sabato 16 aprile 2011

La Feneal-Uil provinciale lancia l’allarme sullo stato di crisi in cui versa ormai da tempo il settore delle costruzioni della provincia di Enna.


La Feneal-Uil provinciale lancia l’allarme sullo stato di crisi in cui versa ormai da tempo il settore delle costruzioni della provincia di Enna. L’organizzazione sindacale degli edili, nel corso di un dibattuto incontro, alla presenza del segretario generale della Uil, Vincenzo Mudaro, ha rilevato che “quello che sta attraversando la nostra provincia è il peggiore periodo di crisi economico-occupazionale dell’ultimo decennio, che vede come principali vittime imprese costrette a cessare la propria attività, lavoratori indotti ad ingrossare le fila dei soggetti coperti da ammortizzatori sociali, come cassa integrazione o mobilità di lunga durata, e lavoratori sempre più vicini al baratro del licenziamento e della disoccupazione”. Una provincia, quella di Enna, che secondo la Feneal, “continua in maniera costante a svettare in cima ad ogni classifica economica negativa”. A dimostrarlo sono anche i dati forniti dalla Cassa Edile ennese, che “mostrano un quadro di imprese operanti sul territorio costituito esclusivamente da aziende di piccolissime dimensioni e con pochi dipendenti; una realtà fortemente polverizzata nella quale il sindacato riesce ad essere scarsamente presente ed in cui l’attenzione verso i temi della sicurezza non è prioritaria”. “Il settore delle costruzioni –ha detto Mudaro- è il comparto che per definizione rappresenta il volano di crescita dell’economia in generale. Negli ultimi anni, nel territorio ennese, nessuna grande opera è stata appaltata, e l’unico traino nel settore dell’edilizia è stato l’aumento dei lavori privati. E’delittuoso e intollerabile –ha aggiunto Mudaro- che troppe opere siano ancora bloccate senza che nessuna istituzione si preoccupi del futuro di imprese e lavoratori e che da oltre un anno si attenda che siano rese disponibili le risorse già assegnate dal Cipe. Difficoltà di natura politica ed economica continuano a rallentare –ha sottolineato- i lavori per la realizzazione del bacino idrico della diga Olivo; stesso impietoso destino è toccato alla realizzazione della Nord-Sud, opera che ha subito un grave arresto dei lavori e che attende ancora le autorizzazioni dell’Ente Parco dei Nebrodi; nessun intervento sulla viabilità, ampiamente annunciato, è stato ancora finanziato. A ciò si aggiunge una situazione di assoluto impasse riguardo alle autorizzazioni per i lavori di rifacimento della rete idrica e un assordante silenzio delle istituzioni sui necessari interventi infrastrutturali per la miglior fruizione del patrimonio archeologico di Piazza Armerina e di Aidone”. Forte preoccupazione ha espresso anche il segretario della Feneal, Dathan Di Dio, “per lo stallo che il governo, la regione e le amministrazioni locali stanno provocando per le inerzie nell’affrontare la crisi di investimenti e dei pagamenti”. “L’inerzia delle amministrazioni locali e della regione –ha denunciato Di Dio- sul fronte degli investimenti in opere pubbliche è aggravata dal blocco totale dei pagamenti che stanno dissestando finanziariamente il settore, con ritardi che superano, in alcune amministrazioni, anche i dodici mesi. E’ necessario –ha concluso Di Dio- riprendere ad investire ed a creare occupazione, che la politica e le amministrazioni senza ulteriori indugi avviino le opere pubbliche immediatamente cantierabili. Infine, che la Regione e le istituzioni locali procedano ad un deciso impegno di rapido utilizzo dei fondi di cui alla delibera Cipe del 31 luglio 2009 e diano pieno adempimento alle leggi in vigore per garantire tempi certi nel pagamento degli oneri contrattuali”.

Pietro Lisacchi

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