L’estro di Rosario Crocetta e il pragmatismo di Gianpiero D’Alia: il primo ha cercato di scompaginare i giochi, lasciando sull’uscio partiti e deputati regionali; il secondo ha badato al sodo, mandando al governo quelli che conoscono la macchina dell’amministrazione regionale. Non è che si siano messi d’accordo attorno a un tavolo  per spartirsi i compito e costruire la miscela “perfetta”, le cose si sono messe in modo da fare prevalere i bisogni elementari di entrambi. Rosario Crocetta voleva stupire e comunicare la sua autonomia dalla nomenclatura, Gianpiero D’Alia si è preoccupato di assicurare alla sua parte, e per molti versi allo stesso governo, una presenza forte ed ha scelto Dario Cartabellotta e Patrizia Valenti, che si trovano a loro agio nella complicata macchina amministrativa regionale e possiedono le competenze necessarie per governarla.
 Ester Bonafede, che del trio di D’Alia è l’unica esterna alla Regione, è frutto di una scelta meditata (a lungo), alla quale hanno concorso il genere (anche l’Udc mette in prima fila le donne), la fedeltà politica personale e familiare (nell’Udc fin dal tempo di Cuffaro, e il marito, magistrato, ex deputato Udc).
Rosario Crocetta si è preoccupato di fare decollare il suo governo dapprima nel cuore dei siciliani. Sedurre la Sicilia per farla innamorare della Regione, con nomi e cognomi di grande effetto, come Franco Battiato e Antonino Zichichi. Nelli Scilabra è un “omaggio” al movimento studentesco, una risposta alla distanza, siderale, che corre fra i giovani e le istituzioni. Nelli è una leader del movimento, con radici politiche salde. Una donna che “governa” le idee e i bisogni prevalenti dei suoi coetanei, una leader precoce e tenace. Molta grinta e molto entusiasmo. C’è chi l’ha salutata come un segno del destino (benevolo), e chi al contrario ne ha fatto il simbolo delle invenzioni del governatore, una specie di schiaffo ai partiti ed ai parlamentari, sui quali è stato posto il veto sin dalla prima ora.
La selezione di Crocetta annovera anche una “competenza” ministeriale, Francesca Basilico D’Amelio, una vita nei Palazzi romani, un tecnico di indiscusse capacità, una rappresentante del mondo dell’Impresa – Linda Vancheri – e del mondo del lavoro (la sindacalista Mariella Lo Bello) . I giovani, l’impresa e il lavoro: ci sono, sulla carte, le risposte alle emergenze del momento.
 Non c’è il pragmatismo di D’Alia? A prima vista è così, ma corrispondere con puntualità e tempestività alla “domanda” prevalente, è anche pragmatismo, non solo immagine e buona comunicazione. Seduzione, dunque, ma piedi per terra.
 Hanno fatto tutto da soli,  Crocetta e D’Alia, i dioscuri della nouvelle vogue? Hanno davvero rotto con il passato, recente e non? Hanno messo insieme le competenze che servono? Hanno le carte per tenere insieme una maggioranza nell’Assemblea regionale?
Al primo quesito, se abbiano fatto da soli, possiamo rispondere senza indugio: nient’affatto. Eppure Crocetta passa come un condottiero solitario. La ragione è semplice: ha cercato a Roma consensi autorevoli, tenuto fuori la Sicilia politica, ascoltato i suggerimenti della Confindustria e coinvolto il sindacato.
Questa ed altre domande tengono banco,  le risposte sono molteplici e risentono tutte quante, nel mondo politico, delle aspettative,  deluse o soddisfatte. Fuori dai Palazzi le novità sono accolte, invece, con curiosità e, in molti casi, con un pizzico di ottimismo. Insomma, ci si chiede se sia la volta buona.
 Umori, dunque. Non saranno questi a decidere della sorte del governo. Quel “vedremo quanto dura” twittato dall’ex capogruppo parlamentare Pd, Antonello Cracolici, è risuonato nell’informazione, come una campana a morto. E’ il segno dei tempi, che trasformano il cinguettio in un colpo di cannone. Cracolici è perplesso, quanto e più di molti deputati regionali e leader che non hanno trovato ascolto nella fase di preparazione e composizione della giunta di governo.
Avranno tutti il modo per farsi valere dal 4 dicembre prossimo, giorno della prima seduta della legislatura. Non avranno disposizione gli effetti speciali, come il governatore, ma dispongono del potere decisionale. Una deterrenza “spaventosa” per il governo senza maggioranza, altro che cinguettii, ma non illimitata. Il popolo sedotto avrà bisogno di essere assecondato. Dovranno, tutti quanti, stare in campana. Se accanto al legittimo bisogno di fare la propria parte ed essere ascoltati, c’è dell’altro, le cose si complicano e potrebbe diventare un boomerang.
 Mai come ora l’esecutivo e il legislativo sono così riconoscibili: il lavoro dell’uno e dell’altro può essere giudicato, condiviso o meno. Nessuna commistione che non sia il confronto d’Aula.
 L’Isola dei famosi, messa in piedi da Crocetta, può contare su una platea affollata  e interessata alla sorte dei suoi protagonisti. Se la deterrenza di Sala D’Ercole è spaventosa, quella dell’Isola non scherza.