Tenetevi forte e, soprattutto, se siete lenti d’incascio, come ama dire Andrea Camilleri, lasciate perdere, leggete un’altra cosa, perché la notizia che stiamo per racocntarvi è di quelle che suscitano una incontrollabile ilarità, con il rischio di dare di stomaco.
Se, nonostante l’avvertimento, avete deciso di affrontare le conseguenze, amen, sono affari vostri, noi ci sottraiamo ad ogni  responsabilità.
Allora, si tratta di questo: il protagonista della notizia è Domenico Scilipoti; proprio colui che il 16 dicembre del 2010 fece uno sberleffo a Antonio Di Pietro e guidò la pattuglia dei responsabili nei banchi del centrodestra, regalando al governo Berlusconi, ed agli italiani, un anno di agonia fra spread e Ruby-gate parlamentare.
Domenico Scilipoti di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, ginecolgo ed agopuntore, ha infatti fondato una scuola di formazione politica per i giovani a Roma. La scuola è ospitata nel pio oratorio di San Pietro ed è vigilata da sacerdoti e suorine.  Fabrizio Roncone del Corriere della Sera ha avuto il privilegio di riferire agli italiani della iniziativa, firmando un ricco reportage. Apprendiamo così che Scilipoti non è solo il promotore ed organizzatore del corso di formazione politica, ma anche il docente più impegnato, atteso ed ascoltato.
Roncone, si è recato nel pio oratorio di San Pietro, nei pressi del Cupolone, per incontrare il deputato siciliano, arcinoto per il suo salto della quaglia dal dipietrismo al berlusconismo in un battibaleno.
Durante una amichevole chiacchierata, che ha registrato anche qualche lieve mugugno da parte del deputato siciliano, Roncone ha appreso che la scuola ubbidisce ad un bisogno, la conoscenza della buona politica, e che sarà proprio Scilipoti, e nessun altro, a spiegare di che pasta è fatta la buona politica.
Scilipoti, in verità, è andato anche in dettaglio, anticipando la pianificazione del corso. “Illustrerò come ci si muove in certi ambienti, il genere di rapporti che bisogna tenere”. Insomma racconterà di fatto la sua esperienza parlamentare che ha avuto il suo culmine nel salto della quaglia cui prima si faceva cenno.
Naturalmente il giornalista del Corriere ha sfruttato l’irripetibile occasione dell’incontro con lo storico protagonista della svolta di dicembre 2010, per fargli la fatidica domanda sulle profonde motivazioni che gli suggerirono di abbandonare i banchi dell’opposizione, Antonio Di Pietro e l’Italia dei Valori, per sposare la causa del Cavaliere.
Il tenore della risposta, non è affatto nuovo, ma le parole non hanno perso ancora il carattere di eccezionalità che le pongono nel pantheon delle frasi celebri della Repubblica. “Fui costretto ad aiutare quel fuoriclasse di Berlusconi per il bene del Paese”, ha ribadito Domenico Scilipoti,
Affinché non si nutrissero ancora dubbi sulla giustezza della scelta, il deputato siciliano ha sentito il bisogno di fare toccare con mano al suo interlocutore una realtà che ci si ostina a non vedere, nonostante l’evidenza. “Hanno capito che ero nel giusto”, afferma infatti compiaciuto Scilipoti, raggelando il giornalista, “ora mi affidano i loro giovani”. Che sono sessanta e vengono anche dalla Sicilia per sentire da lui ciò che serve dsapere sulla buona politica.