giovedì 8 settembre 2011

Festa Madonna nera del Tindari 2011




Tanta, tanta gente. Una folla immensa convocata dalla “Madre nera del Tindari che noi onoriamo -ha detto il vescovo, mons. Ignazio Zampito, nell’omelia- con il titolo bellissimo di ‘Madonna dolce che riempe il cuore’, in occasione della sua festa che si è svolta ieri. “E’ bello sapere –ha sottolineato ancora mons. Zampito- che siamo qui in tanti sapendo di essere stati convocati dalla madre.Qualcuno potrebbe dire: “E perché ci convoca?” Una madre convoca perché è madre e non ha bisogno di motivi o di altri ragioni. Lei ci convoca perché vuole che noi ascoltiamo la parola del Signore. Lo specifico della Santa vergine è questo: avvicinare tutti, avvicinare ognuno alla santa parola”. “E’ stata una festa esaltante, commovente, soprattutto impressionante” ha evidenziato la signora Barrese, un’insegnante di Falcone. Infatti c’era un fiume in piena nella salita che porta in chiesa, ma anche davanti al sagrato. “E’ il mistero della Madonna nera -ha commentato un’altra signora, Rosaria Terrecciano, di Enna-. Era da tempo che volevo venire (a trattenermi era un certo pudore e la paura di guardare con certo distacco e scetticismo ciò che avrei visto) per conoscere le ‘realtà’ nate dalla Madonna nera e… sono rimasta stupita”. Migliaia sono quelli che a piedi hanno percorso la strada statale che si arrampica verso Tindari. Erano anziani, giovani, bambini e perfino qualche autorità, come il sindaco e il presidente del consiglio comunale di Falcone, Santi Cirella e Antonino Caliri. Chissà quali pensieri passavano nella mente e nel cuore di ognuno di loro! Sicuramente l’emozione era fortissima , si percepiva nell’aria, ma ognuno era concentrato su se stesso. Ma cosa spinge tante persone ad essere lì? Fede, devozione, bisogno di preghiera o richiesta di una grazia? Sono sicuramente tutti sentimenti che si intrecciavano e che per molti, probabilmente, ha fatto scendere lacrime di commozione quando ci si rende conto di onorare una donna, che ha vissuto tutta la sua vita in comunione con suo figlio Gesù Cristo e che ha portato sul suo cuore il sigillo di questo amore: le sagre stigmate.

Giacomo Lisacchi

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