venerdì 27 aprile 2012

Omicidio Scialfa. Il padre: "Non l'ho saputo difendere". Il cordoglio degli amici e di tutta Enna


Vanessa Scialfa non farà più ritorno a casa. La speranza di familiari ed amici di poter riabbracciare la giovane ennese si è spenta alle 15,15 di ieri quando la polizia ha trovato, avvolto in un lenzuolo, il corpo della ventenne. Subito la notizia ha fatto il giro della città e l’obitorio del cimitero è diventato meta di parenti ed amici che non riuscivano a capacitarsi del tragico epilogo. In tutti c’era tanta rabbia per questo omicidio che mette in rilievo i rapporti di Vanessa Scialfa con il convivente Francesco Lo Presti. I due avevano deciso di stare sotto lo stesso tetto da circa tre mesi in una casa vicino il Castello di Lombardia; c’era il sogno di farsi una famiglia, ma d’un colpo ecco frantumarsi tutto. Omicidio d’impeto si è subito detto. Il giorno della scomparsa Vanessa ed il convivente avevano litigato per futili motivi, pare questioni di lavoro o forse gelosia, che avevano indotto Vanessa ad andare via lasciando tutto a casa. Ma la dinamica ed alcuni piccoli particolari non convincevano. Qualcosa l’aveva anche intuita il padre di Vanessa Scialfa, Giovanni, dipendente comunale distrutto dal dolore: “Avevo immaginato che era stato lui, ma c’era la speranza di trovarla viva”. A frenare ogni ipotesi gli uomini di polizia e carabinieri. Il padre intanto aggiunge tra le lacrime: “Per amore di mia figlia l’avevo accettato, ma lui ora ha portato via il sole da casa mia”. In lui anche parole di ringraziamento alla polizia e ai carabinieri. Il triste ed agghiacciante riconoscimento della salma è toccato ai genitori che sono giunti al cimitero alle 18,25 insieme agli altri due figli, Maria e Filippo e allo zio. Dentro l’obitorio i genitori della giovane sono rimasti meno di mezz’ora, il tempo di vedere Vanessa e intrattenersi con gli inquirenti. Poi insieme ai carabinieri si è recato a casa della figlia per prendere quel cagnolino che lei amava tanto.
Non è stato facile per papà Giovanni riconoscere i resti della figlia e sotto il suo abbraccio da padre di famiglia porta via la moglie straziata e cerca di far forza ai figli. Ma il dolore ed i dubbi lo angustiano tanto da dire che “non penso sia stato da solo. Mia figlia non si sarebbe fatta strangolare, avrebbe reagito in qualche modo”. Per lui è arrivata anche la solidarietà del sindaco Paolo Garofalo che si è stretto vicino alla famiglia di Scialfa (dipendente comunale). Poche parole, quasi niente, dalla sorella Maria e dal piccolo Filippo che hanno provato, vanamente, a vedere la sorella. Qualche parola di rabbia l’ha detta lo zio Pino che, su Lo Presti, si è limitato a dire: “È la terza famiglia che rovina”. Poco prima dell’imbrunire nella piazza antistante il cimitero sono iniziati ad arrivare gli amici. Il primo è W. P., amico d’infanzia: “Era una brava ragazza, socievole anche se da quando conviveva si era allontanata da tutti”. Il giovane ammette che da “vox populi” si diceva che i due litigavano spesso: “Non riesco a credere che Vanessa abbia fatto questa tremenda fine, non lo meritava di certo, non ho parole” ha proseguito il giovane. Gli fa eco la fidanzata che l’ultima volta aveva visto Vanessa il Venerdì Santo, “ma anche se era passato del tempo il nostro era un ottimo rapporto” dice la giovane mentre cerca di mettersi in contatto con Giovanni Scialfa. A stretto giro è arrivata anche la signora S. che Vanessa, come dice lei, “l’ha vista crescere. Abitavamo vicino prima che si trasferissero ad Enna Bassa. Non capisco perché abbia potuto ucciderla”. La ragazza è stata ricordata come una giovane solare, lei piena di sogni, magari legati a quel diploma preso all’istituto d’arte o chissà a cos’altro. Purtroppo lei non potrà più realizzarli, ma gli amici sono certi che “da oggi il cielo ha una stella in più”. Ma nessuno dimentica l’autore di questo insano gesto che lo porterà dietro le sbarre: “Non voglio vederlo fuori dal carcere, deve stare in galera per tutta la vita questo bast…” ha urlato il padre al cimitero. Una richiesta unanime per una vita spezzata da un colpo di testa, dei futili motivi che non possono di certo portare ad uccidere una persona.

I primo commenti degli inquirenti

“Stiamo cercando di cristallizzare ogni responsabilità”. Con queste parole il Questore di Enna, Salvatore Patanè, congiuntamente ai dirigenti della Polizia, Palma e Cuciti (il capo della Squadra Mobile che con i suoi uomini ha indotto alla confessione Lo Presti e giunto al ritrovamento del cadavere), al Comandante Provinciale dei Carabinieri Baldassare Daidone e al Comandante Luca Ciabocco, ha reso note le vicende che hanno portato all’omicidio della giovane Vanessa Scialfa. Il corpo della giovane è stato trovato nella giornata di ieri, alle 15,15, ed i particolari sono agghiaccianti perché era avvolto in un “sudario” in posizione fetale. Nel primo pomeriggio di ieri c’era già un fermato su cui, però, gli inquirenti hanno voluto mantenere il massimo riserbo. Non ci sono però dubbi nel padre di Vanessa che ha individuato subito in Francesco Lo Presti, convivente della figlia, il colpevole dell’omicidio. Dall’ispezione medica effettuata dalla Dott.ssa Letizia D’Altieri sono stati rinvenuti segni di strangolamento e, forse, complice il volo fatto nel momento in cui è stata buttata via, il corpo presentava ferite che, comunque, saranno vagliate con l’autopsia. Dopo la denuncia della scomparsa si era anche pensato ad un suicidio perché martedì sera la coppia aveva litigato per futili motivi. Non era la prima volta perché il questore ha altresì dato conferma che la vita di coppia dei due era difficile e già in passato erano giunte delle segnalazioni.
Il lavoro di simbiosi tra i carabinieri, che hanno sentito a lungo il convivente, e la squadra mobile ha portato al rinvenimento del cadavere sulla Statale 122 nei pressi di Pasquasia. Il giovane fermato nel momento della scomparsa pare che in un primo momento avesse rassicurato i genitori di Vanessa dicendo che era in un colloquio di lavoro, salvo poi ammettere la scomparsa. Al momento le uniche due certezze sono l’omicidio e l’occultamento anche se gli inquirenti ed il Dott. Rio, incaricato delle indagine, non lasciano nulla al caso e non si esclude eventuali complicità di persone terza. Tutto, assicurano le forze dell’ordine, verrà chiarito già nella mattinata di oggi.
Facebook: dall’appello del padre alle condoglianze da ogni parte d’Italia
L’allarme per la scomparsa di Vanessa Scialfa, la giovane ventenne uccisa ad Enna, era partito dalle pagine di facebook ed il primo post l’aveva messo il papà Giovanni: “A tutti gli amici di face book, vi prego di diramare questa foto, è mia figlia non abbiamo notizie da martedì”. Iniziava così l’appello di papà Giovanni sottolineando subito che non era uno scherzo. Immediatamente il suo post è stato condiviso da tantissimi “virtual friends”: “Ho ricevuto oltre due mila messaggi in poche ore, la speranza di trovarla viva c’era” dice piangendo il padre che ora si dispera. Spesso il social network ha fatto miracoli, ma non questa volta perché un barbaro ha deciso così.
E se prima il profilo di Scialfa, e con esso il gruppo “Troviamo Vanessa”, era ricco di messaggi di speranza, adesso tutti cercano di dare conforto: Lucia Vitale ha postato: “Non è possibile morire così a 20 anni, povera figlia”; segue quello di Carmela Scalisi: “Un grandissimo abbraccio alla famiglia di Vanessa. Speravo in una notizia positiva e invece… Vanessa sei e sarai l’angelo più bello”. E ci sono anche gli amici di Vanessa, quelli a cui il convivente non andava giù: “Era bella e volenterosa, ma da quando aveva conosciuto Francesco, era cambiata. La vedevamo poco, lui era geloso e non voleva che frequentasse i suoi vecchi
amici, l’aveva chiusa in casa”. Francesca Ricciarelli ricorda come “aveva solo 20 anni, aveva tutta la vita davanti” o Chiara Grillini che non si capacita: “no non è vero non ci credo è impossibile ho provato di tutto per aiutarvi”. “Giovanni carissimo – scrive Stefania Binucci – ieri sera abbiamo chattato senza ancora sapere l’amara verità! A nome dei seguenti gruppi le più sentite condoglianza” e giù ad elencare sette gruppi virtuali. Anima nel Vento ha postato: “Caro giovanni ho sperato fino all’ultimo che non fosse vero, che non era vanessa. Condoglianze e un abbraccio dalla comunità trapanese”. Su un altro noto profilo di Enna “L’Ennisi” ha invitato a “…na preghiera pa famiglia” e subito decine di condivisioni. Su Favola Link è stata condivisa la foto che ritrae la giovane Vanessa sorridente e con la scritta: “Un pensiero per Vanessa, un’altra giovane volata in cielo”. Sintetico, ma chiaro il messaggio di Maria Pampallona: “il mondo è davvero pieno di pazzi……..”. Per Nunzia Pianese “L”Ennesima vittima!!Ke brutto mondo!Un forte abbraccio!”. Subito dopo la notizia della morte è nato un altro gruppo, “Solidarietà e partecipazione per l’assassinio di Vanessa Scialfa” su cui Rosaria Vinciguerra scrive: “cm si può amare e morire x amore???e’un rischio dividere la propria vita cn qualcuno???”. E proprio questo ciò che ripetevano gli amici di Vanessa, uccisa da chi lei ha dato amore.

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