Sequestrato il ragioniere di Berlusconi
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ROMA - Il ragioniere di Silvio Berlusconi, Giuseppe Spinelli, è stato sequestrato con la moglie, un mese fa, in casa sua per diverse ore da alcuni malviventi. La banda di rapitori voleva usarli come intermediari e proporre a Berlusconi documenti scottanti, a detta loro in grado di ribaltare la sentenza d'appello del lodo Mondadori che ha condannato Mediaset a risarcire la Cir di Carlo De Benedetti, in cambio di 35 milioni di euro. Nessun riscatto, a quanto risulta, è stato pagato. Sei persone sono state arrestate.
Spinelli, considerato il "tesoriere" dell'ex premier e uno dei suoi più fedeli collaboratori, era finito al centro delle cronache giudiziarie perché - secondo quanto ricostruito dai pm milanesi - i pagamenti del Cavaliere alle "olgettine", le ragazze che partecipavano alle serate di Arcore, transitavano proprio da lui. Per il sequestro lampo del tesoriere di Berlusconi non risulta sia stato pagato alcun riscatto. Gli arrestati sono Francesco Leone, un pregiudicato pugliese di 51 anni, specializzato in questo genere di reati, arrestato a Paliano (Frosinone), Pierluigi Tranquilli, di 34 anni, residente a Olevano Romano, pregiudicato, e Alessio Maier, di 46 anni, residente a Malnate (Varese), anch'egli con precedenti. Oltre a questi 3, ritenuti gli organizzatori e gli ideatori ci sono 3 albanesi pregiudicati di 33, 28 e 39 anni. Spinelli, secondo la ricostruzione degli investigatori, è stato aggredito mentre rincasava, appena la moglie gli ha aperto la porta di casa, nella sua residenza a Bresso (Monza Brianza). Spinelli stava rientrando a casa intorno alle 22 ed è stato aggredito sull'uscio da 3 persone che lo hanno spinto dentro la sua abitazione. Dalle indagini è emerso che i 3 delinquenti fisicamente presenti in casa del ragioniere erano Leoni, regista della banda, e due dei tre albanesi. Ma è molto probabile che l'altro albanese e gli altri 2 italiani fossero nei pressi per dare supporto logistico. Spinelli e la moglie sono stati trattati prima con una certa crudezza, forse per intimorirli, ma poi gentilmente sino al momento del rilascio. Il sequestro si è protratto dalle 22 del 15 ottobre fino alle 9 del 16 semplicemente perché Spinelli avrebbe detto ai suoi sequestratori di non poter raggiungere telefonicamente Berlusconi prima di quell'ora. E infatti quando ciò è avvenuto i tre se ne sono andati. La vicenda ha tuttavia contorni ancora poco chiari. Ad esempio, a quanto confermato in questura, la prima segnalazione dell'aggressione è stata fatta nel pomeriggio del 17 ottobre, più di 24 ore dopo i fatti. Ad avvisare la polizia è stata la sezione di polizia giudiziaria della Procura, a cui uno dei legali di Berlusconi aveva segnalato l'accaduto. Secondo quanto ricostruito dalla polizia al culmine del sequestro, alle 9 del mattino del 16 ottobre, Spinelli fu costretto a telefonare a Berlusconi davanti ai suoi sequestratori. Una telefonata di pochi minuti in cui Spinelli rese edotto Berlusconi della presenza dei documenti portati dai sequestratori, millantati per essere prove rilevanti nel caso lodo Mondadori, e fece presente la richiesta di 35 milioni di euro. L'ex premier venne raggiunto dalla telefonata alle 9 del mattino e non potè sapere che Spinelli era sotto sequestro, pur avendo intuito che si trovava in una situazione di difficoltà, e per questo «prese tempo». I sequestratori, a quel punto, sempre secondo quanto raccontato in questura a Milano se ne sarebbero semplicemente andati soddisfatti per aver recapitato la loro offerta a Berlusconi. Una ricostruzione che molti cronisti presenti in conferenza stampa, stamani, hanno raccolto non senza qualche perplessità. Da quanto si è appreso il documento che i rapitori millantavano come «importante» per il lodo Mondadori, era composto da alcune pagine cartacee, e in particolare da appunti a mano. Documento che è stato letto approfonditamente dal ragioniere. Il ragioniere, appena rilasciato dai suoi sequestratori, secondo la ricostruzione del sequestro, alle 9 del mattino del 16 ottobre, è stato «prelevato» dagli uomini della scorta di Berlusconi. Nessuno, però, ha avvisato la polizia giudiziaria del reato commesso fino al pomeriggio del giorno dopo, il 17 ottobre, quando un legale dell'ex premier ha avvisato la Procura. Appena saputo dell'accaduto, gli investigatori si sono recati a Bresso, alla residenza di Spinelli, per un accurato sopralluogo scientifico e hanno prelevato immagini da telecamere e raccolto tabulati di telefonate che, sviluppati, hanno poi permesso di individuare i sei presunti responsabili del reato. La polizia ha rivelato che il capo della banda si è tradito anche per via di un paio di scarpette rosse con le stringhe nere, da appassionato milanista quale egli è. Per le indagini è stata determinante, comunque, anche una sua traccia biologica lasciata in casa del ragioniere. A portare gli investigatori sulle tracce del leader del gruppo, il primo ad essere stato individuato, è stata però la ripresa di una telecamera di sorveglianza in cui appare, appunto, calzare delle scarpette rossonere. Calzature con cui poi verrà nuovamente fotografato, nel corso delle indagini, allo stadio Meazza di Milano, durante una partita della sua squadra del cuore. Dai tabulati telefonici e dai primi accertamenti gli investigatori sono poi risaliti a Maier, che con Leoni aveva avuto un'assidua frequentazione anche nei giorni precedenti al sequestro, e da loro agli altri componenti del gruppo. |
lunedì 19 novembre 2012
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