venerdì 2 novembre 2012


Ars, ecco la maxi-liquidazione 
E a Roma si discute di stipendi


L'assegno di solidarietà è una sorta di Tfr, che i deputati incassano a fine mandato. Ma visto l'ampio turn-over a Sala d'Ercole, la somma complessiva della liquidazione sforerà i due milioni. Intanto, un tavolo tecnico nella Capitale sta fissando un "parametro unico" per le indennità dei deputati regionali. Per quelli siciliani cambierà poco o nulla.

Ars, ecco la maxi-liquidazione E a Roma si discute di stipendi
PALERMO - Qualcuno ha brindato al massiccio “turn over” all'Ars. Al cambiamento radicale dell'identikit dell'Asssemblea, dovuto alla mancata rielezione di due deputati su tre, rispetto alla scorsa legislatura. Ma questo ampio rinnovamento del'Assemblea avrà una immediata conseguenza. Gli uffici di Palazzo ei Normanni, infatti, dovranno “staccare” ai sessanta deputati uscenti un assegno da 2,2 milioni di euro. Una bella somma, dovuta alla “liquidazione” dei deputati. Per l'esattezza si chiama “assegno di solidarietà”. Ed è una specie di Tfr liquidato ai deputati nel momento in cui cessa il loro mandato. La somma verrà ricavata dal Fondo di solidarietà tra i deputati dell’Ars, apunto. Si tratta, insomma di un assegno di solidarietà pari all'80% dell'importo lordo di una mensilità dell'indennità moltiplicato per il numero degli anni di mandato effettivo (o frazione non inferiore ai sei mesi). Una somma che viene accantonata mese dopo mese dal deputato, attraverso la trattenuta del 6,7% della propria indennità lorda.

E in alcuni casi si tratta di cifre di tutto rispetto. Come nel caso di uno dei più “esperti” tra i deputati uscenti: Lillo Speziale, 21 anni tra gli scranni di Sala d'Ercole, infatti, incasserà circa 180 mila euro. E poi, via via fino a chi ha completato una sola legislatura e porterà a casa una liquidazione di circa 30mila euro.

Questo, insomma, il destino imminente degli uscenti. Per i nuovi deputati, invece, ecco in arrivo qualche novità. Al di là, infatti, degli annunci dei parlamentari del Movimento cinque stelle che hanno fissato a 2.500 euro mensili il limite massimo della loro indennità, e a quello di freschi deputati come Toti Lombardo, il figlio del governatore uscente, che si è detto disposto al dimezzamento del proprio stipendio, le notizie più concrete arrivano da Roma. Lì, infatti, da giorni si riuniscono in assemblea congiunta la “Conferenza delle Regioni e delle Province autonome”, e la “Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome”. Conferenza, quest'ultima, presieduta dal siciliano Francesco Cascio.

Il tavolo tecnico formato a Roma ha, tra i compiti maggiori, quello di fissare un “parametro unico” per le indennità dei componenti delle giunte e dei consigli regionali. “Una indennità – ha spiegato Francesco Cascio – che sarà il frutto della comparazione delle indennità delle cinque regioni più virtuose”. Una scelta, quella delle due conferenze, che dà seguito al decreto legge del governo nazionale sulla Finanza degli enti territoriali, datato 10 ottobre del 2012 . Le modifiche entreranno in vigore il 20 dicembre prossimo.

Ma cosa cambierà in termini economici per i deputati siciliani? Poco o nulla. L'indennità “virtuosa” dei consiglieri regionali, infatti, è stata quantificata in 11.100 euro lordi. Una cifra comprensiva delle “spese per l'esercizio del mandato” (per intenderci, quella per i cosiddetti “portaborse”). A questi soldi si aggiungono cinquemila euro per consigliere che andranno ai gruppi parlamentari. Insomma, la “quota parte” per ogni gruppo all'Ars sarà data dalla moltiplicazione di questa cifra per il numero dei parlamentari. Per intenderci, il gruppo più numeroso, quello del Movimento cinque stelle, riceverà qualcosa come 75 mila euro al mese, 900 mila euro l'anno. Insomma, per i deputati siciliani, le cui indennità sono state, nel corso degli ultimi anni, oggetto di progressive riduzioni, fino all'annullamento di alcune indennità accessorie come i rimborsi per i trasporti e quelli telefonici, oggetto di una recente delibera del Consiglio di presidenza, la riduzione dello stipendio ammonterà a poche centinaia di euro mensili.

Ma qualcosa potrebbe cambiare proprio in casa “grillini”. I deputati hanno infatti annunciato che rinunceranno alle somme eccedenti i 2.500 euro mensili. E siccome la indennità, definita per legge, non può essere “rifiutata”, la soluzione a cui starebbero pensando i nuovi deputati, sarebbe quella di “donare” appunto la parte dello stipendio che supera i 2.500 euro. Gli uffici dell'Assemblea starebbero già pensando a quale capitolo di bilancio possa far riferimento l'eventuale donazione. O se, invece, sarà necessario crearne uno ad hoc.

Il tavolo tecnico di Roma, infine, ha definito anche l'indennità omnicomprensiva del presidente delle Regione: dovrà essere di 13.800 euro lordi. Ma il nuovo governatore siciliano ha già annunciato: “Taglierò il mio stipendio del 50%".

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