PANICO A CINQUE STELLE,
LA ROCCA: “LASCEREMO I SOLDI ALL’ARS”
La voce che risponde al telefono esce da uno di quei piccoli conflitti istantanei che si risolvono d’istinto. Alla fine Claudia La Rocca, deputata all’Ars eletta a Palermo nel Movimento 5 stelle, decide di rispondere.
“Dovete scusarci non siamo abituati a questi ritmi, interviste, giornalisti, mille cose nuove e diverse che s’inseriscono all’improvviso. In ogni caso la sfida non ci spaventa”. In effetti ad avere paura sono gli altri. Lo potremmo definire “Panico a cinque stelle” dalle parti di Palazzo d’Orleans.
Avete presente l’Avvelenata di Guccini, ”non comprate i miei dischi e sputatemi addosso”? I Grillini sembrano usciti da uno di quei versi. Per i più cinici e disillusi sono solo dei “miracolati”. La gente comune, che oggi è sempre di più, li vede diversamente. Hanno passato gli ultimi venti giorni di campagna elettorale a convincere le persone ad andare a votare, senza mai chiedere un voto, o senza chiederlo alla stessa solita maniera. Hanno fatto il botto, schiantando in pratica la Seconda Repubblica italiana, hanno portato al Parlamento regionale facce diverse, facce qualunque. Stanno provando a scardinare gli schemi più usurati, i luoghi comuni della clientela e le tabelle H, che anche a sentire Crocetta, hanno i giorni contati.
Il privilegio scende dunque da cavallo? “Sicuramente ci proveremo con tutte le nostre forze – risponde La Rocca – . La nostra è una battaglia per la gente, fatta di cose semplici e soprattutto di normalità. In Piemonte ad esempio c’è già stato l’R-Day, giornata nella quale i componenti di Cinque stelle consegnano la parte di stipendio alla quale volontariamente rinunciano. Anche qui lasceremo i sodi all’Ars, e faremo in modo che si dimezzino compensi ed indennità. Inoltre proseguiremo con continuità a stimolare la gente ed a mantenere con loro un feedback che li coinvolga ed orienti la nostra azione politica”.
Come primo atto ufficiale hanno rifiutato la presidenza dell’Ars da primo partito (immaginate trenta anni fa uno del PSDI che si fosse comportato alla stessa identica maniera), non vogliono essere chiamati onorevoli e vogliono lasciare più di diecimila euro al mese nelle casse dell’Assemblea Regionale Siciliana. Sono veri o sono finti, si domandano le persone, tanto sembrano diversi. Dove pensano di andare? Il popolo della politica è entrato in crisi, temendo di diventare presto il gregge dell’ex politica. Che c’erano abituati i deputati siciliani che in aula nei secoli avevano inventato meccanismi perversi come la “maggioranza presunta” in aula, a combattere con teste così? In più, la corsa alla sostanza ma anche al dettaglio, al cambiamento che cambi veramente la politica, prosegue giorno per giono.
“Il nostro obiettivo di destrutturare la politica per riportarla anche a condizioni di legalità e di maggiore moralizzazione è il messaggio più forte che la gente ci ha lanciato in queste settimane. Noi l’abbiamo solo raccolto e fatto nostro. Pensiamo anche di avere contribuito a portare la gente a votare, altrimenti il quorum sarebbe stato ancora più basso. La lotta alla mafia, alla corruzione si può fare quando si persegue l’interesse di tutti e tutti si battono per questo”.
Gli altri partiti hanno i satrapi e dirigenti in esubero, e loro cercano operai e manovalanza del quotidiano. Il successo del movimentismo ha fatto venire addirittura le “voglie strane” a Luca Orlando che molla Di Pietro per nuove avventure tipo vecchia Rete. Solcano le vie del web reclutando candidati e mietendo consensi e quella che definiscono “il massimo della partecipazione democratica”. Grillo oltre ad essere premiato dagli elettori sarà addirittura premier?
Questo della Sicilia è il massimo risultato o è solo il primo? Avremo i Grillini al Governo? ”Le risposte arrivano con il tempo e con la pazienza. In realtà comunque M5S da mesi si è confrontato con questi metodi e queste idee. Le maggioranze, gli accordi, i ritmo del Palazzo, non ci interessano. Voteremo le cose giuste per i Siciliani. Il resto si vedrà nel tempo, ma mettendo sempre al centro dei nostri programmi la gente comune e le loro vite normali”.
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