mercoledì 31 ottobre 2012

Crocetta: Sono io il vero rivoluzionario


Palermo. Così controcorrente da riuscire a mettere assieme il diavolo, leggasi ex comunisti, e l'acquasanta, ovvero i democristiani. Così controcorrente da riuscire a convincere persino un elettorato, quello siciliano, da sempre restio al cambiamento.
Se nell'Isola - dopo gli anni travagliati dei governi di Totò Cuffaro e di Raffaele Lombardo - si volterà veramente pagina, sarà il tempo a dirlo; di certo Rosario Crocetta da Gela (classe 1951), neo presidente della Regione Siciliana, ha compiuto un'impresa non da poco: ha vinto contro l'astensionismo, ha rallentato la poderosa avanzata del Movimento 5 Stelle, ha sconfitto la destra - che in Sicilia ha sempre fatto man bassa di voti - e gli oltranzisti della sinistra, indisponibili ad alleanze. Non avrà la maggioranza all'Ars, ma questo non lo intimorisce.
Gli elettori lo hanno incoronato governatore dell'Isola con il 30% dei consensi. Dato che, confrontato con quello ottenuto complessivamente dalle liste che lo hanno sostenuto ci dà un'altra chiave di lettura: Crocetta ha beneficiato dell'apparato di partito che Pd e Udc gli hanno messo al servizio. Senza dimenticare il contributo di Api e Psi.
I voti totalizzati dal candidato presidente della Regione, grosso modo, coincidono con quelli che hanno raccolto le liste.
La sua carta vincente è stata la diversità. Crocetta - gay dichiarato e icona dell'antimafia - ha avuto la meglio sul pregiudizio e sui luoghi comuni, sempre col suo stile controcorrente. E adesso non è disposto a fare sconti. Da sindaco di Gela ha sfidato Cosa nostra a viso aperto, da neo presidente della Regione rilancia: "Con me la mafia può fare le valige". Poi precisa: ‘'Non è mai accaduto in Sicilia che un rappresentante del centrosinistra venisse eletto e che venisse eletto un presidente con una chiara opzione antimafia. Credo che siano questi due elementi forti del cambiamento che dimostrano come in Sicilia, come dice anche Camilleri, sia entrata aria nuova e pulita".
Queste le sue prime parole ieri, al suo arrivo a Palermo, con mezza vittoria già in tasca. L'orologio segna le 16,35 quando Crocetta imbocca via Libertà, percorrendo a piedi il tratto da piazza Politeama (dove in un noto hotel ha incontrato i vertici del suo partito, il Pd) a via Mazzini, sede del suo comitato elettorale. Lo stesso di Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, uscito vittorioso dalle elezioni amministrative dello scorso maggio.
Un'avanzata trionfale che ferma il traffico, senza nemmeno far infuriare gli automobilisti, e attira anche l'attenzione dei sostenitori di Nello Musumeci, che mettono la testa fuori da un desolato comitato elettorale, poco distante da quello dell'ex sindaco di Gela.
"Oggi (ieri, ndr) è cambiata la storia della Sicilia. In altri tempi uno come me non sarebbe stato eletto. Sono riuscito nel miracolo di mettere insieme movimenti non politici e partiti".
Subito dopo aggiunge: "Io sono un grande innovatore, un vero rivoluzionario, non come Grillo che blatera una rivoluzione che non sa fare". E a chi gli fa notare che non avrà la maggioranza a Sala d'Ercole, risponde: "All'Ars non farò inciuci, nessun ribaltone, è la mia storia che me lo vieta. Cercherò la maggioranza sui provvedimenti e se qualcuno mi dovesse fermare, allora si riandrà al voto e sono convinto che questa volta sarò eletto col 60% dei consensi".
Il tema delle future alleanze tiene banco, nonostante le rassicurazioni del neo presidente della Regione Siciliana, che annuncia: "Voglio governare in modo nuovo e inedito, metteremo in campo delle proposte insieme con i sindaci e le parti sociali, le associazioni che gestiscono i beni confiscati, le donne e i giovani. Voglio vedere chi a quel punto nega le leggi importanti. Vi saranno pure dei galantuomini all'Ars... Per prima cosa, subito dopo il mio insediamento licenzierò Ludovico Albert e tutti gli albertini".
Crocetta non esclude neanche una futura collaborazione col Movimento 5 Stelle ("Mi auguro che possa essere un interlocutore") e risponde a distanza al leader siciliano dei grillini Giancarlo Cancelleri, che ha promesso di non allearsi con nessuno all'Ars: "Le zitelle acide non trovano mai marito... ", dice parafrasando le stesse parole di Cancelleri.
Rosario Crocetta è ormai incontenibile. Dentro i locali di via Mazzini, al civico 59, colmi fino all'inverosimile, viene accolto al grido di "presidente, presidente, presidente". Crocetta dapprima si rifugia nel suo ufficio, fuma una sigaretta dopo l'altra. Poi si tuffa nella bolgia. È un vero e proprio assedio: il servizio d'ordine a stento riesce a tenerlo distante da simpatizzanti, giornalisti, compagni di partito. Lui non fa una piega e non si sottrae a nessuna domanda. L'umorismo non gli manca, tanto che sul famoso "patto delle crocchè" (crasi dei cognomi di Crocetta e Miccichè) si "smarca" così: "Non mangio carboidrati, il medico me lo ha vietato".
Mentre sulla presunta contiguità con il governo Lombardo, è laconico: "Non me ne frega niente". In comitato si vede pure Lucia Borsellino, assessore designato della nuova Giunta. Crocetta la stringe attorno a sé e continua l'analisi del risultato elettorale.
Senza risparmiare stoccate, nel mirino ci finisce soprattutto Claudio Fava: "Non ha capito niente. È stato sconfitto per tutta la sua vita, con lui non si va da nessuna parte", dice Crocetta. Inevitabilmente il discorso cade sulla mancata intesa con l'ala più radicale della sinistra. "Non ho mai teorizzato un'alleanza con l'Udc - spiega ancora Crocetta - che escludesse la sinistra di Vendola e Idv. Sono Sel e Idv che in Sicilia hanno detto no a questa alleanza. Bisogna capire che in Italia può vincere un fronte che mette insieme le forze di sinistra, cattoliche e moderate, progressisti e apra ai movimenti".
Sulla stessa scia Giuseppe Lupo, segretario regionale del Pd, che sottolinea: "Quella di Crocetta è una vittoria storica. La Sicilia che ha scelto l'alleanza tra progressisti e moderati ha sconfitto una destra che devastato la nostra Regione".
Infine Gianpiero D'Alia, leader regionale dello scudocrociato: "Quella tra Udc e Pd è un'alleanza onesta, sobria, trasparente, capace di cambiare il volto della Sicilia".

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