sabato 11 settembre 2010

Enna. Lago di Pergusa devastato dall'uomo

Ci penseranno Miti e Dei a ristabilire la quiete del lago di Pergusa che per decenni è stato scosso dalla furia devastatrice dell'uomo? Vent'anni vissuti in agonia, tanto da diventare poco più di un acquitrino. Vent'anni di cui parleranno gli storici del futuro, quando dedicheranno un capitolo al recupero del mitigo lago decantato perfino da Ovidio. Dunque, il lago lentamente si sta riprendendo anche se le luci sono ancora poche mentre le ombre continuano ad essere troppe per potere affermare che il lago di Pergusa sta ritornando ai tempi di una volta. Intanto, è positivo il fatto che in questi mesi estivi il livello dell'acqua si è mantenuto stabile. Ora bisogna capire se questa stabilità diventerà duratura o, invece, subirà gli alti e bassi degli anni passati. A questo proposito, abbiamo sentito la biologa Rosa Termine, responsabile della riserva naturale di Pergusa. Dottoressa Termine, quale è lo stato di salute del lago? "Il lago in questo momento sta parecchio bene. L'acqua è abbondante e ci sono diverse nidificazioni in corso". Segno, questo, che il lago è ritornato a viviere? "Si. Tra l'altro ci confortano anche i parametri chimico-fisici dell'acqua che sono perfetti. Settimanalmente, attraverso i sensori di una stazione fissa che si trova al centro del lago, rileviamo la temperatura, l'ossigeno, il PH, la salinità e il livello dell'acqua. E da questi dati ci rendiamo conto dello stato di salute del lago".Qual'è il livello dell'acqua in questo momento? "Attualmente abbiamo 3 metri e 80 centimetri di acqua nel punto più profondo". Perchè il lago negli anni '90 sino agli inizi del 2000 ha avuto grosse difficoltà? Quale la causa? "Il lago si era quasi prosciugato in quanto si era impoverita la falda idrica del sottosuolo. La causa? I tantissimi pozzi privati e non che si erano costruiti attorno al lago tra gli anni '60 e '80. Fortunatamente poi si capì questa faccenda e i pozzi furono chiusi. Però, attenzione, ci sono voluti venti anni perchè il lago si riprendesse. In effetti, dagli anni '80 al 2000 il lago non lo abbiamo visto anche se in realtà era in trend positivo poichè la falda che lo alimentava si stava riempiendo". Che possibilità c'è che il lago possa raggiungere i livelli degli anni '60? "Le posso dire intanto che il lago in questa primavera ha raggiunto 4 metri di profondità. L'acqua ha toccato addirittura un muro di cinta, un fatto questo che non avveniva da 35 anni. Certo siamo ancora lontani dagli anni in cui, come si evince da vecchie foto, il lago copriva interamente i gradini del vecchio molo. Dottoressa Termine, ci dica la verità, secondo Lei Autodromo e lago che è una riserva naturale, possono convivere? “Questo non lo sò", risponde un po' infastidita. "Io mi occupo della salute del lago. Autodromo-lago è un aspetto politico che va risolto in sede politica. Appunto, Lei si occupa della salute del lago, cosa risponde agli ambientaslisti che sostengono invece che le due cose sono incopatibili?"Questo aspetto andrebbe approfondito con degli studi. Cosa che finora non è stato fatto". Lei è una attenta osservatrice della fauna pergusina; è possibile che non abbia mai notato se gli animali, gli uccelli, in occasione di qualche gara automobilistica abbiano avuto comportamenti anomali? "Le posso dire che nell'ultima gara che si è disputata nell'autodromo, parliamo di qualche anno fa, gli uccelli si sono concentrati tutti al centro del lago scappando dai canneti. Qusto perchè evidentemente avevano paura". Zanzare, un problema che pergusini e villeggianti lamentano da sempre. Quale strategia mettete in campo per risolverlo? ""E' una strategia di tipo biologico. Contrastiamo il proliferare delle zanzare con lo spruzzamento del bacillo "turigensis". Un batterio che praticamente provoca la lisi intestinale delle larve e quindi la loro morte. E' un servizio di competenza della provincia regionale che riguarda però solo la disinfestazione dello specchio lacustre". La riserva di Pergusa è anche centro di anellamento degli uccelli? "Pergusa, insieme a tante altre stazioni sparse nel mondo, fa parte di una rete dove i certi periodi stabiliti si catturano gli uccelli per essere anellati. Vengono applicati nella zampetta degli anellini leggeri con un codice. Codice che a sua volta viene inserito in una banca dati internazionale dalla quale si evince la provenienza ma anche le condizioni fisiologiche dell'uccello. Tutte notizie importanti in quanto se l'uccello viene ricatturato da altri anellatori, come spesso succede, si capisce la rotta che ha fatto. La rotta generalmente è Africa-Nord Europa e viceversa. In Sicilia, oltre a Pergusa, esiste un altro centro di anellamento al lago Biviera di Gela. Sono centri gestiti dall'Università di Palermo il cui responsabile è l'ornitologo prof. Bruno Massa".

Giacomo Lisacchi

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