martedì 31 maggio 2011

Il commento passionale di Toti Costanzo, voce di Rifondazione Comunista a Partinico, è un diagramma esatto. Ci spiega con apprezzabile sincerità – e lo fa meglio di mille trattati – la vocazione alla sconfitta politica della sinistra. Per sconfitta politica intendiamo un concetto diverso dalle batoste elettorali. Magari vinci, per virtù o fortuna nell’urna, ma poi non governi. Scrive il militante della falce e martello: “Perché scandalizzarsi se Lupo sostiene l’insostenibile? Perché gridare allo scandalo politico se Lupo ipotizza un assemblaggio di pezzi di diversa provenienza e storia politica che si mettono insieme, tutti ed appassionatamente, con lo scopo di porre le mani sui governi delle città? Ma avete, forse, dimenticato che la cultura di Lupo non é soltanto cislina – che é già quanto dire per chi conosce bene quella macchina, quelle “putie” di assemblaggio e distribuzione di potere – ma é soprattutto un democristiano cioé uno che governava indifferentemente con socialisti, socialdemocratici, repubblicani, liberali ? Suvvia amici lettori ripassiamoci un po’ di storia del passato per comprendere il presente. Lo capite oppure no che costoro, che noi comunisti giustifichiamo in ragione della loro già conosciuta e sperimentata “natura”, non hanno nulla a che spartire con la “sinistra” che sarà rigorosa, perfezionista, rissosa, frammentata e che spacca pure il pelo in quattro ma sicuramente é fatta soprattutto di gente onesta e generosa?”.

Quattro aggettivi in fila. Quattro lame nel costato dell’alternanza vagheggiata. Il rigore è un valore quando non diventa fanatismo. Ogni governo prevede una disponibilità al compromesso. Se non c’è, non si governa. Anche il perfezionismo è un ostacolo. La ricerca dell’ottimo, per esempio in chiave rivoluzionaria, è nemica del necessario buono. Bertinotti ne sa qualcosa: meglio il pessimo (dal suo punto di vista) Berlusconi sulla tolda di comando che il riformista Prodi. La frammentarietà, la rissosità e il pelo in quattro si proclamano da sè. L’onestà è bellissima, come la generosità. Purtroppo si tratta di condizioni ideali e inefficaci se non si misurano col sale del confronto. Cosa aveva detto Lupo? Che per vincere, in Sicilia e altrove, bisogna allargare il campo. E’ una valutazione pacifica e verosimile. Il problema è che spesso il Pd si ammucchia, pur di allargarsi. E perde l’identità. Ma una coalizione è ingrediente fondamentale, con un programma condiviso. I duri e puri hanno garantito fin qui la sopravvivenza di Berlusconi. Scriveva Eugenio Scalfari che in fondo c’era una somiglianza tra Bertinotti e Berlusconi, nei tempi passati. Una consonanza. Avevano bisogno l’uno dell’altro per legittimarsi. Il risultato? Silvio Berlusconi è comunque ancora vivo, ancorchè ammaccato. Fausto Bertinotti è un fantasma, con il lenzuolo macchiato dalla sua incapacità politica. E dai suoi sogni impossibili.

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