martedì 20 novembre 2012


SOTTO I RIFLETTORI 70 MILIONI

Formazione, inchiesta sui bandi 
per gli uffici giudiziari



Inchiesta congiunta delle Procure di Palermo e Catania sulla spesa dei soldi del Programma operativo regionale 2007/2013 - Fondo Sociale europeo. Nel mirino una dozzina di gare per l'assegnazione di 70 milioni euro destinati a migliorare l'efficienza degli uffici giudiziari di mezza Sicilia. L'ipotesi: "Il denaro pubblico è finito nelle tasche dei privati".

PALERMO - Che la Formazione finisca sotto inchiesta è una notizia a cui corriamo il rischio di abituarci. Crea scalpore, però, che stavolta si indaghi sui soldi spesi per il “Rafforzamento delle capacità d'azione delle autorità per l'Amministrazione della giustizia della Regione Siciliana”. Una montagna di soldi del Fondo sociale europeo che sarebbero dovuti servire per qualificare il personale e organizzare gli uffici giudiziari. Obiettivo dichiarato: rendere più efficiente la macchina della Giustizia al servizio del cittadino. A detta degli investigatori, però, sarebbe stato raggiunto un risultato meno edificante  visto che "i soldi pubblici sarebbero finiti nelle tasche dei privati".

Le procure di Catania e Palermo hanno passato al setaccio una dozzina di gare bandite dalla Regione negli ultimi cinque per una cifra che supera i 70 milioni di euro. Si indaga sulla preparazioni dei bandi, sulle aggiudicazioni in favore di alcune Onlus, sulle forniture di beni e servizi. E sarebbero già emerse una serie di irregolarità. Di più non trapela. È certo che i procuratori aggiunti di Palermo, Leonardo Agueci, e di Catania, Giuseppe Gennaro, si sono incontrati negli uffici palermitani per uno scambio di informazioni.

L'indagine è alla stretta finale e rischia di provocare un terremoto nei palazzi del potere. L'ipotesi è che a gestire le gare in maniera illecita sia stata un'unica cabina di regia. Uno dei primi bandi a finire sotto la lente di ingrandimento della magistratura catanese è stato quello che ha assegnato un milione e 230 mila euro del Programma operativo regionale 2007/2013 - Fondo Sociale europeo alla Procura di Palermo, al Tribunale e alla Corte d'appello di Catania. La procedura adottata era quella “aperta con il criterio di offerta economica più vantaggiosa”. A presentarla è stata l'Iraps Onlus di Catania. La determina era a firma del dirigente del servizio Concetta Cimino e dell'allora dirigente generale dell'assessorato alla Formazione, Patrizia Monterosso.

Fu solo uno dei primi bandi. Perché di risorse ce n'erano a disposizione ancora parecchie. E sono state assegnate anche alle procure di Messina e Siracusa. A dare il via agli accertamenti è stata la verifica sul lavoro svolto a Catania. O meglio su quanto non sarebbe stato fatto. Dagli accertamenti della guardia di finanza, che ha sequestrato una montagna di carte, sarebbe emerso che la formazione e l'ottimizzazione dei servizi sarebbe rimasta al palo.

Da Catania l'inchiesta si è allargata a macchia d'olio fino a fare tappa a Palermo, dove in realtà il denaro pubblico sarebbe stato speso e anche bene. Nel capoluogo siciliano, infatti, grazie al Programma operativo regionale 2007/2013 - Fondo Sociale europeo è stato attivato uno sportello unico dove i cittadini possono chiedere informazioni e certificati. È a Palermo, però, che le gare sono state bandite. Da qui la necessità del confronto e dello scambio di informazioni fra le Procure etnea e palermitana.

 

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