LA CONFERENZA STAMPA DEL PRESIDENTE
'Panorama', i dirigenti, l'ufficio stampa
Crocetta il rivoluzionario: "Ma c'è una congiura"
Rosario Crocetta parla a tutto campo. Dall'articolo di 'Panorama' che lo accusa di rapporti con i boss, all'ufficio stampa, alle revoche ai dirigenti. Il governatore ruggisce: "Non ci sono scheletri nel mio armadio". Poi l'attacco ad Armao: "Ha tradito la Sicilia".
le rivelazioni di Panorama che hanno colpito nel punto a lui più caro: la lotta alla mafia. Allora l'antipasto è subito servito con una battuta ironica rivolta ai giornalisti: "Da questo momento in poi, prima di farvi accedere alla sala stampa, indagheremo sulle vostre vite per scoprire eventuali legami con la mafia".
Crocetta snocciola subito i nomi dei dirigenti esautorati: Biagio Bossone, Gesualdo Campo, Gianluca Galati, Francesco Nicosia, Ludovico Albert, Marco Salerno e Pietro Tolomeo, che erano a capo di altrettanti dipartimenti, lasciano i rispettivi ponti di comando. Il dipartimento Economia va in mano a Mariano Pisciotta, Beni culturali Sergio Geraldi. All'Istruzione e formazione va Anna Rosa Corsello, mentre all'Energia arriva Marco Lupo. Le redini del dipartimento Attività produttive vanno a Vincenzo Falgares. Il Comando Corpo forestale e il dipartimento Azienda Foreste sono affidati a Vincenzo Di Rosa. Dario Cartabellotta, invece, è il nuovo dirigente Generale del dipartimento Turismo. All'Audit, infine, finisce Giovanni Bologna. “Sono nomine ad interim – spiega il presidente della Regione -. Il mio obiettivo finale è arrivare a 13 dirigenti generali, tanti quanti sono gli assessorati. Dobbiamo risparmiare".
Prima del contrattacco a Panorama, però, c'è ancora tempo per annunciare il taglio dell'organico all'ufficio stampa della Regione: "Più tardi firmerò la lettera di revoca dei giornalisti, da oggi sono decaduti. Resteranno soltanto quelli scelti dal presidente, come persone di fiducia. Non ho bisogno di 21 giornalisti. Ma tutto questo non significa che non possano fare domanda anche loro per essere assunti, sempre con incarico fiduciario". Crocetta, tuttavia, intende "recuperare" alcuni di loro,ma non specifica il numero. Una cosa è certa: "Intendo puntare sui giovani. Verranno scelti i più bravi e non i raccomandati".
Chiusele parentesi sui superburocrati e sui giornalisti dell'ufficio stampa, Crocetta libera tutta la sua rabbia. I sorrisi e le battute lasciano il posto alla tensione, ai pugni sbattuti continuamente sul tavolo e ai toni alti. "E' immorale che si faccia un attacco come quello di Panorama a una persona che non è indagata, non ha scheletri negli armadi, e che ha combattuto la mafia. Ho gia' dato mandato all'avvocato Lo Re di attivarsi per chiedere i danni''. La voce di tanto in tanto tradisce l'emozione: "Io ho combattuto i clan mafiosi e gli stiddari, i Rinzivillo, gli Emanuello, i Madonia. Ho fatto arrestare componenti delle cosche, ma adesso contro di me è stata attivata una strategia mafiosa, una macchina del fango per colpirmi". Il presidente della regione passa in rassegna una per una le rivelazioni di Panorama, a partire da quell'amicizia con il capomafia Alessandro Barbieri: "Siamo stati amici d'infanzia, abitava vicino casa mia, era orfano di madr. Ma dal '77 all'82 e dall'87 al '90 non sono stato a Gela. Per circa 15 anni non l'ho visto e nel '90 è' stato arrestato. Una volta, insieme con la mia scorta, l'ho incontrato al bar e non l'ho salutato. E' stato arrestato, ha preso una via sbagliata. Sapere che un amico d'infanzia è diventato un capomafia mi ha provocato un grande dolore, ma io con lui non ho mai avuto a che fare''.
Sui rapporti con Emanuele Celona: "Andavo nella sua libreria.Quando mi disse che la mafia voleva uccidermi lo indirizzai alla Dda di Caltanissetta". Nella sua lunga autodifesa, durata oltre un'ora il presidente della Regione parla anche di Roberto Sciascia, uno degli autori del dossier: "E' stato condannato, dopo una mia denuncia, per aver affidato senza gara la gestione della discarica di Gela, raddoppiando il prezzo dello smaltimento del percolato rispetto alla media''. Dopo aver annunciato querela nei confronti di Panorama ("chiederò milioni di euro di danni e li verserò in favore dqi bambini dei quartieri degradati"), arriva il capitolo dei complotti: "C'è una strategia multipla contro la Sicilia e la sua autonomia, qualcuno mira a commissariare la Sicilia".
Crocetta attacca il precedente governo, guidato da Raffaele Lombardo, e l'ex assessore regionale all'Economia, Gaetano Armao: "Ha detto che la Sicilia rischia il default, ma allora perchè in piena campagna elettorale sono stati dati contributi a enti e associazioni? C'è una congiurache parte dal precedente governo e dai poteri forti della Sicilia. Non è un caso che i giornali della destra siano i protagonisti di questo attacco. Armao? E' un traditore della Sicilia. Ha consegnato un rapporto per creare i presupposti per il commissariamento dell'Isola, pur essendo egli corresponsabile del disastro economico della Regione".
Infine il retroscena sulla campagna elettorale di ottobre: "Ho saputo che alcuni ambienti del centrodestra italiano di altissimo livello si sarebbero rivolti ai servizi segreti tunisini per costruire un dossier 'alla Boffo' su di me. Lo Stato tunisino, però, non si è prestato". Infine l'ultima battuta che risolleva il morale del presidente e del suo staff: "Inutile che qualcuno pensi di infangare la Sicilia. Quel qualcuno troverà pane per i suoi denti. Io non ho scheletri nell'armadio".
PALERMO - Il turnover dei dirigenti generali della Regione occupa poco più di dieci minuti della conferenza stampa convocata da Rosario Crocetta. Il governatore si concede un caffè poco prima di iniziare, poi parte con l'annuncio: "Ho revocato gli incarichi di sette dirigenti generali". La rivoluzione di Crocetta parte da qui: vanno via nomi forti dell'amministrazione Lombardo, come Gianluca Galati e Ludovico Albert. Il presidente della Regione ostenta una calma serafica, ma lo sguardo tradisce tanta tensione e voglia di arrivare subito al vero motivo dell'incontro con i giornalisti: Crocetta snocciola subito i nomi dei dirigenti esautorati: Biagio Bossone, Gesualdo Campo, Gianluca Galati, Francesco Nicosia, Ludovico Albert, Marco Salerno e Pietro Tolomeo, che erano a capo di altrettanti dipartimenti, lasciano i rispettivi ponti di comando. Il dipartimento Economia va in mano a Mariano Pisciotta, Beni culturali Sergio Geraldi. All'Istruzione e formazione va Anna Rosa Corsello, mentre all'Energia arriva Marco Lupo. Le redini del dipartimento Attività produttive vanno a Vincenzo Falgares. Il Comando Corpo forestale e il dipartimento Azienda Foreste sono affidati a Vincenzo Di Rosa. Dario Cartabellotta, invece, è il nuovo dirigente Generale del dipartimento Turismo. All'Audit, infine, finisce Giovanni Bologna. “Sono nomine ad interim – spiega il presidente della Regione -. Il mio obiettivo finale è arrivare a 13 dirigenti generali, tanti quanti sono gli assessorati. Dobbiamo risparmiare".
Prima del contrattacco a Panorama, però, c'è ancora tempo per annunciare il taglio dell'organico all'ufficio stampa della Regione: "Più tardi firmerò la lettera di revoca dei giornalisti, da oggi sono decaduti. Resteranno soltanto quelli scelti dal presidente, come persone di fiducia. Non ho bisogno di 21 giornalisti. Ma tutto questo non significa che non possano fare domanda anche loro per essere assunti, sempre con incarico fiduciario". Crocetta, tuttavia, intende "recuperare" alcuni di loro,ma non specifica il numero. Una cosa è certa: "Intendo puntare sui giovani. Verranno scelti i più bravi e non i raccomandati".
Chiusele parentesi sui superburocrati e sui giornalisti dell'ufficio stampa, Crocetta libera tutta la sua rabbia. I sorrisi e le battute lasciano il posto alla tensione, ai pugni sbattuti continuamente sul tavolo e ai toni alti. "E' immorale che si faccia un attacco come quello di Panorama a una persona che non è indagata, non ha scheletri negli armadi, e che ha combattuto la mafia. Ho gia' dato mandato all'avvocato Lo Re di attivarsi per chiedere i danni''. La voce di tanto in tanto tradisce l'emozione: "Io ho combattuto i clan mafiosi e gli stiddari, i Rinzivillo, gli Emanuello, i Madonia. Ho fatto arrestare componenti delle cosche, ma adesso contro di me è stata attivata una strategia mafiosa, una macchina del fango per colpirmi". Il presidente della regione passa in rassegna una per una le rivelazioni di Panorama, a partire da quell'amicizia con il capomafia Alessandro Barbieri: "Siamo stati amici d'infanzia, abitava vicino casa mia, era orfano di madr. Ma dal '77 all'82 e dall'87 al '90 non sono stato a Gela. Per circa 15 anni non l'ho visto e nel '90 è' stato arrestato. Una volta, insieme con la mia scorta, l'ho incontrato al bar e non l'ho salutato. E' stato arrestato, ha preso una via sbagliata. Sapere che un amico d'infanzia è diventato un capomafia mi ha provocato un grande dolore, ma io con lui non ho mai avuto a che fare''.
Sui rapporti con Emanuele Celona: "Andavo nella sua libreria.Quando mi disse che la mafia voleva uccidermi lo indirizzai alla Dda di Caltanissetta". Nella sua lunga autodifesa, durata oltre un'ora il presidente della Regione parla anche di Roberto Sciascia, uno degli autori del dossier: "E' stato condannato, dopo una mia denuncia, per aver affidato senza gara la gestione della discarica di Gela, raddoppiando il prezzo dello smaltimento del percolato rispetto alla media''. Dopo aver annunciato querela nei confronti di Panorama ("chiederò milioni di euro di danni e li verserò in favore dqi bambini dei quartieri degradati"), arriva il capitolo dei complotti: "C'è una strategia multipla contro la Sicilia e la sua autonomia, qualcuno mira a commissariare la Sicilia".
Crocetta attacca il precedente governo, guidato da Raffaele Lombardo, e l'ex assessore regionale all'Economia, Gaetano Armao: "Ha detto che la Sicilia rischia il default, ma allora perchè in piena campagna elettorale sono stati dati contributi a enti e associazioni? C'è una congiurache parte dal precedente governo e dai poteri forti della Sicilia. Non è un caso che i giornali della destra siano i protagonisti di questo attacco. Armao? E' un traditore della Sicilia. Ha consegnato un rapporto per creare i presupposti per il commissariamento dell'Isola, pur essendo egli corresponsabile del disastro economico della Regione".
Infine il retroscena sulla campagna elettorale di ottobre: "Ho saputo che alcuni ambienti del centrodestra italiano di altissimo livello si sarebbero rivolti ai servizi segreti tunisini per costruire un dossier 'alla Boffo' su di me. Lo Stato tunisino, però, non si è prestato". Infine l'ultima battuta che risolleva il morale del presidente e del suo staff: "Inutile che qualcuno pensi di infangare la Sicilia. Quel qualcuno troverà pane per i suoi denti. Io non ho scheletri nell'armadio".
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