo lei, di affrontare e risolvere questa situazione?
“Io penso che questa classe politica abbia bisogno di un vero rinnovamento. È questa la grande sfida di Crocetta e del nuovo governo. Un rinnovamento serio, dei partiti, che argini quello disordinato portato dai grillini. Per carità, ho il massimo rispetto per tutti, ma pensare che certe questioni si possano risolvere con gente di ventidue anni, o professionalmente sprovveduta, mi suscita qualche timore”.
Non ho capito. Lei teme per la Sicilia, o per i deputati del Movimento cinque stelle?
“Per entrambi. I grillini si renderanno presto conto che la Sicilia non è Parma. Che qui non possono fare i 'fighetti' e che a Sala d'Ercole troveranno persone che dovranno, in qualche modo, rendere conto a chi li ha fatti arrivare all'Ars. E non mi riferisco solo al proprio elettorato”.
Insomma, che può succedere ai deputati del Movimento cinque stelle?
“Può succedere che quegli altri... se li mangiano”.
Quindi lei non crede alla cosiddetta “discontinuità” dichiarata da Crocetta.
“Diciamo che attendo di vedere fatti concreti. Ma se guardo le persone che hanno sostenuto l'elezione del nuovo presidente, mi chiedo cosa sia cambiato”.
In che senso?
“Il Pd è lì. Cracolici è lì, in prima linea. Anche l'Udc ha sostenuto il governo di Lombardo quando io ero assessore. Cos'è cambiato, me lo dica lei”.
È cambiato che non c'è Lombardo.
“E allora? Che differenza c'è tra i deputati del Pd, o quelli dell'Udc e i parlamentari di Lombardo? Sono tutti uguali. Anche quelli che sono stati all'opposizione negli ultimi anni”.
Insomma, nessuna rivoluzione secondo lei.
“Io non dico questo. Ma la rivoluzione non si annuncia, si compie”.
Intanto, però, Crocetta ha già espresso la volontà di correggere alcuni vizi del passato. A cominciare dal ricorso ai consulenti. Ha detto che revocherà tutti gli incarichi.
“E dopo che lo avrà fatto, cosa avremo risolto? Intendiamoci: io considero le consulenze assolutamente inutili. Quelle cose possono farle i dipendenti regionali, che non sono pochi. Ma dal punto di vista del bilancio regionale, le cifre risparmiate revocando le consulenze sono... noccioline”.
E allora, cosa dovrebbe fare il nuovo presidente? Dove sono le vere sacche di spreco?
“Intanto, insieme all'azzeramento delle consulenze, Crocetta dovrebbe lavorare a un programma reale di razionalizzazione delle risorse regionali, individuando le inefficienze”.
Quindi il ricorso alle consulenze sarebbe un aspetto secondario.
“Lo è dal punto di vista del 'peso' sul bilancio. Ma non lo è da un altro punto di vista: è chiaro, infatti, che le consulenze sono il frutto quasi sempre del clientelismo”.
Bene, quindi bisogna coinvolgere i dipendenti regionali, razionalizzare le risorse. Poi, quali sono i primi interventi che lei suggerirebbe a Crocetta?
“Se davvero vuole ridurre gli sprechi inizi dalla 'Tabella H'. Quello sì che sarebbe un gesto forte, e incisivo anche dal punto di vista degli equilibri di bilancio, visto che costa alle casse della Regione circa 40 milioni di euro”.
È ottimista? Crede che il nuovo governo andrà in questa direzione?
“Guardi, io so solo che il nuovo governo verrà sostenuto dagli stessi deputati che si sono battuti per salvaguardare alcuni capitoli della 'Tabella H' e gli stessi che hanno promosso il ricorso a molti consulenti...”.
Capisco. Non è ottimista affatto.
“Più che altro, confido nell'attività di controllo che potrà essere esercitata da altri deputati, come i quindici 'grillini'. Spero potranno mettersi di traverso agli accordi puramente clientelari che si realizzano in Parlamento durante la stesura della 'Tabella H'”.
Non sarà mica la Tabella H l'origine di tutti i mali. In fondo, è un modo per sostenere anche alcune associazioni che lavorano nel sociale...
“E in effetti, più che azzerarla, si dovrebbe evitare che i finanziamenti seguano quelle logiche che le spiegavo prima. Insomma, si dovrebbe puntare alle effettive esigenze, e i deputati dovrebbero evitare di piazzare la propria bandierina su questa o quella voce. Se davvero si operasse in questo modo, la 'Tabella H' dimagrirebbe di almeno quattro volte”.
Bene, altri sprechi che ha avuto modo di notare durante la sua esperienza di governo?
“Gli uffici di gabinetto. Anche in quel caso, mi chiedo come si muoverà Crocetta. Credo che andrebbero ridotti di almeno un terzo. Anche questi rappresentano luoghi utili agli scambi clientelari”.
Anche nell'assessorato che lei ha guidato, però non sono mancati in passato i dubbi sulla gestione delle risorse economiche...
“Certamente. Ai Beni culturali abbiamo 1.500 custodi. Che ce ne facciamo? Spero proprio questo: che il prossimo assessore riesca a razionalizzare queste risorse, senza fare macelleria sociale. E ancora, penso alle auto blu, agli autisti, alle società partecipate. Il lavoro da fare è tanto, davvero”.
Ci spiega come funziona la gestione della cultura in Sicilia? Troppo spesso si sentono voci di indagini, inchieste su eventi culturali o artistici. È un caso?
“Non lo è. Nel senso che la cultura è stata troppo spesso vista come un carburante per il consenso elettorale. Insomma, troppi eventi sono stati organizzati non nell'ottica dello sviluppo del territorio, ma del proprio collegio. La logica in questi anni è stata: metto il cappello su un budget di spesa, e poi potrò rivendicare di aver ottenuto quel risultato di fronte al mio elettorato”.
E in effetti le polemiche non sono mancate, anche tra deputati.
“Capirà... quelli che sollevano le polemiche lo fanno solo perché non hanno ottenuto quello che volevano. Così, magari ci si lamenta dei troppi eventi organizzati a Messina, solo perché è stato negato un evento ad Agrigento, o a Trapani...”.
Insomma, un quadro desolante.
“Lo è. Se lei pensa che, ad esempio, sono stati finanziati eventi del Circuito del mito ai quali hanno preso parte 15 persone...”.
Perché lei, nonostante questo andazzo, è rimasto per mesi nel governo Lombardo?
“Le dirò la verità, io sono orgoglioso di aver fatto parte di quel governo, nel quale erano presenti personalità di tutto rispetto come Massimo Russo, Caterina Chinnici, e Giosuè Marino. E devo dire che per lungo tempo abbiamo anche lavorato molto bene”.
Poi cosa è successo?
“Si è capito che si sarebbe andati presto al voto. E tutte le posizioni di sottogoverno e di governo, anche quelle degli assessori, dovevano tornare utili ai fini delle elezioni regionali”.
Crocetta però sembra voler aprire una pagina nuova. E anche alcuni deputati sembrano voler lanciare un segnale di cambiamento, aprendo, ad esempio, alla riduzione delle proprie indennità.
“Su questo tema sono d'accordo col deputato Nicola D'Agostino: quello dei tagli agli stipendi dei politici è un falso problema. Se si vuole essere incisivi, bisogna intervenire sui capitoli di spesa che riguardano i trasferimenti ai gruppi parlamentari, le spese per il sottogoverno. Lì Crocetta non deve guardare in faccia nessuno. Ma temo abbia già commesso qualche errore”.
A cosa si riferisce?
“Tra le prima decisioni annunciate, c'è quella di licenziare il dirigente generale della Formazione Ludovico Albert. Mi chiedo perché se la prenda con lui, visto che la Formazione professionale in Sicilia negli ultimi anni è stata completamente gestita proprio dal Partito democratico che aveva piazzato lì un proprio assessore”.
Insomma, un “falsa partenza”, secondo lei, quella di Crocetta.
“Sì, anche per altri motivi. Non ha senso dire: o faccio queste cose entro tre mesi, o me ne vado. Insieme all'intento di ridurre gli sprechi, infatti, il nuovo presidente avrebbe dovuto lavorare a un piano d'azione dettagliato. Convocare tutti i dirigenti generali e imporre, entro quindici giorni, una relazione sui carichi di lavoro nei dipartimenti. Lo slogan, se non è seguito da atti concreti, serve a poco”.
La Regione secondo lei è capace di “autoriformarsi”, di mettersi a dieta da sola?
“Penso che lo possa fare, ma che abbia bisogno di aiuto. Io proporrei di incaricare una società che si occupi proprio di razionalizzazione dei costi...”.
Mi scusi: per abbattere le consulenze bisognerebbe rivolgersi a una società di consulenza?
“Sì, ma una società che accetti di lavorare gratuitamente, assicurandosi, però, una percentuale dell'effettivo risparmio ottenuto per la Regione”.
Tutte cose da fare in una situazione economico e finanziaria gravissima, e con scadenze importanti e imminenti riguardanti ad esempio migliaia di lavoratori precari. Questa classe politica è in grado, secondo lei, di affrontare e risolvere questa situazione?
“Io penso che questa classe politica abbia bisogno di un vero rinnovamento. È questa la grande sfida di Crocetta e del nuovo governo. Un rinnovamento serio, dei partiti, che argini quello disordinato portato dai grillini. Per carità, ho il massimo rispetto per tutti, ma pensare che certe questioni si possano risolvere con gente di ventidue anni, o professionalmente sprovveduta, mi suscita qualche timore”.
Non ho capito. Lei teme per la Sicilia, o per i deputati del Movimento cinque stelle?
“Per entrambi. I grillini si renderanno presto conto che la Sicilia non è Parma. Che qui non possono fare i 'fighetti' e che a Sala d'Ercole troveranno persone che dovranno, in qualche modo, rendere conto a chi li ha fatti arrivare all'Ars. E non mi riferisco solo al proprio elettorato”.
Insomma, che può succedere ai deputati del Movimento cinque stelle?
“Può succedere che quegli altri... se li mangiano”.
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