martedì 10 maggio 2011

Enna. Bollette rifiuti 2005- Ganasce per chi non paga

Cittadini ennesi per l’ennesima volta sul piede di guerra per l’invito al pagamento della “tariffa smaltimento rifiuti e tributo provinciale” anno 2005, che la Serit Sicilia, a centinaia, sta inviando in questi giorni. L’Ato Enna Euno e la società di pubblica riscossione dei tributi sono, quindi, di nuovo al centro di dure polemiche anche per la velata minaccia che il contribuente, in mancanza di tale pagamento, si vedrà notificato “un Formale preavviso di fermo amministrativo” su un mezzo a lui “intestato in base alle risultanze del Pubblico Registro Automobilistico, con aggravio di ulteriori spese”. Intanto, non sono solo i cittadini sul piede di guerra, ma anche il Centro studi “Sen. Antonio Romano”, che da anni sta conducendo assieme al Comitato dei cittadini contro il caro bollette una battaglia di legittimità sulle tariffe dei rifiuti. “Sono avvisi di pagamento illegittimi –tuona il presidente del Centro studi, Mario Orlando- perchè il ruolo, per quanto riguarda la riscossione della Tarsu 2005, era di competenza del titolare del diritto, che in questo caso è il Comune e non l’Ato. E il Comune doveva provvedere alla revoca in autotutela dell’atto illegittimo; ciò che invece non ha fatto nonostante la numerosa giurisprudenza di merito di tutti questi anni, vedi sentenza della Corte Costizionale n. 238 del 24/7/2009, sentenza n.8313 dell’8/4/2010 della Cassazione a sezione unite e da ultimo i pareri n. 21/2011 e 15/2011 della Corte dei Conti della Lombardia e della Toscana. Ma ci sono anche sentenze di Cga, Tar e Commissione tributaria provinciale. Per cui –spiega Orlando- i cittadini che hanno ricevuto l’invito al pagamento non abbiano paura, perchè coloro che hanno presentato ricorso alla Commissione tributaria provinciale, ed è stato accolto, devono semplicemente comunicare il provvedimento alla Serit; coloro che non hanno avuto ancora esaminato il ricorso, attendere e in caso che ricevano il preavviso di fermo macchina presentino alla Commissione un’istanza di prelievo urgente; tutti coloro che non hanno presentato ricorso hanno invece 60 giorni se ricevono il preavviso di fermo per impugnarlo innanzi alla Commissione tributaria”.

Giacomo Lisacchi

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